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La Direzione del Partito democratico ha dato il via libera all’adesione al Partito socialista europeo con 121 sì, un contrario e due astenuti. I presenti erano 125. Il voto contrario è stato solo quello di Fioroni che, come dice lui stesso, si trova in una eccezionale solitudine. Questo voto mette fine alle tante parole ambigue dette finora su quella che avrebbe dovuto essere la collocazione europea del Partito democratico ed anche sui tanti silenzi da parte di coloro che vantavano rappresentare una posizione popolare e cattolica entro il PD (a proposito a parte Fioroni dove erano?).

Il plebiscitario risultato del voto in Direzione ha sciolto il nodo: il Partito democratico pressoché all’unanimità ha votato per entrare nella famiglia dei partiti socialisti europei. Nella Direzione è riapparso miracolosamente anche D’Alema. Quel D’Alema già rottamato da Renzi che ostinatamente continua a voler giocare con le parole: “Noi facciamo una scelta politica e non ideologica, aderiamo ad un campo di forze progressiste molto variegato. Smettiamola quindi con i timori di chi tra di noi, come Fioroni, teme di morire socialista”. Ebbene i fatti hanno fatto chiarezza.
Questo voto contribuisce a demolire soprattutto quella grande menzogna, portata avanti dal 2007, che ha voluto raffigurare il Partito democratico come l’erede delle due grandi tradizioni italiane: quella comunista e quella democristiana.

La riunione di insediamento dell’Assemblea Costituente del PD si apre con il discorso di Romano Prodi: “Il Partito Democratico è un grande contributo al Paese, ai milioni di donne e di uomini che hanno deciso di andare oltre il passato, pure glorioso, dei partiti legati alle storie nobilissime del secolo scorso, per entrare finalmente nel futuro. Il Partito Democratico deve essere concepito come un soggetto che si colloca al centro del campo riformista e democratico europeo”. Questa acrobazia linguistica serviva solo a nascondere la realtà, e cioè che per chi voleva richiamarsi alla grande storia e tradizione dei cattolici popolari in Italia aveva già la sua casa in Europa: quella del Partito Popolare Europeo (che si riunirà a Congresso la settimana prossima a Dublino).

Ci sono voluti sette lunghi anni per gettare la maschera. Matteo Renzi ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, in vista del congresso PSE che si terrà a Roma, ed il Presidente del PSE Serghei Stanishev ha già affermato che la “richiesta PD sarà accettata”: “Sono sicuro che la richiesta del PD di entrare a pieno titolo nel PSE sarà accolta all’unanimità il 28 febbraio”, dal Congresso dei socialisti europei a Roma, “Senza il Pd la nostra famiglia era incompleta, domani finalmente si completerà”. Fioroni può star certo: morirà socialista.

Carlo Costalli

Presidente Movimento Cristiano Lavoratori

Pd socialista, fine di una menzogna

La Direzione del Partito democratico ha dato il via libera all'adesione al Partito socialista europeo con 121 sì, un contrario e due astenuti. I presenti erano 125. Il voto contrario è stato solo quello di Fioroni che, come dice lui stesso, si trova in una eccezionale solitudine. Questo voto mette fine alle tante parole ambigue dette finora su quella che avrebbe…

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