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In area Euro apertura all’insegna di tassi in rialzo questa mattina, dopo la conclusione della riunione della Fed ieri e soprattutto dopo la conferenza stampa del neo presidente Yellen. La vicenda Crimea tende a passare in secondo piano, salvo eventuali nuovi sviluppi. Nel frattempo il focus degli operatori si sposta su tematiche più prettamente macro tra cui gli scenari che si aprono oltre oceano in tema di futura direzione della politica monetaria della Fed. Oggi inizia la due giorni del Consiglio europeo che, come anticipato questa mattina dalla Merkel, sarà dominato soprattutto dal tema Ucraina. Di conseguenza probabilmente non rappresenterà un market mover rilevante. Più importante potrebbe essere invece il discorso che questo pomeriggio terrà il nuovo membro tedesco della BCE Lautenschläger.

CHE COSA HA DECISO LA FED

Negli Usa la riunione della Fed ha esercitato un forte impatto sui mercati comportando un marcato rialzo dei tassi, amplificatosi poi dopo la prima conferenza stampa del neo presidente Yellen. È’ stata confermata la terza riduzione del piano di acquisti pari a 10Mld$, oltre alla rimozione del riferimento quantitativo al tasso di disoccupazione al 6,5% sostituito da un più ampio range di indicatori. La Fed si è premurata di precisare che questo cambio di linea guida non è da intendersi come un cambio delle intenzioni del board, enfatizzando il fatto che anche dopo che la disoccupazione e l’inflazione si saranno avvicinati all’obiettivo desiderato, il tasso di riferimento sarà mantenuto ancora al di sotto del livello di equilibrio di lungo termine.

EFFETTO YELLEN

Le aspettative mediane espresse dal bord sul tasso di riferimento sono state spostate verso l’alto: da 0,75% ad 1% nel 2015 e da 1,75% a 2,25% nel 2016, malgrado la revisione lievemente al ribasso delle stime del PIL per il 2014. Nel corso della conferenza stampa la Yellen ha cercato di ridimensionare la portata del cambio delle view del board sul livello atteso dei tassi ma il punto che ha maggiormente impattato sui mercato è stato il riferimento al lasso temporale tra la fine del tapering ed il primo rialzo dei tassi. La Yellen ha dichiarato che il tapering è atteso terminare il prossimo autunno. Da quel momento potrebbero occorrere circa 6 mesi prima del successivo inizio del rialzo tassi. Lo stesso presidente Fed ha cercato di apporre una serie di condizioni a tale indicazione, soprattutto con riferimento alle condizioni del mercato del lavoro. Gli operatori però hanno colto soprattutto il riferimento ai 6 mesi, procedendo pertanto a rivedere le aspettative sul primo rialzo tassi, collocato ora tra il primo ed il secondo trimestre 2015. Se si sia trattato o meno di un errore di comunicazione sarà meglio comprensibile nelle prossime settimane, ma certamente il primo incontro della Fed sotto la presidenza Yellen ha ieri lasciato una traccia significativa sui mercato obbligazionario, con un rialzo di circa 8 pb del tasso decennale e biennale.

LE CONSEGUENZE SULL’EURO

La riunione Fed ha esercitato un forte impatto anche sull’euro, comportandone un brusco deprezzamento vs dollaro fino a circa 1,38 che rappresenta per oggi il primo supporto. Nel pomeriggio (ore 16:00) potrebbero essere importanti le dichiarazioni del membro tedesco BCE Lautenschläger. Nel frattempo, a giudicare dalle indicazioni fornite da alcuni provider, le posizioni nette corte della componente retail si sono ridimensionate, riducendo il rischio di un overshooting dell’euro oltre quota 1,40. Yen piuttosto stabile durante la notte vs euro con il cambio che continua a muoversi in prossimità di area 141. Il movimento di apprezzamento del dollaro ha avuto un impatto quasi similare sia sulla valuta unica sia su quella nipponica portando quindi alla relativa stabilità dell’euro/yen.

Effetto Yellen su tassi, bond e monete

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