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L’ordinanza firmata dal sindaco di Modugno – grosso Comune alle porte di Bari che divide con il capoluogo il grande agglomerato industriale gestito dal Consorzio Asi – volta a vietare l’insediamento di nuove attività produttive suscettibili di incrementare l’inquinamento cittadino deriva dall’aver accertato che risultano carenti i controlli della qualità dell’aria che invece – secondo prescrizioni ministeriali – dovrebbero prevedere il monitoraggio in continuo soprattutto per il Pm10 e il Pm2.5.

In particolare, nell’ordinanza si sottolineano l’inefficienza della rete di monitoraggio della qualità dell’aria gestita dall’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente, e ripetuti malfunzionamenti strumentali che hanno comportato la perdita di dati importanti relativi a ben sei mesi nel 2013. Tali carenze, peraltro, sono particolarmente avvertite nel Comune, essendo stata posta in esercizio da qualche anno a Modugno una centrale a turbogas di Sorgenia da 800 Mw – a suo tempo contestatissima da parte degli ambientalisti cittadini – che ora, afferma il sindaco nella sua ordinanza, “in assenza di un monitoraggio continuo, potrebbe vedersi revocata l’autorizzazione all’esercizio, sino a giungere persino alla chiusura del sito”.

L’ordinanza del sindaco – se da un lato lamenta un’oggettiva carenza di rilevazioni che competono all’Arpa Puglia – dall’altra adombra la possibilità che, in loro assenza, possa vedersi costretto per quanto di sua competenza a revocare l’autorizzazione all’esercizio della centrale sino a ipotizzarne la dismissione, perché il primo cittadino esercita i poteri a tutela della salute degli abitanti.

Il dottor Magrone, sindaco di Modugno, è un autorevole magistrato in pensione che nel 1994 venne anche eletto in Parlamento, restandovi per due anni sino al 1996. Lo si sottolinea per evidenziare che non si è in presenza di un sindaco improvvisatore, né di un estremista dell’ambientalismo, anche se a volte qualche tratto di radicalismo sembra ravvisarsi in alcuni suoi atti amministrativi. Nel caso specifico – se i suoi rilievi sono fondati ed è sperabile che l’Arpa Puglia autorevolmente diretta dal prof. Giorgio Assennato risponda in termini precisi e documentati a quanto evidenziato dall’ordinanza sindacale – è lecito inteepretarla come una forma di giusta pressione sull’Agenzia regionale perché provveda quanto prima a colmare le lacune tecniche manifestatesi nelle rilevazioni sulla qualità dell’aria che giustificato l’atto del Dott. Magrone.

E’ auspicabile peraltro – con la delicata situazione economica del Paese e della stessa Sorgenia, il cui immediato futuro è riposto nelle decisioni della proprietà e soprattutto delle banche creditrici come si legge sulla stampa specializzata – che non si addivenga all’emissione di altre ordinanze sindacali che creerebbero rilevanti problemi occupazionali e aspri contenziosi amministrativi di cui il territorio non ha affatto bisogno.

Devono prevalere invece in tutti i protagonisti della vicenda saggezza ed equilibrio, ed avviarsi interventi dell’Arpa che rassicurino i cittadini modugnesi e ricreino tutte le condizioni per il prosieguo dell’esercizio di un sito che, è opportuno ricordarlo, è l’unica centrale a turbogas di grande taglia nella provincia di Bari, se è vero che l’altra dell’Enel, molto meno potente e risalente alla fine degli anni ’50, dovrebbe essere dismessa a breve dalla holding elettrica a controllo pubblico.

Federico Pirro – Università di Bari – Centro studi Confindustria Puglia

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