Skip to main content

Martedì sarà il primo anniversario dalla rinuncia di Benedetto XVI al Soglio petrino. Quella mattina, dopo aver autorizzato la canonizzazione dei martiri d’Otranto, Ratzinger lesse in latino la declaratio scritta a matita il giorno prima (così racconta oggi in un lungo articolo il vaticanista del Corriere della Sera Gian Guido Vecchi) in cui dichiarava, “in piena libertà”, di rinunciare al mandato che i cardinali gli avevano affidato quasi otto anni prima. Benedetto XVI è stato il primo Pontefice a “dimettersi” dal XV secolo. Il suo pontificato sarebbe terminato ufficialmente neppure venti giorni più tardi, alle ore 20.00 del 28 febbraio.

IL RAPPORTO ONU SULLA PEDOFILIA 

A segnare la settimana che si è conclusa è stato il rapporto pubblicato dal Comitato per la difesa dei minori delle Nazioni Unite. Un documento dai toni molto duri nei confronti della Santa Sede, “colpevole” di non aver fato abbastanza per contrastare e reprimere la piaga della pedofilia. L’organismo dell’Onu chiede che il Vaticano consegni alle autorità civili i responsabili degli abusi e punisca anche chi ha coperto tali crimini. Ma il rapporto va ben oltre, sottolineando che deve essere rivista anche la posizione della chiesa su aborto ed omosessualità. Ed è su questo, in particolare, che si sono concentrate le risposte della Santa Sede.

LA RISPOSTA DEL VATICANO

Se l’osservatore permanente alle Nazioni Unite di Ginevra, mons. Silvano Tomasi, lasciava intendere che il documento sembrava essere stato scritto prima dell’audizione concessa ai rappresentanti del Vaticano, lo scorso 16 gennaio, padre Federico Lombardi criticava l’interferenza nell’insegnamento cattolico. Inoltre, veniva fatto notare da Roma, poco o nulla di quanto fatto negli anni scorsi grazie alle misure di Benedetto XVI veniva riconosciuto da parte del Comitato. Proprio qualche settimana fa, l’agenzia Associated Press aveva diffuso il numero dei preti ridotti allo stato laicale perché coinvolti in casi d’abuso su minori da Papa Ratzinger dal 2010 al 2012: ben 382.

LE RISPOSTE AL QUESTIONARIO SULLA FAMIGLIA

Le conferenze episcopali nazionali stanno intanto iniziando a pubblicare le sintesi delle riposte al questionario su matrimonio e famiglia inviato alle diocesi in vista del Sinodo. La parte del leone la stanno facendo le conferenze centroeuropee: prima la Svizzera, poi la Germania, quindi l’Austria e il Belgio. Numerosi i fedeli che hanno partecipato all’inchiesta, e nella gran parte dei casi si chiede un cambiamento nell’insegnamento circa la morale sessuale cattolica. In Germania si auspica un superamento dei divieti e pregiudizi sul sesso prematrimoniale e in molti casi si considera “un atto di giustizia” il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso. Da rivedere – continuano le sintesi – anche l’approccio sul controllo artificiale delle nascite. In Belgio, più generalmente, è forte la richiesta di un “adeguamento della posizione cattolica allo spirito del tempo”.

IL DOPO MANIF POUR TOUS IN FRANCIA

In Francia proseguono le polemiche all’interno della compagine socialista al governo dopo la decisione di rinviare il disegno di legge che rivoluziona il diritto di famiglia in seguito alla Manif pour tous di domenica scorsa. Molti deputati del partito di maggioranza hanno fatto sapere che riproporranno presto il testo in Assemblea nazionale, nonostante lo stop giunto da Palazzo Matignon. Si è intanto parzialmente ricomposta la frattura interna all’episcopato sul modo di opporsi al provvedimento: se una parte dei vescovi (in testa il cardinale di Lione, Philippe Barbarin) si era presentata in strada a sfilare dietro striscioni e bandiere, altri avevano ribadito che è preferibile usare altri mezzi, come il dialogo diretto con il governo.

Onu, famiglia, Francia. Tutti i dossier sul tavolo di Papa Francesco

Martedì sarà il primo anniversario dalla rinuncia di Benedetto XVI al Soglio petrino. Quella mattina, dopo aver autorizzato la canonizzazione dei martiri d'Otranto, Ratzinger lesse in latino la declaratio scritta a matita il giorno prima (così racconta oggi in un lungo articolo il vaticanista del Corriere della Sera Gian Guido Vecchi) in cui dichiarava, "in piena libertà", di rinunciare al…

Perché i cattocomunisti hanno emarginato Eugenio Corti

Grazie all'autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento di Bonifacio Borruso apparso su Italia oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi. Eugenio Corti, lo scrittore brianzolo morto mercoledì, 93enne, nella sua casa di Besana (Mb), era inviso soprattutto a un certo pensiero catto-progressista. Per questo la sua opera principale, Il Cavallo rosso, definito dal Figaro Litteraire, «uno dei migliori…

Caro Boldrin ti scrivo, ecco le libere discussioni tra liberali

Caro direttore, dopo la mia lettera sull’eccesso di personalismi dei leader dei movimenti liberali e liberisti che nuoce gravemente al liberalismo, ho notato su Facebook che – dopo l’intervento di Marcel Vulpis, che si occupa della comunicazione del Pli di Stefano De Luca, in cui si raccontava di alcuni abboccamenti tra Fare e Fratelli d’Italia in vista delle elezioni europee…

Un paio di consigli per tentare di risollevare le fondazioni liriche

Nei precedenti due articoli, sono stati affrontati il quadro generale della situazione delle fondazioni liriche e i principali fattori di crisi. LA TERAPIA Ecco ora una terapia possibile che può essere delineata così: a) Fondere o consorziare fondazioni, riducendo costi; b) Porre l’obbligo di attuare in coproduzione almeno 70% degli spettacoli c) Rendere efficace il regolamento approvato dal Governo Monti,…

Ecco le imprese italiane che hanno sfondato la Muraglia

“Una generazione pianta un albero. La generazione successiva si gode l’ombra”. Antico proverbio cinese (non applicabile all’Italia). Ma se ne comprendi il senso, allora hai fatto la metà della strada per tagliare il traguardo del successo a Pechino e nei suoi 10 milioni di chilometri quadrati di dintorni. Lo dimostrano le storie di quattro aziende italiane che hanno resistito alla…

Risposta al Prof. Antonio Di Grado

Il Prof. scrive sulla sua pagina di Facebook: "Incontro un'ex allieva, che mi dice delle migliori colleghe del suo corso. Tutte brillantemente laureate, ma chi fa la cassiera in un bar, chi la segretaria in un laboratorio d'analisi. Che tristezza. Quante speranze e legittime attese, quante competenze e passioni, mortificate e svendute da un paese senza futuro e senz'anima! E…

Popolari di Mauro, buona la prima. Ora la svolta

Bene la prima dell'assemblea dei Popolari per l'Italia tenutasi ieri a Roma. Ora, però, serve stipulare il patto per la confederazione. Tutti i volti del cantiere Popolare di Mario Mauro. Le foto Il sogno terzista dei Popolari di Mauro Abbiamo salutato con convinzione le difficili scelte compiute dagli amici di Mario Mauro, Lorenzo Dellai e Andrea Olivero nei mesi scorsi;…

La settimana manageriale di Pizzi tra Scaroni, De Gennaro e D'Amato. Le foto

Imprenditori, manager e ora anche Mecenati. Paolo Scaroni, Chicco Testa, Luigi Abete, Anna e Carla Fendi e molti altri hanno scelto di aiutare la Galleria Borghese mettendosi assieme in una associazione presieduta da Maite Burgari. L'iniziativa per i numerosi presenti non ha portato con sé solo simpatia e affabilità, ma soprattutto la testimonianza di come Italia e Usa siano legati da un forte senso…

Iran, vi racconto paure e speranze dei giovani di Isfahan e Teheran

Il volto di Ahmed, giovane ragazzo della media borghesia di Isfahan, è leggermente malinconico. Il vento soffia sopra i suoi capelli di ventiduenne mentre parliamo in cima a una montagna dove sorge un vecchio tempio del fuoco abbandonato. Questo Paese, mi dice, è senza speranza, me ne voglio andare via il prima possibile. Io guardo l'orizzonte, rimango ammaliato dalla bellezza…

Marò, ecco le ultime tappe dell'odissea indiana. Lo speciale di Formiche.net

Solo una manciata di ore separa i due fucilieri italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dal 10 febbraio, data in cui l'udienza della Corte suprema indiana ha convocato in ultima istanza la pubblica accusa perché formuli le proprie ipotesi di reato a carico dei militari. Se sembra ormai chiaro che i marò non verranno condannati a morte - eventualità esclusa…

×

Iscriviti alla newsletter