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Il riavvicinamento tra Santa Sede e Pechino visto da Francesco Sisci

L’azione del papa conferma la volontà della Santa Sede di collaborare con Pechino, in un contesto internazionale sempre meno stabile, che anzi andrà sicuramente a peggiorare. L’obiettivo di Xi Jinping, la proposta di Parolin di aprire una rappresentanza della Santa Sede a Pechino, le tensioni dei cinesi tra la fedeltà spirituale alla Chiesa e la fedeltà civile allo Stato. Conversazione con Francesco Sisci

Santa Sede-Cina, chi vince e chi perde con la nomina del vescovo di Shanghai. Scrive Giovagnoli

Molte cose, nel modo in cui è stata rappresentata la vicenda, andrebbero corrette. Innanzitutto, come è stato detto, davvero “Pechino decide, il papa esegue”? Basterebbe riflettere sulla definizione che il cardinale Parolin ha dato di Shen Bin: “pastore stimato”. La Chiesa quindi ne ha un buon giudizio e non sembra forzato pensare che non sia contraria alla sua scelta come vescovo di Shanghai… Il commento di Agostino Giovagnoli

Avviare un processo, non piantare bandierine. Le ragioni del viaggio Usa di Zuppi

Uno dei veri baluardi del pontificato di Francesco è l’importanza dell’avviare processi più che del gestire spazi. Io credo che sia tra i tratti più affascinanti della sua visione, e anche questa iniziativa diplomatica, a mio avviso, va capita così. Il commento di Riccardo Cristiano

La sfida (frontale) della Chiesa caldea in Iraq. E dietro si vede l'Iran

Con una decisione che non ha precedenti nella storia irachena il patriarca della Chiesa caldea, cardinale Louis Sako, ha deciso di abbandonare Baghdad e trasferirsi in un convento del Kurdistan iracheno, nei pressi di Erbil. Che cosa vuol dire? L’analisi di Riccardo Cristiano

Chi sono i nuovi cardinali nominati da papa Francesco

La nomina di Agostino Marchetto ha un significato chiarissimo visto che giunge a poche ore dal decimo anniversario del viaggio di Francesco a Lampedusa. Il monsignore entra nel Sacro Collegio come voce che non accetta compromessi morali sulla tragedia dei profughi, dei migranti, dei rom e di altri popoli discriminati

Francesco ricorda Dall’Oglio, per sconfiggere chi lo vuole rimuovere

Padre Dall’Oglio fu rapito in Siria il 29 luglio 2013. E proprio nell’approssimarsi di questa data è stato reso noto il testo della prefazione scritta da papa Francesco al volume “Il mio testamento”, che raccoglie quanto detto da padre Paolo sulla regola della comunità che fondò, la Comunità di Mar Musa

Perché il rogo del Corano va rifiutato. L'appello di Eulema firmato Pallavicini

“Qualsiasi libro considerato sacro dai suoi autori deve essere rispettato per rispetto dei suoi credenti, e la libertà di espressione non deve mai essere usata come scusa per disprezzare gli altri, e permettere questo va rifiutato e condannato”, ha detto papa Francesco in riferimento al rogo del Corano in Svezia. Un segnale di “fratellanza universale perché non si difendono solo i simboli propri o le proprie idee, ma si difendono veramente su delle basi più ampie le sensibilità di ogni persona e di ogni fede”, ha affermato l’imam Yahya Pallavicini

Fernandez, un Prefetto per la Chiesa sinodale. Scrive Cristiano

Un pontificato che guarda al tempo, cioè ai processi che avvia più che alla gestione degli spazi, non ha esaurito la sua spinta, ma aveva bisogno di nuovi centri propulsivi. Questo sembra il compito affidato al teologo Fernandez, che arriva sulla cattedra che fu del teologo Ratzinger con il compito di guardare avanti. Quello del 2023 non sarà l’autunno del papato di Francesco

I tre giorni del cardinale Zuppi che sconvolsero Mosca. Scrive D'Anna

L’immanenza del cardinale Matteo Zuppi è riuscita ad ottenere risultati concreti come la restituzione dei bimbi e l’attivazione di contatti diretti. Con infinita pazienza e tenacia, l’inviato di Papa Francesco ha sperimentato quanto siano remote a Mosca le vie della pace e della speranza e in che modo, dietro il gioco degli specchi dei suoi interlocutori, i ciechi sappiano ascoltare ed i sordi abbiano una vista acuta. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Le purghe di Putin, i ripensamenti di Kirill. Mosca indecisionista con Zuppi

Putin ha bisogno di un Kirill meno appiattito, impedirglielo sarebbe un omaggio al passato, all’idea insostenibile che i conflitti sono eterni, immodificabili. Sostenere Francesco, da posizioni non filo russe, nel suo sforzo negoziale con la Russia che esiste oggi può voler dire aiutarla a cambiare, a uscire dai suoi parametri zaristi e medievali. La riflessione di Riccardo Cristiano

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