Michele Ciccarelli, docente Irc di Sacra Scrittura, Issr Interdiocesano di Capua, riflette sulle parole della scrittrice Michela Murgia, che qualche settimana fa ha affrontato il tema della sua malattia, e le reazioni di Paolo Crepet e di Dacia Maraini
Chiesa
La tragedia afghana non è finita. L'analisi di Civiltà Cattolica
Il nuovo numero de La Civiltà Cattolica dedica all’Afghanistan, e alle donne afghane in particolare, un articolo di inquadramento che partendo dal ritiro americano arriva ai rischi per il domani. La riflessione di Riccardo Cristiano sull’analisi di padre Giovanni Sale, firma storica della rivista dei gesuiti diretta da Antonio Spadaro
Perché il papa non è solo. Scrive Chiapello
Cosa manca per non lasciare solo il papa e dare forza ad uno sguardo necessario a tutti, anche a chi è in guerra? Risponde Giancarlo Chiapello, segreteria nazionale Popolari-Italia Popolare
La gigantesca opera di trasparenza voluta dal papa sul passato argentino
Senza dover aspettare i 70 anni previsti dalle regole vigenti, abbiamo già oggi, poco più di 40 anni dopo i fatti, una pubblicazione impressionante per quantità di fonti e testimonianze sin qui riservate su quanto accadde in Argentina prima e durante una delle dittature più feroci. La riflessione di Riccardo Cristiano
Massimo Milone, uomo di ascolto e dialogo. Il ricordo di Elvira Frojo
Esempio di umanità. La sua scomparsa è una perdita per la sua adorata famiglia, per il mondo degli intellettuali e una ferita dell’anima per chiunque lo abbia conosciuto. La scrittrice Elvira Frojo lo ricorda così
Pechino e la pace tra Iran e Arabia Saudita secondo Civiltà Cattolica
Che cosa significa la scelta di Iran e Arabia Saudita di riaprire le proprie ambasciate, tornando ad avere relazioni diplomatiche bilaterali e di farlo non certo in un luogo indifferente, ma a Pechino? Ne parla l’ultimo numero di Civiltà Cattolica, letto da Riccardo Cristiano
La piattaforma geopolitica del Papa e il ruolo dei popolari. Scrive Chiapello
Dall’Ungheria non arriva uno scambio di opportunità tra Pontefice e primo ministro, come qualcuno potrebbe banalizzare, ma da parte del primo c’è una sorta di sistematizzazione di quella che laicamente potremmo definire piattaforma politica e geopolitica espressa in una terra strategica. L’idea di Francesco è quella di “un’Europa centrata sulla persona e sui popoli, dove vi siano politiche effettive per la natalità e la famiglia, perseguite con attenzione in questo Paese, dove nazioni diverse siano una famiglia in cui si custodiscono la crescita e la singolarità di ciascuno”
Tutti i messaggi dietro la visita del papa in Ungheria. La versione di Giovagnoli
Se qualcuno vuole leggere questo viaggio in funzione dell’eredità che il papa vuole lasciare a chi verrà dopo di lui, lo può interpretare anche come uno smarcamento dall’immagine di “progressista” che gli è stata cucita addosso dal primo giorno di pontificato. La riflessione di Agostino Giovagnoli
Francesco da Budapest, Cristo è una porta sempre aperta
Francesco sceglie Budapest per una delle più forti, argomentate e toccanti raccomandazioni di essere davvero Chiesa in uscita, quindi di essere tutti “porte aperte”. È una scelta chiara quella compiuta dal papa, felice che in piazza con i cattolici ci siano delegazioni delle altre Chiese, rappresentanti del corpo diplomatico, della comunità ebraica. Riccardo Cristiano riflette sull’omelia di papa Francesco in Ungheria
Francesco da Orbàn non si tira indietro e parla di migranti e guerra
Essendo Orbàn un leader europeo ma anche un alleato indiscutibile di Putin, per qualcuno Bergoglio avrebbe tenuto nell’ombra le differenze con il premier ungherese sulla questione dei migranti. Invece l’ha affrontata (citando il primo re ungherese), mentre sull’Ucraina ha scelto le parole che De Gasperi pronunciò davanti a Schuman e Adenauer