L’accordo era stato annunciato, con il gigante cinese che avrebbe portato i propri servizi di IA sugli smartphone statunitensi. Ma è tutto fermo dopo il giudizio della Cyberspace Administration of China. Pesano fortemente le tensioni tra le due superpotenze, che stanno sfavorendo la società di Tim Cook in uno dei mercati più remunerativi. Ma anche a Washington per ora tirano un sospiro di sollievo, visto che la collaborazione era malvista
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Chi c'è nella cabina di regia italiana per attuare l’AI Act europeo
Nasce il Comitato Data Governance e AI Compliance (DGAIC), promosso dalla Fondazione Aises – Spes Academy, per guidare l’attuazione dell’AI Act in Italia. Il gruppo riunisce istituzioni, imprese e mondo accademico con l’obiettivo di rafforzare la voce italiana nella regolazione dell’intelligenza artificiale. Il Comitato sarà presieduto da Valerio De Luca e coordinato da Oreste Pollicino. Tra i membri, rappresentanti di Acn, AgID, Garante Privacy, Leonardo, Generali,Eni, Intesa Sanpaolo, Terna e Telecom
L'ultima di Musk contro OpenAI: far saltare l'accordo con Uae
Secondo il Wall Street Journal, il proprietario di xAI si è fortemente risentito quando ha scoperto che Sam Altman era coinvolto in un progetto con Abu Dhabi per la costruzione di un enorme data center nel Paese del Golfo. A favorirlo è stato anche Donald Trump. A conferma di come tra il presidente e l’ormai ex del Doge sia finita la luna di miele
Cosa prevede il mega accordo Usa-Uae sull'IA
Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti hanno concordato la costruzione del più grande campus di intelligenza artificiale da realizzare al di fuori del territorio americano. Avviate anche trattative sull’acquisto dei chip di Nvidia e altre aziende statunitensi. Mosse che evidenziano un nuovo rapporto tra i due Paesi
OpenAI in avanscoperta. Vuole esportare Stargate nel mondo per una AI democratica
L’azienda di Sam Altman intende offrire una alternativa alla Cina promuovendo una tecnologia, quella americana, capace di rafforzare i valori democratici, creando così un ecosistema di IA nazionali. Il mega-piano da 500 miliardi di dollari promosso da Donald Trump per rafforzare l’infrastruttura tech statunitense potrebbe quindi diventare un’arma di soft power in politica estera
Maxi multa dell'Ue a TikTok. Ecco perché
La Commissione irlandese per la protezione dei dati (Dpr) ha imposto una sanzione da 530 milioni di euro, la terza più alta per una violazione del Gdpr. La piattaforma di proprietà di ByteDance avrebbe fornito informazioni sensibili alla Cina, dove i livelli di protezione non rispettano gli standard europei. Dal social network promettono ricorso: “Siamo delusi dal trattamento”
Web tax, cosa chiedono gli Usa per non ingabbiare le Big Tech
Cogliendo l’occasione dell’incontro con la premier italiana, con la quale il tycoon sembra intendersi meglio di altri, Trump ribadisce l’intenzione già espressa in passato. Le società statunitensi non devono essere sfavorite, a cominciare dalle Big Tech che vengono ingabbiate dalle regole europee come il Digital Markets Act (Dma) e il Digital Service Act (Dsa)
I dazi piombano sull’affare TikTok. Trump incolpa la Cina, che prende tempo
Il presidente americano dichiara che la trattativa era chiusa, ma Pechino ha fatto saltare il banco per l’introduzione delle tariffe doganali. Per questo è stato costretto a prorogare il bando. Per la chiusura ci sarà da lavorare
Maxi multa per X. Così l'Ue va avanti su Musk sfidando Trump
Secondo il New York Times, a Bruxelles starebbero ragionando su una cifra monstre in risposta alle violazioni del Dma da parte di X. La piattaforma avrebbe contribuito alla disinformazione e ai discorsi d’odio pubblicati dai suoi utenti. Il caso arriva in un momento di forte tensione con l’America e potrebbe peggiorarlo ancor di più visto che la Casa Bianca aveva espressamente richiesto di non mettere sotto torchio le sue aziende
Energia, industria, difesa. Gli intrecci sulle terre rare su cui lavorano Roma e Bruxelles
Per la prima volta la Commissione Ue ha avallato 47 progetti strategici per potenziare le capacità nazionali di materie prime strategiche. Il vantaggio (anche se in ritardo) è comunque doppio: da un lato si rafforza finalmente la filiera europea delle materie prime diversificando le fonti di approvvigionamento, dall’altro si accresce la “voce geopolitica” dell’Ue che così può programmare azioni industriali slegate dalla dipendenza esterna