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Pilastro europeo della Nato. La difesa di domani secondo Meloni

Il ragionamento della premier italiana al vertice Nato è tarato sulla realpolitik, sia per evitare doppioni con la difesa Ue, sia per investire in settori che stanno diventando sempre più primari, come il fronte sud, la cooperazione fra alleati in chiave di strategia industriale, l’interlocuzione imprescindibile con gli Usa e il binomio target di spese-autonomia/sovranità. Le parole di Meloni all’Aja

Dall'Ucraina alla nuova difesa, perché la pax europeae segna uno spartiacque

Dall’Ucraina partono anche le prospettive europee per un disegno infrastrutturale del tutto nuovo, che sia pronto a camminare su proprie gambe e comprenda a fondo i cambiamenti geopolitici in atto. Una progettazione che giocoforza andrà abbinata con una serie di altri elementi interconnessi, tutti nevralgici: come le divergenze di vedute in Europa su Kiev, il ruolo della Turchia di Erdogan come mediatore/attore, le decisioni dell’amministrazione americana, le intenzioni dei paesi arabi e quelle del fronte, le altre emergenze nel versante mediterraneo e il ruolo dell’Italia

Trump il picconatore e i daziati. Il commento di Tivelli

Gli affondi di Cossiga erano tesi a cambiare il sistema politico. Quelli del presidente statunitense, invece, stanno riscrivendo l’economia mondiale. Il commento di Luigi Tivelli

Roma, centro della mediazione globale, è un bene per tutti. Il commento di Castellaneta

Dalla guerra in Ucraina alle trattative con l’Iran e i conflitti commerciali con gli Stati Uniti, tutte le strade portano a Roma. Ed è un bene per il mondo intero. L’analisi dell’ambasciatore Giovanni Castellaneta

Meloni, Vance, von der Leyen. Così Roma lavora per l’Ue

Un fine settimana di incontri di alto livello, culminato con il trilaterale tra Giorgia Meloni, JD Vance e Ursula von der Leyen. Un’istantanea che mostra la volontà di lavorare per tutta l’Unione europea, per un dialogo fruttuoso e franco con gli alleati di oltreoceano

Industria e Ue. Diagnosi e cure dagli Stati generali di Roma

L’occasione degli Stati generali dell’industria Ue, celebrati a Roma, è stata utile per indicare priorità e soluzioni, nella consapevolezza del ruolo italiano. Urso: “L’auto è la prima industria in questi Paesi europei che contiene componenti frutto della chimica, della siderurgia e della microelettronica, per cui quando entra in crisi l’auto, di conseguenza, entrano in crisi proprio coloro che realizzano i suddetti componenti”

L’Ue (con la guida italiana) può sfruttare l’apertura di Trump a Londra. Scrive l’amb. Castellaneta

L’intesa rappresenta un segnale di apertura da parte di Washington, che sembra pronta a negoziare anche con Bruxelles. I 27, guidati anche dall’Italia, hanno l’opportunità di sfruttare questo clima di dialogo per negoziare accordi vantaggiosi. E la recente elezione di Leone XIV ha ispirato un clima di dialogo, che potrebbe contribuire a risolvere tensioni globali. Il commento dell’ambasciatore Giovanni Castellaneta

Inizia l'era Fertitta, priorità e prospettive del nuovo ambasciatore Usa

L’occasione della vista lampo a Roma del nuovo ambasciatore americano è utile per cerchiare in rosso le priorità dei due Paesi, uniti da una storica relazione che entrambi intendono rafforzare ulteriormente in vari ambiti, come gli investimenti, la cooperazione industriale, il dossier energetico, la geopolitica delle alleanze globali

Premierato, giustizia e nucleare. Meloni rilancia le riforme strategiche del governo

In occasione del question time la presidente del Consiglio indica la rotta che sta seguendo il governo su una serie di tematiche, non solo interne, come i migranti, il gnl americano, la crisi a Gaza e le riforme

Non solo Cdu, ecco il futuro della Germania. Pregi e difetti di Merz secondo Piller

Conversazione con l’esperto giornalista, già corrispondente in Italia della Frankfurter Allgemeine Zeitung: “Il voto? La sinistra si è comportata come se avesse una maggioranza assoluta e come se potesse condizionare Merz. L’addio all’austerità? Anche se i tedeschi si indebitassero per 1 miliardo in più, il rapporto debito-pil salirebbe dal 60 all’ 85%. Non mi sembra un grande dramma. Se AfD aumentasse i voti? Finirebbe il sistema democratico, ma anche l’euro e l’Unione europea”

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