L’ex presidente americano è sempre più impegnato sul fronte delle bufale online. In un discorso a Stanford ha ammesso di non aver colto l’entità del problema in passato e ha offerto delle soluzioni (dal retrogusto europeo) per salvare la tecno-democrazia: trasparenza algoritmica, rallentamento della viralità, standard legali
disinformazione
Alex Jones in bancarotta? Scricchiola il business del complottismo
Il sito complottista Infowars ha presentato istanza di concordato preventivo, mentre il conduttore, che nel frattempo è diventato milionario, continua a combattere le “élite”. Le cause portate avanti dai familiari delle vittime del massacro di Sandy Hook, da lui accusati di essere attori, sono diventate un baluardo contro la disinformazione digitale come modello di business
Da Sputnik ai “lupi guerrieri”. Mosca si ispira a Pechino per l’infowar
Dopo il blocco di Sputnik e RT, il Cremlino ha deciso di far ricorso a una tattica cinese: schierare i profili dei propri diplomatici. Così le ambasciate russe (amplificate dai bot) condividono propaganda, disinformazione e finto fact checking
Bucha e negazionismo. Quattrociocchi spiega il cortocircuito mediatico
Da una parte la propaganda (filo)russa, dall’altra un’infosfera occidentale dove può attecchire. Dietro a coloro che negano i massacri in Ucraina, così come avvenne col Covid, c’è anche la lotta alle fake news. Walter Quattrociocchi, professore della Sapienza di Roma e a capo del Center of Data Science and Complexity for Society, spiega il nesso tra social e complottismo e sviscera il ruolo del giornalismo occidentale
Quella saldatura tra disinformazione russa e cinese
Nonostante la Cina si professi neutrale rispetto alla guerra in Ucraina, i censori e i diplomatici del Dragone ricalcano le stesse linee della propaganda russa. Tra teorie del complotto e benaltrismo bellico, ecco come Pechino fa da cassa di risonanza al Cremlino
Putin sta perdendo l’infowar? Le ultime dal fronte mediatico
I megafoni del Cremlino sono ancora online e continuano a diffondere propaganda, anche se con più difficoltà. E sebbene Putin fatichi a mantenere il controllo della narrazione, c’è chi continua a rilanciarla – anche in Italia
Il fronte mediatico. Anatomia e antidoti all’infowar russa
L’aggressione russa procede anche via internet e non solo nell’infosfera ucraina: le emittenti del Cremlino continuano indisturbate a diffondere propaganda in Occidente. Senza chiudere i social, occorre ripensare l’approccio alle fonti “scoperte” di disinformazione – come fanno sempre più Paesi Ue
Cosa sta succedendo a Chernobyl
Radiazioni gamma in aumento dopo che l’esercito russo si è impossessato dei resti (tombati e blindati) della centrale nucleare. Sul web si sta diffondendo il panico, ma gli scenari peggiori rasentano l’impossibile, e le teorie catastrofiste aiutano solo a creare tensione e disinformazione – proprio quello che vuole Putin
L’Europa svela il copione dietro l’infowar russa
La divisione anti-disinformazione dell’Ue lancia l’allarme: stiamo assistendo a un’operazione massiccia e coordinata per manipolare la narrazione del conflitto ucraino. Mentre la Russia si fabbrica da sola il casus belli
Balletti e propaganda. Il ruolo di TikTok nella guerra ibrida ucraina
Il social amatissimo dai più giovani è un’infosfera ideale per disseminare misinformazione e farla sembrare spontanea. La “democratizzazione” dei creatori rende difficilissimo classificare le fonti e prendere contromisure