Non solo un vertice alimentare, ma una fase caratterizzata dall’attivismo programmatico del governo che già due settimane fa a Roma aveva avuto modo di ribadire l’importanza del Piano Mattei, mettendolo a confronto con il Global Gateway dell’Ue: ovvero come far camminare il Piano nella fase due, quella che attiene l’universo delle alleanze con Ue e Usa
Etiopia
Onu e sicurezza alimentare. Meloni porta in Etiopia il paradigma Piano Mattei
Meloni e Abiy co-presiedono il vertice Onu. La crisi del grano insegna: cibo e guerra sono interconnessi. L’Etiopia, inoltre, in quanto attore determinante per l’equilibrio geopolitico in Africa Orientale, cerca anche di costruirsi un ruolo chiave nella regione, a partire dall’ambito energetico. Un’opportunità per l’Italia
Meloni-Abiy, come prosegue il partenariato fra Italia ed Etiopia
Il Piano Mattei sta progressivamente mutando non solo la prospettiva dell’approccio esterno all’Africa, ma anche il peso specifico italiano in loco, in un momento in cui il complessivo disimpegno francese ad esempio dal Sahel si è sommato ad una vacatio europea. Per questa ragione il rapporto tra Italia ed Etiopia è fitto. Meloni inoltre sarà prossimamente nel Paese africano per co-presiedere con il primo ministro Abiy il Vertice delle Nazioni Unite sulla Sicurezza Alimentare, che si terrà ad Addis Abeba il prossimo 28 luglio
Dal Piano Mattei alla Bielorussia, cosa succede in Africa
Etiopia e Ghana sono solo due dei Paesi che il governo italiano ha messo al centro della propria azione con il Piano Mattei. Ma nelle stesse settimane in cui si celebrava a Roma il vertice Italia-Africa, si è rafforzata la presenza bielorussa in loco
La diga sul Nilo che riaccende la tensione in Africa orientale
Addis Abeba ha completato il processo di riempimento della Grande Diga del Rinascimento Etiope, un maxi-progetto con cui intende alimentare prosperità e sviluppo. Ma Egitto e Sudan, che dipendono dall’acqua degli altipiani etiopi, temono per la loro sicurezza. Così le premesse per un conflitto regionale peggiorano la prospettiva di stabilità del continente africano
Perché Etiopia e Somalia sono strategiche per l'Italia. Il piano del governo
Migranti, investimenti, energia: in una sola parola, Piano Mattei. Nella nuova conformazione geopolitica del continente, la stabilità è principale obiettivo dell’occidente. Le reazioni positive dei due interlocutori possono rappresentare un buon viatico verso l’appuntamento di ottobre quando si terrà il summit intergovernativo Italia-Africa
Meloni in Etiopia per rafforzare il Piano Mattei (e non solo)
In vista della visita del presidente del Consiglio prevista per oggi e sabato, con il viceministro Cirielli, è utile ricordare non solo i fronti aperti in cui si sono inseriti negli anni i player esterni, ma anche le recenti mosse occidentali: un mese fa, in occasione della sua visita in Etiopia e Niger, Blinken ha rimarcato il ruolo di Washington, per riaprire le relazioni con Addis Abeba. Il tutto mentre la Cina spinge da tempo a quelle latitudini
Lavrov in Africa gioca sul grano per alimentare l’infowar
Il tour africano del diplomatico russo serve a rinforzare i legami e vendere un’idea: la crisi del grano è colpa dell’Occidente. Nonostante i missili russi piovuti su Odessa a poche ore dalla firma dell’accordo di esportazione con l’Ucraina. La dipendenza dal grano non lascia ai Paesi africani il lusso di scegliere da che parte stare, mentre l’influenza europea viene lentamente erosa
La diga della discordia. L’Etiopia accende le turbine sul Nilo
Il premier etiope Abiy Ahmed dà inizio alla produzione di energia idroelettrica sulla diga più controversa dell’Africa. Egitto e Sudan temono per la propria sicurezza idrica, ma l’Etiopia si rifiuta di dialogare. E Cina e Russia guadagnano dall’instabilità
Etiopia, il piano di Biden. L'analisi di Cristiani (Gmf)
Dal ritorno del terrorismo jihadista alla destabilizzazione del Sahel fino alle mire cinesi. Ci sono mille e più motivi per cui la guerra civile in Etiopia può trasformarsi in un enorme problema per gli Stati Uniti. E infatti Joe Biden ha mosso le sue pedine. L’analisi di Dario Cristiani (German Marshall Fund)