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Più visti, meno tensioni. La mossa dell'Ue sul Kosovo

Il Consiglio europeo ha adottato un regolamento ad hoc secondo cui l’intera regione dei Balcani occidentali disporrà del medesimo regime di visti degli altri, cassando in questo modo l’esclusione applicata in precedenza a chi aveva passaporto serbo rilasciato dalla direzione di coordinamento della Serbia

Stallo o nuova crisi? Su Serbia e Kosovo l'Ue non può aspettare

Tra i due Paesi in eterno conflitto non potrà che esserci un lavoro diplomatico che si basi sugli accordi di Ocrida, finora l’unico protocollo concreto e tarato su esigenze e aspettative, ma il successore di Borrell dovrebbe avere chiaro in mente cosa fare già da oggi. L’alternativa è foraggiare lo status quo, che porta vantaggi a soggetti esterni come Russia e Cina

Perché la risoluzione Onu su Sebrenica potrebbe far detonare i Balcani

La posizione di Belgrado, esplicitata da un intenso lavorìo diplomatico da parte di funzionari di Belgrado nel Palazzo di Vetro, è che imprimere alla Serbia lo status di popolo genocida avrebbe come unica e immediata conseguenza una ripresa delle tensioni, in un’area molto delicata e soggetta a rapidi capovolgimenti di fronti. Il caso Kosovo è tutt’altro che vicino ad una normalizzazione istituzionale

Che succede se la Serbia compra i Rafale francesi

Con 12 caccia francesi Vucic avrà un nuovo e diverso peso specifico nel costone balcanico, anche alla luce delle rinnovate tensioni con il Kosovo, ma al contempo potrà staccarsi dai fornitori russi

Lontani gli accordi di Ocrida, fra Kosovo e Serbia è ancora alta tensione

Il censimento in Kosovo boicottato dai serbi. Ma non c’è purtroppo solo la contrapposizione tra Pristina e Belgrado nel costone balcanico alla voce fronte di crisi, bensì anche la situazione in Bosnia Erzegovina che potrebbe essere alla base di nuovi e pericolosi moti popolari: la prima conseguenza sarebbe nuovo caos, nelle stesse settimane in cui sono iniziati i negoziati per l’adesione all’Unione europea

Le elezioni in Serbia sono state regolari? Bruxelles indaga

Non solo l’Ue chiede un esame approfondito dei parametri con cui i cittadini si sono recati alle urne, ma ragiona su un possibile congelamento dei fondi europei in un momento geopolitico in cui le influenze esterne dei big player nei Balcani rappresentano un elemento di forte criticità

Pristina chiama Roma, perché la piattaforma balcanica è una priorità

L’appello lanciato dalla ministra degli Esteri del Kosovo, Donika Gervalla Schwarz, in un’audizione presso la commissione Affari esteri e difesa del Senato, spinge l’Occidente ad accelerare verso una strategia più decisa. Passaggio più volte ribadito da Giorgia Meloni: “Non possiamo permettere che questo quadrante strategico resti ancora a lungo fuori dalla Casa comune europea”

Kosovo, ecco cosa c’è in ballo sul processo di adesione all’Ue

La condicio sine qua non di Kurti resta quella di separare il processo di adesione Ue dalla normalizzazione dei rapporti con Belgrado, punto sul quale l’Ue non conviene. Intanto dal meeting di Skopje si accelera sul progetto europeo da 6 miliardi per i Balcani

Missili anticarro dagli Usa al Kosovo. Cosa succede (ancora) con la Serbia

Nella regione sono fino ad oggi stati disinnescati i possibili ulteriori fronti di crisi, dal momento che le guerre a Kyiv e Gaza monopolizzano l’attenzione geopolitica dell’Occidente. Gli Stati Uniti confermano la richiesta di Pristina di missili anticarro, mentre Belgrado si dice “delusa”

La Nato spinge per una soluzione alla crisi di Gaza. Castiglioni (Iai) spiega come

“Credo che l’attuale tregua durerà e che Israele abbia colpito rapidamente e duramente perché conscio del tempo limitato a disposizione e del rischio di isolamento internazionale. Il prossimo conflitto? Impossibile da stabilire, ce ne sono molti latenti – per esempio in Africa occidentale”. Conversazione con Federico Castiglioni, ricercatore dello Iai e docente presso l’Università Link Campus di Roma

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