Il governo di Tripoli cerca di accreditarsi come polo legittimo, stabile e capace della Libia, in contrapposizione al fronte di Bengasi legato a Khalifa Haftar. Tutti gli aggiornamenti
Libia
Così gli Usa puntano sull'Italia per la stabilità in Libia
Washington intende ridisegnare gli equilibri in Africa partendo dalla Libia, dove l’asse con Roma è fondamentale. Per questa ragione l’inviato speciale di Trump ha prima incontrato i rappresentanti della Libia occidentale e di quella orientale (Saddam Haftar e Ibrahim Dabaiba) per poi essere ricevuto dal titolare della Farnesina
Bengasi, l’Africa dell’intelligence si incontra nella roccaforte di Haftar
A Bengasi il 20esimo vertice del Comitato dei servizi di intelligence e sicurezza dell’Africa (Cissa) ha messo in scena le nuove geografie della sicurezza africana. Con 53 Paesi presenti e partner europei e americani, il Summit accredita la Libia orientale come hub di sicurezza, tra le ombre russe e cinesi e la prevenzione di conflitti e minacce transnazionali
Licenze internazionali e stabilizzazione mediterranea. Tutte le nuove rotte del gas in Libia
Per la prima volta dal 2007 oltre 37 compagnie petrolifere internazionali hanno espresso vivo interesse per l’imminente ciclo di licenze petrolifere previsto per novembre, tra cui primari player mondiali come l’italiana Eni, la statunitense Chevron e la francese Total. Un fatto che conferma la volontà di aprire davvero una fase di stabilità
Grecia-Egitto, il patto sulla Zee che potrebbe risolvere il puzzle del gas
Il patto siglato dai ministri degli Esteri di Grecia ed Egitto è una buona notizia. Lo storico accordo sulla delimitazione della Zee tra la Repubblica araba d’Egitto e la Repubblica ellenica dimostra, hanno detto i due ministri, che quando “c’è volontà politica, ciò va a vantaggio dei concetti di consultazione, comprensione e volontà di trovare soluzioni di compromesso, che tengano conto degli interessi di tutte le parti”
Le sanzioni contro i mega yacht dei russi stanno funzionando?
Non solo feste e cotillon a bordo dei mega yacht. L’esercito britannico avrebbe scoperto sensori russi nelle acque che circondano il Regno Unito, per tracciare i movimenti dei sottomarini britannici, sganciate in mare da droni “parcheggiati” nelle pance degli yacht russi. Alcune delle navi fantasma si sospetta che vengano usate per inviare equipaggiamento militare al generale libico Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica
Italia, Turchia, Libia: un trilaterale per il futuro del Mediterraneo
Immigrazione, energia, proiezione tanto nel Mar Nero quanto in Medio Oriente e Africa: è molto ricco il paniere di temi fra Roma, Ankara e Tripoli. Una ragione in più per non ritardare iniziative comuni e una programmazione su come stemperare possibili fronti di tensioni politiche, come quelle tra Tripoli e Tobruk, e procedere così all’unisono in una cooperazione tripartita
Turchia e Unione europea, questione di mare (Nero) e di rischi (russi)
Dove potranno andare insieme Turchia e Ue? Riusciranno a rappresentare un fronte in più, solo se costruito secondo logiche atlantiste, per favorire la traccia programmatica sull’asse Nato-Ue. Ma con una particolare attenzione ai rischi, ovvero alla possibilità che la voglia turca di essere “molto” protagonista in aree sensibili finisca per rendersi autonoma rispetto a Bruxelles. L’esempio rappresentato dal porto di Odessa e dalle conseguenze delle guerra in Ucraina è illuminante, perché coinvolge il principio della deterrenza contro i tentativi russi di impedire all’Ucraina di accedere al Mar Nero
Non solo migranti, guerra ibrida e terrorismo dietro il caos libico
Il ruolo della Russia in Libia continua ad espandersi, anche grazie a vere e proprie reti di contrabbando con cui Mosca aggira le sanzioni e trasforma l’immigrazione in un’arma di guerra ibrida. Il Cremlino, forte del link con la Cirenaica, può aprire o chiudere il rubinetto dei flussi migratori tramite Haftar
Ucraina, Gaza e Libia. Il triplo fronte di Tajani a Washington
Con Boulos Tajani ha affrontato il tema libico, tornato prepotentemente in cima alle preoccupazioni europee sia per l’aumento dei flussi migratori, sia per l’intenzione russa di dotarsi di un porto (verosimilmente a Tobruk) dopo lo sloggio dalla Siria. Elemento che impatta principalmente sui Paesi del blocco Nato e che non può essere sottovalutato…















