Dodici mesi fa la nascita del nuovo Parlamento europeo ha segnato un punto di rottura col passato: i dubbi alla sinistra del Pd sul piano ReArm, la marcia indietro sulla dottrina Timmermans e la centralità italiana trainata dal governo Meloni sono gli elementi principali del dibattito. Senza dimenticare sfide come difesa e IA
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Sicurezza, salari e condivisione. Il primo maggio di Meloni e Schlein
In occasione della festa dei lavoratori, i volti di governo e opposizione si scontrano con due visioni agli antipodi: mentre la premier annuncia risorse aggiuntive per tutelare la sicurezza sui posti di lavoro, la segretaria del Pd torna sul salario minimo e promette che sarà il suo primo atto se dovesse vincere le elezioni
Atreju e i dibattiti fra gli opposti. Cosa si può imparare secondo Franchi
Una presenza esterna qualificata aiuta a sviluppare un po’ di pensiero anche fra chi siede in sala. Il grillismo? Nasce con un’impronta esattamente opposta a FdI: se si immagina il Vaffaday come un atto di nascita, vuol dire che non si intende interloquire con il resto del mondo. I social di Casaleggio e la modernità presentavano un elemento intellettualmente truffaldino, con anche una certa avversione per la democrazia. Conversazione con l’editorialista del Corriere della Sera
Qualcuno ha il timore che Meloni scali posizioni. Parla Pombeni
Paolo Pombeni, professore emerito all’università di Bologna e direttore della rivista il Mulino, partendo dal veto di socialisti e verdi alla nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza esecutiva della Commissione Europea, ragiona sugli errori commessi anche dal Pd contro un candidato italiano e sull’impasse che potrebbe riversarsi sul governo dell’Ue
Riforme e critiche, il punto su maggioranza e opposizione
Meloni: “Sud diventi hub energetico”. Credito d’imposta raddoppiato e sbarchi giù grazie al dialogo con Libia, Tunisia, Turchia. Misiani: “L’Italia è indietro con il Pnrr”. Su Orlando candidato in Liguria i dubbi degli alleati
Tra Starmer e Schlein non c'è nessuna affinità. Galli spiega perché
“Qualcuno vorrebbe dire che, visto che in Inghilterra vince la sinistra, quindi anche in Italia vincerà la sinistra. Si tratta di una tentazione molto forte che nasconde il fatto che la lunga strada per mettere in piedi una reale alternativa alla destra non è ancora stata imboccata”. Conversazione con il politologo Carlo Galli
Il Pd respira, ma ora serve un progetto. Il risultato delle comunali letto da Franchi
Conversazione con l’editorialista del Corriere della Sera: “Dalle comunali giunge una lezioncina piccina piccina per il Pd: c’è un segnale di esistenza del partito. Poi, se questo segnale sia centrato o sbagliato sarà tutto da vedere, ma il paziente almeno respira e c’è il battito del cuore, dopodiché partendo da questo risultato c’è da attraversare il mare. Ma gli slogan ora vanno riempiti di politica”
Scissione o rivoluzione? Cosa succede al Pd anti Nato di Tarquinio
Possibili due scenari: il partito perde del tutto lo spirito del Lingotto e il fatto di essere stato gamba strutturale dell’Italia in un momento complicatissimo; oppure si verifica il percorso inverso fatto da Bersani e Articolo1 durante l’era renziana. Ovvero scissione e se ne andranno i centristi e i democratici, mentre al Nazareno resterà la “copia carbone del M5S”. In entrambi i casi un passo indietro per l’intero sistema Italia
Il nuovo patto di stabilità? Un freno agli investimenti. La versione di Tinagli
Conversazione con l’europarlamentare del Pd: “Le regole sui conti? Prevale il senso di una mancata opportunità e soprattutto i timori che questo nuovo assetto di fatto non sia sufficiente a far affrontare le sfide dei prossimi anni. Le nuove regole, essendo abbastanza stringenti anche per Paesi a medio debito, di fatto rischiano di frenare gli investimenti anche in quelle parti d’Europa che se li potrebbero permettere e che potrebbero trainare il resto del continente”
Il Pd, dopo Prodi, non è più un partito nazionale. La lettura del prof. Galli
“Credo che sia necessaria una rifondazione radicale della sinistra, magari con un cambio di nome, sicuramente con cambio di prospettiva politica e di personale politico: un’autentica rivoluzione che parta da un’idea, da un’analisi e dall’individuazione di bisogni sociali reali per leggere la società”. Conversazione con Carlo Galli, politologo, già professore di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Bologna