Il decreto del ministro Pichetto Fratin risponde alle esigenze di famiglie e imprese. Da pochi giorni è giunto al termine il meccanismo europeo di price cup, introdotto due anni fa nel mezzo della crisi energetica: dimostra che il picco della crisi energetica europea è passato. I numeri italiani sono al momento migliori di quelli europei, con stoccaggi al 62,7% a 125,44 TWh, corrispondenti al 18,61% del fabbisogno medio annuo
pricecup
Africa, Medio Oriente e Tap. I piani italiani ed europei per l'energia di domani
Il dibattito promosso a Roma da Withub è stata l’occasione per scucire la tela energetica lunga un anno, dall’inizio della guerra ad oggi, e ricucirla tenendo presente le politiche già avviate (come il raddoppio del Tap) e quelle da costruire rapidamente per evitare nuovi scenari di crisi. Presenti tra gli altri i ministri Tajani, Urso e Pichetto
Cosa cambia sul gas con il price cap? Dubbi e certezze secondo Nicolazzi
Conversazione con l’esperto e manager: “La Bce al contempo paventa che il price cap inneschi turbative finanziarie; e il direttore di Acer, l’agenzia europea per l’Energia che è coinvolta nella gestione del price cap, si dice ‘reluctant to rely on this gas price cap’ per contrastare le turbolenze di prezzo. Sembrerebbe di poter dire tutti insoddisfatti, tranne Consiglio e Commissione”
Price cap e decoupling, effetti collaterali sul gas. Gli scenari di Villafranca
“Grazie agli stoccaggi siamo messi meglio rispetto ad altri Paesi come la Germania, che in questi anni ha sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare sul gas, con il Nord Stream 1 prima e con il Nord Stream 2 dopo. Un cap si potrebbe mettere al prezzo dell’energia elettrica più che al gas. Ma poi la politica dovrà decidere chi sostenere e chi far pagare di più”. Le riflessioni dell’esperto Ispi