Il piano di Crosetto per creare un’arma cyber segna un passaggio chiave nella difesa nazionale, riconoscendo il cyberspazio come dominio operativo e avviando la costruzione di una struttura dedicata contro minacce ibride e digitali. Dalla necessità di 1.500 specialisti alla proposta di un’accademia militare, fino al tema della sovranità tecnologica. Intervista a Marco Braccioli, co-direttore Cybersec di Fondazione Icsa
Le guerre ibride rappresentano una forma di conflitto che utilizza la combinazione sinergica di strumenti asimmetrici come la disinformazione, la guerra economica, gli attacchi informatici e l’uso di attori non statali per destabilizzare un avversario, rimanendo al di sotto della soglia del conflitto dichiarato.
All’interno di questo paradigma si colloca la guerra cognitiva, il cui campo di battaglia è la mente umana. Qui l’obiettivo non è tanto distruggere infrastrutture o eserciti, quanto influenzare percezioni, decisioni e comportamenti, sfruttando i meccanismi psicologici e cognitivi della popolazione, dei leader e delle istituzioni, minando il capitale umano delle democrazie liberali.
Dalla disinformazione russa alla risposta europea. Anatomia di un duello cognitivo
Il confronto tra la macchina disinformativa del Cremlino e lo Scudo europeo per la Democrazia mette a confronto due modelli opposti. Da una parte, un ecosistema autocratico che usa l’informazione come leva di potere e trasforma la saturazione narrativa in arma strategica. Dall’altra un’architettura europea che costruisce la difesa sulla trasparenza, sulla cooperazione tra istituzioni e sull’idea che l’integrità del dibattito pubblico sia parte essenziale della sicurezza
L’Italia prepara la sua Arma cyber. Il piano Crosetto per la nuova Difesa
La Difesa italiana accelera sulla trasformazione digitale con un documento che riconosce il cyber come nuovo dominio operativo e prevede la nascita di un’Arma dedicata. L’iniziativa, voluta dal ministro Guido Crosetto, si accompagna a un disegno di legge per il riordino complessivo del comparto e mira a rafforzare le capacità di risposta alle minacce ibride, integrando l’Italia nel dibattito europeo sulla sicurezza cibernetica e cognitiva
Da Bruxelles arriva la difesa contro la guerra informativa. Ecco lo scudo democratico
L’Ue crea un centro di resilienza democratica per contrastare propaganda, interferenze e manipolazioni digitali. Uno scudo a difesa dell’informazione
Ecco la campagna di Mosca e Minsk contro l’Occidente
Il rapporto Agents of Chaos, pubblicato dalla Casimir Pulaski Foundation di Varsavia, descrive la strategia di lungo periodo condotta dalle agenzie russe e bielorusse, che mira a disgregare la coesione delle democrazie occidentali
Scudi sovrani e alleanze operative. La difesa di Canberra dalla minaccia ibrida permanente
Di fronte alle minacce ibride e cognitive, Canberra ha adottato un modello di difesa multi dominio fondato su tecnologie e infrastrutture sovrane, integrate con quelle dei Paesi partner. Un approccio organico, che unisce sinergie civile-militari e cooperazione pubblico-privato, pensato per aumentare resilienza, interoperabilità e deterrenza
Uno scudo contro le minacce ibride è possibile. Parla Lombardo (Azione)
Il senatore Marco Lombardo ha presentato un proposta di legge per istituire uno scudo democratico per tutelare i processi elettorali dalle interferenze straniere e dalle forme di guerra cognitiva che minacciano le istituzioni e la libera informazione. In cosa consisterà? Conversazione con il parlamentare di Azione
Consiglio Supremo di Difesa. L’Italia porta la guerra cognitiva sul tavolo della sicurezza nazionale
Il Quirinale pone al centro dell’agenda la resilienza cognitiva e la sicurezza epistemica del Paese. Il Consiglio supremo di Difesa valuterà le minacce ibride, le operazioni di manipolazione delle percezioni e di guerra cognitiva rivolte contro l’Italia e l’Europa
Ingegneria dell'influenza. Così si costruisce la manipolazione delle percezioni
Dalla psicologia cognitiva alla disinformazione, la manipolazione delle percezioni vuole catturare l’attenzione e orientare rabbia, confusione, dissenso e paura. Tra social network, canali televisivi e bolle di opinione, messaggi ripetuti e narrazioni emotive si intrecciano per modellare la percezione pubblica e ciò che la cittadinanza ritiene vero o possibile
Verso un Consiglio di sicurezza nazionale per le minacce ibride?
Le operazioni ostili ibride, condotte al di sotto della soglia della guerra convenzionale, stanno spostando il conflitto dal dominio militare a quello informativo, percettivo, emozionale. Per rispondere a un attacco che è insieme cognitivo, tecnologico e politico, occorre una struttura strategica permanente: un Consiglio di Sicurezza Nazionale sulle minacce ibride

















