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Cibo e ricostruzione per Gaza, così l'Italia lavora per la stabilità del Medio Oriente

Una postura, quella di Roma, che già con il progetto Food for Gaza era stata messa in chiaro. Non a caso l’Italia ha provveduto a nominare l’attuale rappresentante speciale presso la Fao, Bruno Archi, come inviato speciale per la ricostruzione a Gaza. Un ulteriore segnale di come l’Italia intende essere protagonista, in questa prima fase sul piano umanitario e a seguire nel dossier ricostruzione

Non solo firme. La giornata di Meloni in Egitto parte della ricostruzione di Gaza

Un apporto, quello italiano, particolarmente apprezzato dal presidente Trump che ha definito Meloni “una governante molto forte, sta facendo un bel lavoro”. L’occasione per Giorgia Meloni è stata utile anche per discutere con il Presidente dell’Egitto, Abdel Fattah Al Sisi di una serie di aspetti interconnessi al rilancio di un processo politico che conduca ad un quadro di pace: l’Italia ha da giocare in questo senso la carta del Piano Mattei, che tocca i confini fisici e politici della questione, non fosse altro perché lambisce quei paesi che confinano con l’area o questione

Gaza, che cosa farà l'Italia dopo la firma per la pace

Già nel recente passato i Carabinieri avevano lavorato fianco a fianco con la polizia palestinese, erano stati però richiamati nel 2023 per poi far rientro nel gennaio scorso con una mini delegazione e Rafah e Gerico per assicurare la formazione del personale locale. Un rapporto di fiducia, quindi, con territori e comunità

Il Columbus Day di Trump è il sigillo dell'unione tra Usa e Italia

Ripristinare le celebrazioni del Columbus Day segnala un più ampio sommovimento, che include non solo relazioni storiche o solide partnership commerciali, ma anche affinità personali tra leader, convergenze ideologiche sulle policies (come sul piano Gaza) e il fisiologico business

Diplomazia, non bandiere. L'accordo di Gaza spiegato da Scurria

Conversazione con il vicecapogruppo al Senato di FdI: “Le piazze pro Pal? Chiedevano una cosa che in realtà il governo stava già facendo in silenzio. La stabilità dell’intera regione mediorientale potrebbe essere garantita proprio da questo nuovo sforzo, nato dalla cooperazione di più Paesi. Meloni? Credibile perché giusta e sincera”

Gaza, così cresce il consenso per il piano Trump (con i Carabinieri sul campo)

Nel 1998 Blair lavorò ad un accordo di pace nell’Irlanda del Nord e dopo venne scelto come inviato di pace in Medio Oriente per la comunità internazionale. Il suo ruolo sarebbe di gestire in maniera operativa il “Consiglio per la Pace”, presieduto dallo stesso presidente degli Stati Uniti assieme ad altri leader “molto illustri” di altri Paesi e contando su una forza operativa sul territorio: qui entrerebbero in scena i Carabinieri italiani, che già in passato hanno dato ampie garanzie su terreni complessi simili (quindi non “offerti” da Roma, ma in qualche modo richiesti alla luce del loro background)

Mozione per Gaza in Parlamento, il Pd si astiene e converge sul Piano Trump

In occasione delle comunicazioni del ministro Tajani nei due rami del Parlamento, spicca la linea del Nazareno che di fatto isola le sinistre di Avs e M5s. L’obiettivo è, nel giorno dell’attacco alla sinagoga di Manchester, spingere sulla linea che porti ad una soluzione per Gaza. Il senatore del Pd Alfieri ha certificato la postura dei dem quando ha detto sul piano che “ora si apre uno spiraglio di pace, andiamo a sperimentarlo fino in fondo, senza dubbi”

L'Ue di domani? Secondo Meloni il banco di prova sono Gaza e Kyiv

Le parole di Giorgia Meloni al Consiglio europeo informale di Copenaghen toccano sia l’aggressività russa nei cieli europei che il tentativo di raggiungere una tregua a Gaza. L’Europa non può più farsi trovare impreparata

Piano Trump per Gaza, il filo italiano e la prospettiva nel Golfo

Il coinvolgimento di due attori primari come i Paesi del Golfo e il ruolo incarnato da Blair potrebbe rivelarsi un jolly vincente. Non a caso il governo di Roma dialoga con entrambi da tempo, sia per allargare sistematicamente il proprio raggio di azione sia per essere ben presente nei tavoli che contano

Che succede (anche alla Nato) se Trump vende gli F35 alla Turchia?

Incontrando il presidente turco alla Casa Bianca, Trump non chiude agli F35 per la Turchia: ma in cambio vuole che Ankara non acquisti più petrolio e gas naturale dalla Russia. I rischi e vantaggi dall’offerta Usa si mescolano alle dinamiche regionali ed euromediterranee, che investono sia Grecia e Cipro, ma anche il versante libico e siriano

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