“Meloni ha spiazzato tutti i detrattori con una posizione pragmatica nei fronti di crisi e fortemente improntata a un occidentalismo non ricurvo su se stesso, ma autorevole e identitario”. Conversazione con l’esperto diplomatico Gabriele Checchia, a tre anni dalla nascita del governo Meloni. Un bilancio sulla sua politica estera e la postura internazionale di Roma
Ue
Tre anni di politica estera del governo Meloni. Risultati e obiettivi
Dalla nuova relazione con la Cina depurata della zavorra Via della Seta, al protagonismo in Ue e Nato; dalla special relationship con la Casa Bianca e l’Indopacifico, fino al Piano Mattei e alla centralità nella riunificazione balcanica, passando da aree mai battute prima come Asia centrale e America Latina. Che cosa ha fatto il governo Meloni sul piano internazionale
Usa e Ue unite, solo così per Meloni si ferma la guerra in Ucraina
Il tema delle armi a lungo raggio è stato al centro del vertice londinese in cui la Gran Bretagna si è impegnata a consegnare all’Ucraina altri missili entro l’inverno e la Francia a mandare altri caccia Mirage. Secondo Bloomberg Roma potrebbe inviare, tramite il dodicesimo pacchetto di aiuti militari, i sistemi di difesa aerea SAMP /T
Asset russi e immigrazione. La giornata di Meloni al Consiglio Ue
La prima giornata del Consiglio europeo si è concentrata sulle discussioni belliche e sui riflessi geopolitici delle ultime decisioni di Trump, dopo che un nuovo vertice con Putin è stato annullato. Meloni ha colto l’occasione per riunire il gruppo di leaders sull’immigrazione, dando appuntamento a Roma per il prossimo 5 novembre. Il nodo Belgio sugli asset e le richieste di Kyiv
Processo di Berlino, le promesse rischiano di essere più dei fatti
Al di là delle parole di Starmer e Tajani, che confermano la positiva postura europea verso la cosiddetta “riunificazione balcanica”, i fronti di crisi restano acuti. Il riferimento è alla polveriera Serbia-Kosovo pronta ad esplodere nuovamente
Quali proposte porterà Meloni al Consiglio europeo
In occasione delle comunicazioni al Parlamento della presidente del Consiglio, spicca la postura italiana sulle sanzioni russe, sul coinvolgimento dei Carabinieri a Gaza e sulla contrarietà alla transizione ecologica di Timmermans che può essere controbattuta per preservare l’industria e i livelli occupazionali del nostro Paese
Risoluzione Gcap, il caccia che mette d'accordo tutti (o quasi)
Il vicepresidente della Commissione esteri/difesa del Senato, Roberto Menia: “Il nuovo caccia di sesta generazione non è solo un caccia, ma un sistema di sistemi, che comprende la partecipazione della rete delle Pmi innovative, delle università e dei centri di ricerca. Insomma, tutto il sistema Italia più avanzato”
Meloni ha capito come far navigare l'Italia. La versione di Pombeni
“In primis non c’è opposizione, cioè non c’è un’alternativa vera”, spiega il politologo a Formiche.net, oggi che l’esecutivo guidato da Meloni diventa il terzo più duraturo della storia della Repubblica. Secondo Pombeni, “il governo è stato abile nel navigare, comprendendo che c’era davvero poco da scherzare sul piano finanziario e quindi si è sforzato di evitare che i disastri fatti prima potessero continuare e peggiorare nella gestione delle cose”
Cibo e ricostruzione per Gaza, così l'Italia lavora per la stabilità del Medio Oriente
Una postura, quella di Roma, che già con il progetto Food for Gaza era stata messa in chiaro. Non a caso l’Italia ha provveduto a nominare l’attuale rappresentante speciale presso la Fao, Bruno Archi, come inviato speciale per la ricostruzione a Gaza. Un ulteriore segnale di come l’Italia intende essere protagonista, in questa prima fase sul piano umanitario e a seguire nel dossier ricostruzione
Cina e Russia fuori dai Balcani? Bruxelles scommette sul piano crescita
Il tour di von der Leyen in alcuni Paesi del costone balcanico è indicativo dell’attivismo europeo in chiave “riunificazione”, iniziativa in cui l’Italia sta giocando un ruolo primario con le costanti interlocuzioni del governo Meloni in quei Paesi. Ma serve un passo in più. I casi di Montenegro e Bosnia
















