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Missili anticarro dagli Usa al Kosovo. Cosa succede (ancora) con la Serbia

Nella regione sono fino ad oggi stati disinnescati i possibili ulteriori fronti di crisi, dal momento che le guerre a Kyiv e Gaza monopolizzano l’attenzione geopolitica dell’Occidente. Gli Stati Uniti confermano la richiesta di Pristina di missili anticarro, mentre Belgrado si dice “delusa”

Istanbul, Tokyo, Bruxelles. Calovini spiega il G7 di Meloni

Conversazione con il parlamentare di FdI, membro della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare della Nato: “Gli aiuti a Kyiv? Non dovranno mai mancare e non faremo un passo indietro su valori non negoziabili, come il diritto internazionale”. La Via della seta? “Bene esserne usciti, ora lavoriamo su come aumentare le relazioni commerciali con Pechino”

CO2, tassare per competere. La svolta europea e l’impatto sul mondo

Chi esporta verso l’Unione europea ha appena iniziato a comunicare le emissioni dietro ai propri prodotti. È un passo cruciale per l’avvio della tassa Ue di adeguamento del carbonio alla frontiera. Il suo arrivo ha fatto irrigidire partner e rivali, ma sta anche iniziando a cambiare le carte in tavola e avvicinare la prospettiva di un mercato globale delle emissioni

L'Ue chiede (anche) il contributo delle aziende per salvaguardare il mercato digitale

La commissaria Margrethe Vestager ha lanciato due iniziative per coinvolgere tutte le parti che lavorano nel mondo tecnologico, chiedendo il loro parere per migliorare le storture nel sistema. Si tratta dell’ennesima presa di coscienza da parte di Bruxelles sulla crucialità del momento. Ma un altro progetto che guarda al futuro è stato promosso in Italia grazie al think tank Aware

Francia e Germania in affanno, e se la stabilità europea si chiamasse Italia?

In Ue praticamente solo l’Italia ha una parvenza e una sostanza di stabilità politica, che si riflette positivamente sui mercati e sul gioco di alleanze e partnership. Il 2024 si apre con una serie di sfide altamente complesse e dalla difficile gestione ma che, al contempo, rappresentano una opportunità oggettiva per Giorgia Meloni: la presidenza italiana del G7 può essere laboratorio dove sperimentare modelli di azione e intuizioni strategiche, come il Piano Mattei

Michel lascia il consiglio e certifica la fine della maggioranza. La sferzata di Bonfrisco

Per il futuro, spiega l’eurodeputata leghista, “la speranza è una maggioranza di centrodestra, che possa esercitare una guida dell’Unione europea in sintonia con le aspettative dei cittadini europei”. Le dimissioni del presidente del Consiglio Ue sono la dimostrazione della fine dell’alleanza tra popolari e socialisti

La battaglia del cognac. Pechino risponde all'indagine Ue sulle auto elettriche

La Cina annuncia un’indagine anti-dumping sui liquori tipicamente francesi, un avvertimento non troppo velato all’Europa in generale e a Parigi (protagonista nell’avvio dell’indagine europea sull’inondazione di veicoli elettrici cinesi) in particolare. Il copione di Xi è il solito: modulare la pressione economica per fini politici

Da Delors a Meloni. La nuova Ue passa anche per l'Italia

Tajani da Parigi e il premier ieri alla Camera portano avanti il tema europeo nella consapevolezza che l’Ue deve cambiare passo, se vorrà essere all’altezza delle nuove sfide globali: non solo le due guerre, ma il cambiamento climatico, la gestione dell’intelligenza artificiale, la difesa comune e l’energia

Dall'Africa ai Balcani. I consigli di Minuto Rizzo per il G7 italiano

“L’Italia ha l’opportunità di spingere sull’Africa dove il discorso del Piano Mattei è molto interessante, perché va al di là dell’emigrazione e degli sbarchi: il continente africano è formato da più di 50 Paesi dove si sta verificando la corsa delle grandi potenze per avere più influenza, Cina e Wagner in primis”. Conversazione con l’ambasciatore e presidente della Nato Defense College Foundation, Alessandro Minuto Rizzo

Niente troika né altri bonus, ma più Nato e nuova Ue. Il 2023 di Giorgia Meloni

La mossa politica dei conservatori italiani è stata quella di togliere argomenti ai detrattori, interni ed esterni: niente spese pazze, bilancio accorto, rafforzamento degli impegni atlantisti e pungolo ai vertici europei per riformare una macchina a cui servono più cilindri. Il modello Tunisia e Albania è il futuro degli accordi

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