“L’Italia manterrà fede all’impegno preso con l’Onu, ma nel passato l’occidente ha peccato di miopia geopolitica. La dinamicità della Turchia in tutto il Medio Oriente, in tutto il Nord Africa e tutto il Corno d’Africa è molto spesso sottovalutata. Nel contesto diplomatico attuale manca un Kissinger”. Conversazione con il pluriesperto di scenari altamente complessi come quello jugoslavo, libanese e mediorientale che prova a spiegare la contromossa europea nel conflitto a Gaza
Ue
La guerra di Gaza apre la strada a Pechino per il gas di Cipro. Ecco perché
Il fronte bellico ha superato, per priorità, il tema energetico legato al gasdotto EastMed. Per cui andrebbe aperta una riflessione a più cervelli (quindi con i nuovi vertici europei) sul modus con cui andrebbero coinvolti altri partner esterni, come ad esempio Cosco, che sì gestisce il porto greco del Pireo, ma che ha interessi geopolitici conflittuali se non concorrenti con i Paesi europei partecipanti
Come sarà l’architettura finanziaria per supportare l’attuazione del Piano Mattei
Non risorse già stanziate, ma una vera e propria architrave finanziaria. Tecnicamente il GRAf si somma al Plafond Africa, previsto dal D.L. 89/2024 del 29 giugno scorso, che consente a Cassa depositi e prestiti di elargire finanziamenti, per un massimo di 500 milioni di euro, a valere sulle risorse proprie, a sostegno di imprese che operano in Africa per supportare i progetti promossi nell’ambito del Piano Mattei
Sostegno a Gaza, anche militare. Cosa significano le parole di Erdogan
Il presidente turco ha parlato di un possibile sostegno militare ai palestinesi, e sebbene resti per ora una provocazione – come altre già fatte in passato – cosa succederebbe se dovesse accadere? La Turchia, infatti, è membro della Nato…
Commercio e politica su due piani diversi. La visita di Meloni in Cina secondo Cangelosi
Il viaggio della premier analizzato dall’ambasciatore, già consigliere diplomatico del presidente Giorgio Napolitano: “È importante che ci sia stata questa visita e che si stia cercando di colmare un gap commerciale che si era accentuato subito dopo lo strappo della Via della Seta. Si tratta di ricucire e di ritrovare delle strade di cooperazione e seguendo la formula che ormai è adottata nel mondo occidentale”
Incontri a Pechino, cosa si sono detti Giorgia Meloni e Xi Jinping
Mantenere il canale aperto, dopo l’uscita dell’Italia dal memorandum della Via della Seta, così come fatto da altri stati membri dell’Ue che vantano buone relazioni commerciali con il Dragone senza per questo essere stati accomunati da un memorandum ad hoc. Secondo la premier, poi, “c’è un’insicurezza crescente a livello internazionale” e la Cina è un interlocutore inevitabile “per ragionare insieme su come garantire stabilità, pace, un interscambio libero”
Italia e Cina, ripartire dalle parole di Mattarella. Parla Quartapelle (Pd)
“Credo che si debba ripartire da quello che ha detto il presidente Mattarella ricevendo Xi Jinping nell’anno del Memorandum: vicini ma nell’ambito della strategia tracciata dall’Ue, tenendo fermi tre valori: trasparenza, sicurezza, equità”. Conversazione con la deputate dem Lia Quartapelle sul viaggio di Meloni in Cina
Europa e Asia centrale sempre più vicine. Ecco come
Appare di tutta evidenza che, dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina in poi, si è resa urgente una rotta alternativa per le merci che dall’Asia devono giungere in Europa…
Corretto incontrare la Cina, per commercio e dialogo globale. Parla Calovini
Meloni ha riposizionato l’Italia in quella che è la tradizionale politica estera dal dopoguerra in poi. Dopodiché siamo perfettamente consapevoli che la Cina è un interlocutore. È oggettivamente un mercato con potenzialità importanti, ma è un mercato che oggi rappresenta percentuali minime di export italiano a fronte invece di percentuali potenziali estremamente importanti. Conversazione con il deputato di FdI, membro della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare della Nato
Perché la scelta di Stoltenberg non impedirà la nomina per Roma. Parla Gambino (FdI)
Intervista al neo vicepresidente della commissione esteri del Parlamento europeo: “Era stata proprio Giorgia Meloni in molteplici occasioni, come il G7 in Puglia e il vertice Nato di Washington, a richiamare l’attenzione sul fronte Sud, su cui la Nato avrebbe dovuto inviare un messaggio di unità e capacità di adattamento a un mondo che, evidentemente, sta cambiando a un ritmo serrato. Fronte Sud significa molti temi interconnessi: ma il comun denominatore può essere l’Italia”