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Berlusconi a Bologna, che si dice tra i berlusconiani

Per i tanti che nel centrodestra si dicono già sicuri che Silvio Berlusconi andando sul palco della Lega a Bologna domenica 8 novembre si ridurrà a fare il comprimario di Matteo Salvini, se non “la mascotte”, come dice Raffaele Fitto, il copione sarebbe già scritto: il Cav va a incoronare il leader leghista.

Proviamo a rovesciare le parti: cosa rischia invece all’opposto Salvini? Se la faccenda la si affronta facendo paragoni tra i voti presi dalla Lega e quelli di Forza Italia è chiaro che l’altro Matteo non rischia un bel niente, anzi ci guadagna. Ma quella di Bologna sarà lo stesso una sfida anche per lui. Una sfida, di fatto, tra due uomini, due leadership: il carisma di Berlusconi da un lato, le sue doti di gran comunicatore e showman, la sua capacità non solo di urlare e indignarsi ma anche quella di suscitare contagiose risate e simpatia; dall’altro lato, la grinta, la determinazione, la notevole capacità mediatica, espresse in modo più ruvido e meno allegro del giovane Salvini. La piazza sarà tutta sua, tutta “padana”. La macchina organizzativa leghista farà arrivare 700 pullman per riempire la fatidica piazza Maggiore di Bologna.

Ma è un fatto che Berlusconi con la “drammatizzazione” che ha dato alla sua partecipazione, un giorno negata e l’altro confermata, in un sali e scendi che ha tenuto sulla corda il quartier generale leghista, chissà se solo casuale o anche intenzionale, ha già caratterizzato la manifestazione di Bologna come una sorta di “No Silvio, no party”. Davvero, andando lì conclude “la sua parabola”, come ha detto Giuliano Ferrara?

Il rischio per Forza Italia è altissimo. Ma, come raccontano fedelissimi del Cav, “se lui decide di andare è perché si sente in forma e vuole conquistare quella piazza”. Berlusconi avrebbe fatto in privato una battuta giorni fa che la dice lunga sui suoi propositi: “Mi sa che è meglio che non vada sennò faccio sfigurare Salvini…”. Scherzava, ma non troppo. Visto che la scelta con i suoi l’avrebbe motivata così: “Vado per avere quella piazza, vado per federare di nuovo il centrodestra”.

Certo, non è più il Berlusconi del predellino del 2008 o quello che mise tutti insieme nella Casa delle Libertà e prima ancora nel Polo della libertà. Ma a Salvini preme lo stesso sottolineare a poche ore dalla kermesse che “non sarà una riedizione del Polo”. Come dire: non sarà Berlusconi a comandarci. E però sembra il suo un mettere le mani avanti. Berlusconi avrebbe fatto smobiltare i pullman di Fi che dovevano partire da altre Regioni, per rispetto di una manifestazione che è tutta leghista. Ci saranno militanti azzurri dell’Emilia. E soprattutto ci sarà lui, il Cav che di fronte a una piazza piena, anche se non del suo partito oggi in difficoltà, non sa resistere.

Ai suoi, refrattari alla partecipazione, ha detto: “Ho preso una decisione di testa e di pancia”. Quella di creare sul palco il set del confronto tra due leadership e cercare di dimostrare ancora una volta, proprio nella rossa Bologna, che lui (e non Salvini) può conquistare i moderati ed essere di nuovo il federatore di tutto il centrodestra. Ci riuscirà? La partita è ad altissimo rischio. Sarebbe curioso magari vedere i due a look rovesciati: Salvini in camicia bianca, come ha detto che forse farà, e Berlusconi in girocollo blu come di solito veste di domenica. Maurizio Gasparri ha evocato il rischio che Berlusconi faccia la parte, certo brillante, ma sempre una parte, di Monica Bellucci, cinquantenne, anche se ancora bellissima, nell’ultimo film di James Bond. Ma si potrebbe fare anche un altro paragone di genere musicale: ce la vedete Madonna fare da comprimaria a un concerto di Lady Gaga?


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