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Chi frena e chi no sui militari 007 anti Isis

Militari 007 contro Isis, una misura sempre più vicina? Il governo – secondo la ricostruzione di Formiche.net – sembrerebbe ormai convinto dell’opportunità di inserire, nel decreto legge missioni discusso lunedì alla Camera, la proposta del senatore del Pd Nicola Latorre (presidente della Commissione Difesa di Palazzo Madama) per dare alla presidenza del Consiglio la possibilità di trasformare in agente dei Servizi – temporaneamente e per una missione specifica – chi fa parte dei reparti speciali delle Forze armate. Il decreto, che potrebbe essere licenziato in un paio di giorni, aumenta lo stanziamento per alcune missioni, compresa quella anti Isis in Iraq (dove il contingente italiano sarà incrementato ​da 580 a 750 unità), e dà più soldi anche al comparto intelligence (si parla di 20 milioni di euro). Ma la vera novità potrebbe essere questa.

LE PAROLE DI LATORRE

“In virtù dei drammatici avvenimenti di Parigi – ha spiegato ieri Latorre, che ha inviato una lettera al presidente del gruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato – è necessario rafforzare le misure di sicurezza nel nostro Paese. Per questo, visto che la legge quadro sulle missioni internazionali che il Senato ha già approvato in prima lettura il 15 settembre scorso avrà tempi verosimilmente più lenti del decreto di proroga delle missioni attualmente all’esame della Camera, ho chiesto al presidente Rosato di inserirvi l’emendamento che riguarda l’utilizzo delle forze speciali da parte dei servizi di intelligence”. “Emendamento – aggiunge il senatore dem – che è stato già approvato dalle commissioni al Senato. Penso sia una risposta doverosa e necessaria rispetto agli ultimi atti di terrorismo”.

LA VALUTAZIONE POLITICA

Parole su cui Palazzo Chigi ha riflettuto e, sostengono fonti parlamentari, avrebbe espresso il proprio parere positivo, dopo aver raccolto anche la valutazione dell’autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica Marco Minniti. Così l’emendamento di Latorre potrà contare sulla “corsia preferenziale” del decreto legge. Una scelta che il proponente ritiene resa necessaria e più urgente dai recenti fatti di Parigi e da quelli, non meno allarmanti, di ieri a Berlino. “La misura – rimarca Andrea Causin (Area Popolare, Commissione Difesa), uno dei relatori dell’emendamento a Montecitorio assieme ad Andrea Romano (Pd, Commissione Affari Esteri) – nasce dalla consapevolezza che, soprattutto all’estero, potrebbero non essere necessarie le capacità di cui disponiamo al momento e che affiancare unità speciali delle Forze armate all’intelligence possa essere molto utile”.

IL RUOLO DEL COPASIR

A decidere di questa sorta di “immunità” temporanea, come detto, sarà la presidenza del Consiglio, ma sotto la “vigilanza” del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, il Copasir, che dovrà esserne informato preventivamente. Il comitato in tutta la sua interezza (o quasi), spiegano fonti interne, ritiene positivo l’emendamento, che nei mesi ha subito anche alcune modifiche proposte dall’organismo con cui la politica controlla e gestisce i servizi segreti.

LA POSIZIONE DEL M5S

Condivisione anche del Movimento 5 Stelle che, dopo i dubbi iniziali, prova a lavorare con le altre forze parlamentari per decidere in modo unitario. “Capiamo il momento delicato – spiega Angelo Tofalo, deputato e componente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica – e stiamo lavorando costruttivamente con il governo per trovare una soluzione condivisa. Alcune migliorie vanno necessariamente fatte, ma sono certo che giungeremo ad una rapida convergenza per avere strumenti efficaci e chiari”.

L’OPINIONE DEI MILITARI

Soddisfazione arriverebbe invece da ambienti militari. Come aveva spiegato a questa testata l’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Leonardo Tricarico, la proposta del senatore del Pd è benvenuta, perché potrebbe sanare alcune lacune dei nostri Servizi. “Dopo molti anni in cui s’è puntato a una crescita dell’aspetto tecnologico dell’intelligence – grazie a computer, modelli matematici, apparati Sigint (signal intelligence) – oggi questa norma consentirà di ricreare il necessario equilibrio con l’aspetto umano dell’intelligence, la cosiddetta Humint”.

COSA PENSANO GLI OO7

Ambienti vicini all’intelligence, come aveva già scritto Formiche.net, sottolineano invece che tra gli 007 serpeggerebbe qualche perplessità. Ad essere poco chiari sarebbero in particolare alcuni aspetti relativi alla catena di comando, agli obiettivi e alle prerogative degli “agenti a tempo”. In parole povere non si capirebbe se, una volta assegnati ai Servizi e limitatamente alla durata della missione, i militari diranno addio del tutto alla gerarchia a cui facevano riferimento fino ad allora; se perderanno o meno alcuni poteri di cui gli agenti dei Servizi non dispongono (come quello di usare un’arma) e se si dedicheranno solo al lavoro degli 007, cioè raccogliere informazioni, o se i loro compiti si estenderanno ad altro, creando potenziali corto circuiti.

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