Quando un governo deve nominare i vertici della sicurezza e delle Forze armate le fibrillazioni sono all’ordine del giorno. Quando il caso vuole che gli incarichi in scadenza siano parecchi e coincidano, per di più, con un’inchiesta come quella di Potenza che vede tra gli indagati il capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, le fibrillazioni e i tentativi dei candidati di avere un adeguato supporto politico si moltiplicano.
Il Consiglio dei ministri ha nominato il 21 marzo il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, generale Enzo Vecciarelli, nello stesso giorno in cui il generale Pasquale Preziosa, uscente, compiva 63 anni e andava in pensione. Decisione sul filo di lana che per le prossime nomine, per fortuna, non si ripeterà. Nonostante l’inchiesta di Potenza lo coinvolga pesantemente, e pur nel diritto di ritenersi innocente fino a condanna definitiva, De Giorgi non ha intenzione di dimettersi come un militare dovrebbe fare per atavico rispetto della divisa: andando in pensione in giugno, aspetterà uno dei prossimi Consigli dei ministri per conoscere il suo successore che probabilmente sarà l’ammiraglio Valter Girardelli, 61 anni a luglio, oggi capo di gabinetto del ministro della Difesa, Roberta Pinotti.
E’ probabile che il governo approverà nella stessa seduta tutte le nomine. Il 24 maggio il comandante della Guardia di Finanza, generale Saverio Capolupo, compirà 65 anni e andrà in pensione. Crescono sempre di più le quotazioni del generale Giorgio Toschi, oggi comandante in seconda, su cui punta chiaramente il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. A giugno, invece, andrà in pensione il capo della Polizia, prefetto Alessandro Pansa: come Formiche.net ha già scritto, il candidato più forte (se non l’unico, vero candidato) resta il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, rispetto ai prefetti Francesco Paolo Tronca, commissario del Campidoglio, e Luciana Lamorgese, capo di gabinetto del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che andranno in pensione rispettivamente tra uno e due anni.
Più complessa la partita ai servizi segreti. A maggio terminerà il primo mandato dell’ambasciatore Giampiero Massolo come direttore del Dis. Massolo è l’unico non in età di pensione visto che compirà 62 anni in ottobre e dovrebbe essere confermato sia per il buon lavoro svolto sia per dare un minimo di continuità a un comparto così delicato mentre si combatte il terrorismo. Infine, a giugno andrà in pensione il direttore dell’Aisi (l’Agenzia interna), il generale dei carabinieri Arturo Esposito. I pretendenti sono diversi, a cominciare dagli attuali vice: il generale di divisione dei carabinieri Mario Parente, già comandante del Ros, e il generale di corpo d’armata della Finanza Vincenzo Delle Femmine, entrambi nominati meno di un anno fa. Difficile fare previsioni: qualcuno sostiene che, se dovesse farcela Delle Femmine, Parente non resterebbe a fargli da vice e potrebbe invece andare a ricoprire l’incarico di vicedirettore del Dis.
Nel complicato giro di poltrone, inoltre, non è escluso che per un posto di vicedirettore vengano presi in considerazione due quotati dirigenti dei Servizi come Enrico Savio, capo di gabinetto di Massolo, e Bruno Valensise. E’ molto difficile fare previsioni anche sul futuro di Alberto Manenti, direttore dell’Aise (l’Agenzia esterna), che avrebbe altri due anni di mandato essendo stato nominato il 24 aprile 2014. Manenti, 64 anni, ufficiale dell’Esercito in servizio all’intelligence dal 1980, negli ultimi tempi ha avuto alti e bassi con il governo. Potrebbe restare dov’è o avere un altro incarico: l’ultima parola, più che per altri casi, spetterà a Renzi.
Infine, è possibile che nel pacchetto di nomine che sarà all’ordine del giorno di uno dei prossimi Consigli ci sarà quella del successore di Federica Guidi al ministero per lo Sviluppo economico: un nome che resta in auge è quello di Mauro Moretti, amministratore delegato della Finmeccanica.