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Ecco come Germania e Olanda sono state sconfitte all’Ecofin sui titoli di Stato

Almeno 13 governi hanno contrastato la posizione della Germania, sostenuta anche da Olanda, Danimarca e Svezia, per porre un limite all’ammontare dei titoli di Stato nel portafoglio delle banche.

I RISULTATI DELL’ECOFIN INFORMALE

E‘ questo il risultato sul tema che è stato registrato nella riunione Ecofin ieri ad Amsterdam. Ha dunque subito uno stop la volontà del governo tedesco di far approvare prima il suddetto tetto rispetto alla garanzia unica per i depositi bancari. Ha vinto dunque la linea di chi intende far discutere e approvare la norma al Comitato di Basilea delle banche centrali.

COSA HA DETTO VISCO

Anche il Governatore della Banca d’Italia Vincenzo Visco ad Amsterdam ha appoggiato il ricorso a Basilea per valutare i rischi dei titoli di Stato delle banche e ha sottolineato il problema delle maxi esposizioni sui derivati, pur rassicurando sulla vigilanza della Bce.

LE MIRE TEDESCHE E L’AVALLO OLANDESE

A inserire in agenda il debito sovrano negli istituti di credito è stato il presidente di turno olandese dell’Ecofin e numero uno dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, con l’appoggio del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. A Berlino vorrebbero condizionare l’impegno a varare la Garanzia comune sui depositi (terzo e ultimo pilastro dell’Unione bancaria) alla riduzione dei rischi sui titoli di Stato detenuti dalle banche. Vari Paesi sospettano però un interesse dilatorio di Berlino. «Non mi pare ci sia una posizione comune», ha commentato Visco, indicando le due diverse linee, che hanno visto «Germania, Olanda e Finlandia» quasi isolate.

LE PAROLE DI GUALTIERI

«Almeno 13 ministri dell’Ecofin si sono pronunciati a favore del fatto che, sul trattamento delle esposizioni delle banche al debito sovrano occorre muoversi all’interno del contesto di Basilea, non fuori e non prima», ha dichiarato l’eurodeputato del Pd Roberto Gualtieri, invitato all’Ecofin in quanto presidente della commissione Economia dell’Europarlamento. “In più – ha scritto Danilo Taino del Corriere della Sera – Dijsselbloem è stato contestato perché, quando ha visto in minoranza la linea tedesca, ha tagliato gli ultimi interventi di ministri schierati per la soluzione Basilea”.

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