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Roma, ecco come i popolari si sono sparpagliati fra Giachetti, Marchini e Meloni

Beatrice Lorenzin, la figlia

Incapaci di esprimere un nome unico e di fare sintesi politica, alle prossime elezioni di Roma i popolari si presentano divisi. Disgregati e dispersi, in coalizioni diverse, a sostegno di candidati tra loro distanti anche per convinzioni politiche e proposte concrete. Addirittura quattro dei cinque principali candidati sindaco – esclusa Virginia Raggi – possono contare su una lista che può definirsi popolare o, comunque, nella quale sono inserite personalità direttamente provenienti da quella esperienza politica. Il ministro dell’Interno e leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano ha però promesso – oggi in un’intervista al Corriere della Sera – che dopo le amministrative e il referendum costituzionale “nascerà un nuovo movimento politico di impronta liberale e popolare che andrà oltre Ncd e punterà a rappresentare quei milioni di italiani che non vogliono votare Pd ma che non accettano la leadership di Salvini“. Vediamo ora che cosa sta succedendo in particolare a Roma in vista delle elezioni comunali del 5 giugno.

LA ROTTURA IN AREA POPOLARE

La rottura più fragorosa è quella che si è registrata in Area Popolare, il gruppo parlamentare nato nel dicembre 2014 all’interno del quale sono confluiti deputati e senatori del Nuovo Centrodestra e dell’Udc. Alle amministrative le forze che hanno dato vita ad Area Popolare si sono infatti schierate in ordine sparso, in alcuni casi con scelte di tipo diverso anche all’interno degli stessi partiti di provenienza. “Area Popolare a livello nazionale è morta perché era una operazione esclusivamente di vertice“, ha commentato ad esempio qualche settimana fa il vicesegretario dell’Udc Giuseppe De Mita. E proprio l’Udc a Roma si è divisa tra chi appoggia la candidatura Roberto Giachetti e chi, invece, quella di Alfio Marchini.

I DEMOCRATICI E POPOLARI PER GIACHETTI

Il segretario Udc Lorenzo Cesa ha scelto di sostenere la corsa a sindaco del candidato del Partito Democratico. Un appoggio che si è concretizzato nella lista “Più Roma” dei “democratici e popolari per Giachetti“, costruita insieme ad altre personalità politiche di provenienza popolare. Il coordinatore infatti è l’ex Margherita Lucio D’Ubaldo mentre a dar vita alla lista – oltre a Cesa – sono stati il leader di Centro Democratico Bruno Tabacci, un rutelliano di ferro particolarmente influente a Roma come Riccardo Milana e il deputato ed ex presidente della provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai. Un’esperienza cui guarda con favore anche la Comunità di Sant’Egidio di Andrea Riccardi e Mario Marazziti. La capolista è Maria Fida Moro, figlia primogenita di Aldo Moro e ne fa parte poi, tra gli altri, l’esponente di Centro Democratico e sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, già in corsa per le primarie romane del centrosinistra dello scorso marzo (qui le sue proposte per il Campidoglio). In quota Udc si possono segnalare i nomi della giornalista Rai Anna Scalfati, dell’ex consigliere capitolino ai tempi di Gianni Alemanno sindaco Rocco Belfronte e di Federico Bertucci. Zeinad Ahmed – cittadina italiana di origini somale – collabora invece con la Comunità di Sant’Egidio mentre Vincenzo Vecchio è considerato molto vicino a Milana. Desta poi curiosità la candidatura di Lodovico Ruggieri Pecci, pronipote di Papa Leone XIII. In questa lista trovano spazio anche due candidati riconducibili al movimento Ala di Denis Verdini (qui le sue strategie a supporto di Matteo Renzi e qui un’intervista al suo braccio destro Vincenzo D’Anna). Si tratta di Maria Grazia Calascibetta e di Francesco Romeo: quest’ultimo – un cardiologo del Policlinico Tor Vergata – nei giorni scorsi ha organizzato un appuntamento pubblico a Roma al quale hanno partecipato i deputati di Ala Ignazio Abrignani, Giuseppe Galati e Francesco Saverio Romano, ministro dell’Agricoltura ai tempi dell’ultimo governo di Silvio Berlusconi.

I POPOLARI PER MARCHINI

Si chiama invece Roma Popolare la lista di sostegno alla candidatura di Marchini di cui si è occupata in particolare il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Il capolista è l’ex senatore del Popolo della Libertà Stefano De Lillo, fratello del consigliere regionale Fabio De Lillo, assessore all’Ambiente nei primi anni di Alemanno in Campidoglio. Tra gli altri c’è Michelangelo Chinni, già coordinatore romano dei giovani del Popolo della Libertà e consigliere in XIII municipio. In corsa c’è anche Dario Antoniozzi: Suo nonno – anche lui di nome Dario – è stato due volte ministro con la Democrazia Cristiana e poi membro del Parlamento europeo dov’è ritenuto uno dei fondatori del gruppo del PPE. Suo zio, invece, – Alfredo Antoniozzi – è stato capogruppo della Dc in Consiglio Regionale del Lazio, poi europarlamentare per Forza Italia e Pdl e assessore alla Casa in Campidoglio con Alemanno. Da citare, inoltre, anche Mariagrazia Melfi: qualche giorno fa ha organizzato un appuntamento elettorale a Roma a cui hanno partecipato alcuni esponenti di primo piano del popolarismo che sostengono Marchini. C’erano – oltre a Lorenzin – anche Paola Binetti, Rocco Buttiglione (qui una sua recente intervista a Formiche.net) e Pier Ferdinando Casini. Tra i nomi da segnalare c’è anche Luciano Ciocchetti, già deputato con l’Udc e assessore all’Urbanistica con Renata Polverini, oggi rappresentante romano di Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto. Non si candida personalmente ma due persone a lui vicine – gli uscenti Ignazio Cozzoli e Francesca Barbato – sono presenti direttamente nella lista principale di Marchini.

I POPOLARI PER L’ITALIA

Discorso a parte va fatto, poi, per i Popolari per l’Italia, la formazione politica creata dall’ex ministro della Difesa Mario Mauro nell’autunno del 2013, all’indomani della sua uscita da Scelta Civica nelle cui file era stato eletto senatore. Creata ma poi abbandonata nel giugno di un anno fa. Mauro sostiene Giorgia Meloni mentre il vicepresidente di Popolari per l’Italia Potito Salatto – ex europarlamentare e già consigliere regionale – appoggia, invece, Marchini. Il braccio destro di Salatto – Antonfrancesco Venturini – è infatti candidato come indipendente nella lista di Forza Italia a supporto dell’imprenditore romano. Come detto, invece, Mauro ha fatto una scelta diversa e con la lista Federazione Popolare ha deciso di schierarsi con la leader di Fratelli d’Italia. Il capolista è Giuseppe Cossiga, figlio dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, con un passato da deputato in Forza Italia e da sottosegretario alla Difesa con Ignazio La Russa ministro, poi fuoriuscito dal Pdl insieme a Guido Crosetto.

I POPOLARI CON FASSINA

Il candidato di Sinistra Italiana Stefano Fassina non può contare su una lista che può definirsi popolare. Tuttavia – all’interno della sua civica – non mancano comunque personalità con una storia popolare. Certamente ce l’ha il capolista Michele Dau: fondatore della Caritas insieme a don Luigi Di Liegro, segretario nazionale della Lega dei cattolici democratici con Pietro Scoppola e capo di gabinetto del Senato durante il secondo governo di Romano Prodi, quando a presiedere Palazzo Madama c’era Franco Marini. Vicino a Scoppola è stato anche Massimo Marnetto, in passato aderente al gruppo dei cittadini per l’Ulivo.

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