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La deportazione degli insegnanti al Nord è una bufala vergognosa

L’ultima trovata della malafede italiota consiste nel grido di dolore per la ‘”deportazione” degli insegnanti, che sarebbero costretti ad abbandonare le famiglie per compiere il “cammino della speranza” verso l’assegnazione di una cattedra stabile e di un posto fisso lungamente agognato. Il fatto è – lo ricorda sul Corriere della Sera un giornalista di grande impegno civile come Gian Antonio Stella (nella foto)- che otto insegnanti su dieci risiedono al Sud dove esiste solo un terzo delle cattedre disponibili. Per ovviare al disagio degli insegnanti costretti ad emigrare ci sarebbe soltanto una soluzione alternativa, assai più complicata da realizzare: deportare nel Mezzogiorno gli studenti del Nord con le loro famiglie. E’ così difficile concepire un ragionamento tanto elementare nei talk show televisivi anziché dare voce alle lamentele di chi il posto fisso lo vorrebbe sotto casa?

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Come finirà la telenovela della “deportazione”? Gli insegnanti meridionali si recheranno a prendere possesso delle cattedre. Poi, appena superato il periodo di prova, produrranno fior di certificati di malattia loro e dei loro figli minori, si faranno riconoscere i permessi della legge n.104 per assistere un lontano parente invalido e passeranno più tempo a casa che con i loro studenti. Fino a quando un santo benevolo non assicurerà loro l’avvicinamento.

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Ovviamente i vuoti lasciati dai “deportati in fuga” devono essere colmati, con supplenti, assegnazioni provvisorie e quant’altro. Così si ri-alimenta il precariato. Nel giro di qualche anno ci sarà un nuovo movimento per  la stabilizzazione di qualche altra decina di migliaia di poveri insegnanti precari, chiamati a sostituire le assenze di quelli stabili.

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Lei non usa il motorino pentastellato per girare la Penisola, ma non si perde un Festival dell’Unità dove si reca a spiegare quanto è bella la sua riforma. Ad Asti però ha esagerato. Maria Elena Boschi, detta la Venere Callipigia dell’Etruria, ha affermato che gli italiani che voteranno No nel referendum offendono il lavoro del Parlamento. Ma lo strumento referendario non è fatto apposta per consentire agli elettori di pronunciarsi direttamente sulle leggi votate dalle Camere?

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Nutro nei confronti dei “grillini” opinioni e considerazioni irripetibili se dette in presenza di minori. Ma trovo veramente stucchevole la polemica delle opposizioni su Paola Muraro. Per fortuna a Roma c’è un assessore competente per affrontare la questione dei rifiuti e non un ragazzotto senza arte né parte come sono di solito i militanti del M5S. La sindaca Virginia Raggi ne è un esempio.

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