Non parleranno politici e parlamentari. Si ascolteranno idee e proposte di professionisti, imprenditori e tecnici. Le baruffe partitiche dunque saranno bandite.
Così tra i parisiani si descrive la convention Energie per l’Italia promossa da Stefano Parisi il 16 e il 17 settembre a Milano. Un appuntamento che ha l’avallo implicito di Silvio Berlusconi: il fondatore di Forza Italia ha individuato in Parisi l’uomo che può rivitalizzare il centrodestra, e non solo Forza Italia. Infatti l’ex manager Parisi non punta a imbellettare una nuova Forza Italia ma a costruire una proposta politica ex novo di stampo liberale e popolare. Una direzione di marcia che di fatto prevede – anche se Parisi e i parisiani non lo dicono ancora apertamente – la costruzione di un nuovo partito che sia il baricentro di una coalizione di centrodestra.
Riuscirà l’impresa all’ex manager ed ex direttore generale di Confindustria? Nell’entourage parisiano c’è sì entusiasmo ma in alcuni anche una sorta di preoccupazione: gli sbuffi palesi, i mugugni sottotraccia e le manovre più o meno esplicite per boicottare il tentativo di Parisi ci sono. Ma ci sono anche le aspirazioni degli elettori di centrodestra che – ragionano i parisiani – sono pronti a votare di nuovo centrodestra e gli ex elettori di Forza Italia propensi a tornare nell’alveo liberal-popolare dopo la diaspora degli ultimi anni che ha fatto lievitare i consensi di Beppe Grillo, di Matteo Salvini e in parte di Matteo Renzi.
Lo scenario, secondo i parisiani, è agevolato da tre fattori: il riformismo del premier risulta asfittico ai più, le traversie romane dei Cinque Stelle faranno perdere appeal nazionale al movimento fondato da Grillo e Casaleggio e i moderati anti sinistra si sono convinti che Salvini non può essere il coagulatore di uno schieramento di centrodestra.
(Primo di una serie di articoli giornalieri in vista della convention Energie per l’Italia)