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Ecco quanto costerà a Roma e all’Italia il no di Virginia Raggi alle Olimpiadi

Giovanni Malagò

“No alle Olimpiadi del mattone. È da irresponsabili dire sì a questa candidatura”. Il no di Virginia Raggi alla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024 è giunto oggi pomeriggio in conferenza stampa, dopo aver mancato l’appuntamento con il presidente del Coni, Giovanni Malagò. “Lo diciamo oggi mantenendo una posizione, abbiamo solo rafforzato la nostra idea”, ha aggiunto Raggi. Ma quanto costerà a Roma e all’Italia il no della giunta pentastellata della capitale retta da Virginia Raggi? È quello che analisti e addetti ai lavori si stanno chiedendo dopo il niet annunciato dal primo cittadino di Roma che ha così ritirato la candidatura della capitale d’Italia per le Olimpiadi del 2024.

LE PAROLE DI RAGGI

“Non ipotechiamo il futuro di Roma e dell’Italia. Con le Olimpiadi quello che si chiede è di assumere altri debiti. Noi non ce la sentiamo – ha detto Raggi – Ci si dimentica che i soldi che devono essere investiti sono quelli degli italiani”, ha ricordato la sindaca precisando: “Non abbiamo nulla contro le Olimpiadi e contro lo sport”, ma “siamo pieni di impianti abbandonati inutilizzabili. Non è questo che debbono essere le Olimpiadi. Le Olimpiadi sono un assegno in bianco che firmano i paesi ospitanti. Tutto questo non lo dice Virginia Raggi, ma lo dice l’Università di Oxford”, ha detto il sindaco in Campidoglio.

DOVRÀ RISARCIRE LO STATO?

Troppo tardi. Lo Stato ci ha messo dei soldi, e la revoca della candidatura rischia di costare a Roma e ai romani 20 milioni di euro, secondo il parere scritto dall’avvocato Gianluigi Pellegrino su incarico del Coni riportato questa mattina da La Repubblica. Perché, secondo Pellegrino, “Roma non può dire allo Stato: ci ho ripensato, stavo scherzando”, ignorando che “nel giugno 2015 la città fu candidata dall’allora sindaco Marino in virtù di una mozione approvata in assemblea capitolina che lo obbligava a farlo”, e che “su questa base Roma ha chiesto allo Stato di sostenere la sua corsa, anche economicamente. Lo Stato ha quindi accettato, escludendo altre città e mettendoci dei soldi”, e “al punto in cui siamo dovrà necessariamente esigere il rimborso di quanto speso finora”, ha spiegato l’avvocato.

Per il legale, Raggi, oltre a doversela vedere con la Corte dei Conti per “atto contrario ai doveri della corretta amministrazione e danno erariale”, avrebbe un ulteriore problema: “Ottenere dal consiglio il ritiro formale della delibera varata l’anno scorso. In tal caso saranno i consiglieri a doversi assumere la responsabilità nei confronti dello Stato”, perché “per lo Statuto di Roma Capitale il sindaco deve eseguire la volontà espressa dal consiglio comunale”, ha precisato l’avvocato incaricato dal Coni.

IL COMMENTO DI MENTANA

Chi rompe paga, dunque? Le Olimpiadi farebbero gola a qualsiasi amministratore e non sarebbe stato un sacrilegio se alla fine Raggi avesse cambiato idea rispetto alla posizione iniziale del Movimento 5 Stelle, che ha probabilmente contribuito al risultato elettorale nella capitale. È questa in sintesi la premessa del commento del direttore del Tg de La 7, Enrico Mentana, che su Facebook ha ritenuto poco olimpica la rivalsa del Coni: “Mi pare poco… olimpico cominciare a rinfacciare i soldi perduti o peggio da rifondere, come a dire: chi rompe paga. È una pressione dell’ultima ora che non fa onore a nessuno e si giustifica poco. Per due buoni motivi: il primo è che l’aggiudicazione delle Olimpiadi non è un affare tra Raggi e Malagò, ma una decisione che spetta al Comitato Olimpico Internazionale. Se per ipotesi si fosse tutti per il sì, e poi il Cio scegliesse, che so, Parigi, chi pagherebbe per gli stanziamenti già fatti? Il secondo motivo ci riporta a quattro anni fa, quando a bloccare la candidatura italiana fu, non il sindaco di Roma, ma il premier dell’epoca, Monti. Chi pagò allora?”, ha scritto sulla sua bacheca il direttore del Tg La7.

QUANTO PERDE ROMA

Ma quanto avrebbe guadagnato Roma, e i romani, dallo svolgimento dei Giochi Olimpici nella Capitale? Qualche numero arriva da uno studio del Coni realizzato da OpenEconomics e dal Ceis dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Benefici per le imprese: 1,7 miliardi; Pil Lazio e Roma: 9 miliardi di euro; entrate fiscali: 867 milioni; incremento pil/anno regione Lazio: + 0,4%; redditi e consumi delle famiglie: 2,9 miliardi di euro.

Tanti i vantaggi anche per l’occupazione nel periodo compreso tra 2017/2023: 177 mila posti di lavoro, mentre nei dieci anni successivi alla manifestazione avrebbero trovato occupazione altre 90mila persone. Dalla vendita dei biglietti Roma avrebbe guadagnato 650 milioni di euro, 615 milioni dagli sponsor e 74 milioni dal merchandising

Grazie alla costruzione del Villaggio olimpico, inoltre, la Capitale si sarebbe arricchita di 17 mila posti letto, per un totale di 4.250 appartamenti di 120 mq destinati a studenti dell’Università “Tor Vergata”, famiglie dei degenti del Policlinico universitario, residenti e progetti sociali. Benefici complessividel Villaggio olimpico? 139 milioni di euro.

IL FOTO-RACCONTO DI FORMICHE.NET

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