Delistiamo il Sole? E’ la domanda che a sorpresa ha fatto capolino nel corso del Consiglio generale di Confindustria del 12 ottobre scorso. La riunione era stata indetta dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, per discutere la lista dei nomi da proporre alla prossima assemblea della società Il Sole 24 Ore in programma il 14 novembre per l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione del gruppo che edita il quotidiano diretto da Roberto Napoletano.
IL DIBATTITO SULLA BORSA
Nel corso della riunione confindustriale, come emerge dal verbale del Consiglio generale, anche l’ex presidente dell’associazione di viale dell’Astronomia, Giorgio Squinzi, ha ricordato la sua contrarietà allo sbarco in Borsa della società editoriale di Confindustria: “Ricordo – ha sottolineato l’ex presidente del gruppo editoriale dimessosi in polemica con l’attuale vertice della confederazione degli industriali – di aver dovuto dare le dimissioni in bianco al Presidente Montezemolo nel momento in cui il Gruppo aveva fatto domanda per essere ammesso alla quotazione in Borsa, operazione sulla quale ero assolutamente contrario, come molti ricorderanno”.
IL DELISTING SECONDO FUMAGALLI
Chi ha evocato in maniera plateale l’ipotesi di abbandonare Piazza Affari per il gruppo controllato da Confindustria è stato Fumagalli: “Chiudo con un’ultima raccomandazione – ha detto nel corso del suo intervento in Consiglio generale – Se si varerà un aumento di capitale occorre anche procedere ad un delisting della società per farla tornare totalmente in mano di Confindustria”.
LE DOMANDE DI GOZZI
Chi non ha auspicato di delistare la società editoriale è stato Marcello Gozzi, che però ha avanzato una serie di perplessità sulla capacità dell’associazione di fare anche l’editrice: “Mi chiedo – ha detto durante la riunione dell’organo confindustriale – se la nostra casa può fare di mestiere la gestione di un business difficile come quello editoriale con una testata che può essere appaiata al Financial Times”. Gozzi ha poi posto una domanda: “Siamo davvero capaci di affrontare questa impresa? È una riflessione sulla quale bisogna misurarsi per assicurare probabilità di successo alla ricapitalizzazione perché altrimenti rischiamo di non risolvere il problema sostanziale che è quello della sostenibilità dilungo periodo di questa azienda”.
I CONSIGLI DI MARCEGAGLIA
Ha discorso dell’ipotesi delisting l’ex presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Ma l’attuale presidente di Eni ha anche avvertito sui costi di questa ipotesi: “Quanto al delisting del Gruppo, credo che sia un tema sul quale riflettere, anche guardando al problema del reperimento delle risorse necessarie”, ha detto l’ex numero uno dei Giovani di Confindustria e ora al vertice della Luiss Guido Carli, l’ateneo confindustriale. Marcegaglia ha poiu aggiunto: “Per delistare il Gruppo bisogna, infatti, investire tra i 17 e i 20 milioni di euro, oltre a fare un aumento di capitale del 100% invece che del 67%. Occorre capire se ha veramente un senso intraprendere questo percorso”.
IL NO DI FOSSA
Chi invece ha invitato ad essere realisti e a non compiere un passo indietro rispetto alla direzione di marcia decisa da tempo è stato un altro ex presidente della confederazione di viale dell’Astronomia, Giorgio Fossa, che sarà uno dei nuovi membri che comporrà il futuro consiglio di amministrazione del gruppo Sole 24 Ore che sarà eletto nell’assemblea in programma il prossimo 14 novembre: “Rimango un po’ perplesso – ha detto Fossa, secondo quanto si legge nel verbale del Consiglio generale del 12 ottobre – rispetto ai tanti interventi che hanno dichiarato oggi che erano sfavorevoli alla quotazione in Borsa. Con il senno di poi anche io dico che abbiamo effettuato una scelta sbagliata ma non posso dimenticare che, all’epoca, fui favorevole. Si può sbagliare nella vita ma non si possono cambiare le posizioni assunte in un preciso momento”.
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