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Il Fatto Quotidiano, come prosegue la guerricciola fra Michele Santoro e Marco Travaglio

Continua la guerricciola interna al Fatto Quotidiano fra Marco Travaglio e Michele Santoro. Pur essendo entrambe soci della società che pubblica il quotidiano, in cui anzi di recente la società di Santoro è salita nel capitale sociale, i due giornalisti non si risparmiano stilettate (qui l’articolo di ricostruzione di Formiche.net a cura di Niccolò Mazzarino). E ora, dopo il diverbio sul referendum (con il Fatto e Travaglio schierati sul fronte del No che ha vinto il 4 dicembre e Santoro critico verso il No propagandato dal Fatto e da Travaglio), ora sono i fan a soffiare sul fuoco.

Emblematico quanto si può leggere sulla bacheca Facebook di “Marco Travaglio e non solo”, ossia una “Pagina non ufficiale dedicata al giornalista sempre aggiornata su tutto ciò che riguarda il suo lavoro e del Fatto Q., ma piena anche di altre notizie”, come si può leggere sul profilo. Che cosa hanno detto e scritto i fan di Travaglio.? Alla frase di Santoro secondo cui “la 7 non è una televisione, non è una tv completa, ma una sorta di Cnn all’amatriciana”, i filo Travaglio hanno scritto: “Un’altra dimostrazione di quanto sia leccapiedi questo essere. Critica l’unica televisione libera che lo ha pure ospitato e pagato quando faceva i piagnistei. (Monica)”.

Non è passata sotto silenzio, quindi, la critica dell’exLa 7 Santoro verso la tv in cui, in tutti i talk show della tv di Urbano Cairo, direttore, editorialisti e giornalisti del Fatto Quotidiano hanno un tasso di presenze superiori a quelle di giornalisti delle altre testate. Per questo la critica di Santoro ha suscitato le reazioni dei fan di Travaglio e del Fatto Quotidiano.

Ma cosa ha detto Santoro? “Nessuno ha il coraggio di dire che La7 non è una televisione, non è una tv completa, ma una sorta di Cnn all’amatriciana. Dipende molto dall’umore esterno, e perde anche Crozza”. Santoro ha usato queste parole ai microfoni di La Zanzara di Giuseppe Cruciani su Radio 24, per parlare di Urbano Cairo e della sua La7, emittente per la quale ha lavorato fino al giugno dell’anno scorso.

Rispondendo alla domanda di David Parenzo che gli chiede se esiste la possibilità che il suo film da regista, Robinù, venga trasmesso in Rai o su La7, Santoro non va certo di fioretto, ha rimarcato l’Adn Kronos. “Alla Rai mi auguro di sì – dice il giornalista – A La7? Figuriamoci, devi fare un accordo con Cairo che lo manda gratis e magari mandargli un pacco di salami a Natale”.

Quanto alle accuse mosse da Luisella Costamagna, per la quale Santoro si sarebbe venduto a Renzi per tornare in Rai in occasione del referendum costituzionale, il giornalista ha replicato: “Io schierato contro il no per tornare in Rai? Non sono tornato in Rai, ho solo venduto un programma chiavi in mano. Non vedo quale sia questo tornaconto sterminato. Ci ho anche rimesso 30 mila euro. Tutto fatturato, i grillini possono venire a controllare”.

Tuttavia, “fossi al posto di Renzi – ha aggiunto Santoro – non mi dimetterei da segretario del Pd. E chiederei a quelli del No di trovare una via d’uscita in questo momento”. Ma alla fine, cosa ha votato Santoro al referendum?: “Non lo dico – risponde ai conduttori – Alla fine sono andato a votare, e non ho votato no. Non ho vinto. Sicuramente non ho votato no. O si, o scheda bianca o da annullare. Scegliete voi”.

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