A Londra è tornato l’incubo terrorista lo stesso giorno in cui Bruxelles ricordava le 32 vittime della strage Isis in aeroporto e nella metropolitana di un anno fa. La capitale britannica fu aggredita dal terrorismo islamico a luglio del 2005, quando un attacco alla metropolitana provocò la morte di 56 persone. Da agosto del 2014 Londra è in stato di allerta (livello quattro su cinque).
LE REAZIONI
Per il premier britannico Theresa May “la localizzazione di questo attacco non è stato casuale. Il terrorista ha scelto di colpire il cuore della nostra capitale, dove le persone di diverse nazionalità, religioni e culture si uniscono per celebrare i valori di libertà, democrazia e libertà di espressione”.
Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha detto che Londra “rimane una delle città più sicure al mondo” e “non si lascia spaventare dal terrorismo”. Il messaggio video trasmesso su Twitter ha scatenato le polemiche. Khan ha detto che “gli attacchi terroristici fanno parte del vivere in una grande città”. Il figlio del presidente americano, Donald Trump Junior, ha risposto con un altro tweet: “Mi stai prendendo in giro?.
Londoners will never be cowed by terrorism. pic.twitter.com/LTLhgZ7OLQ
— Sadiq Khan (@SadiqKhan) 22 marzo 2017
I PRIMI INDIZI
Non è ancora nota l’identità del terrorista. I servizi di intelligence stanno indagando su viaggi p comunicazioni e attività in rete. Secondo esperti anti-terrorismo consultati dalla radio pubblica britannica, il terrorista non era sconosciuto dalla polizia. È una delle 3mila persone che sono sotto osservazione da Scotland Yard e dal MI6 ai quali non fanno controlli quotidiani.
La polizia della capitale britannica, guidata da Cressida Dick (qui l’articolo di Formiche.net) ha eseguito ieri sera un’incursione a Birmingham, dove è stato affittata l’auto utilizzata per l’attacco di ieri a Westminster. Mark Rowley, capo dell’antiterrorismo di Scotland Yard, ha confermato che sono state arrestate sette persone a Birmingham (specificamente nella strada Hagley) e in alcune zone periferiche di Londra.
I MUSULMANI IN GRAN BRETAGNA
In Inghilterra, come in Francia e in Belgio, l’estremizzazione islamica non è più una novità. Anche lì ci sono zone a rischio radicalizzazione, come il quartiere Molenbeek a Bruxelles, Saint Denis a Parigi o Torpignattara a Roma. Luoghi dove gli attacchi del novembre del 2015 nella capitale francese sono stati giustificati in nome di Allah (qui l’articolo di Formiche.net su cosa dicono e pensano i musulmani a Roma).
Secondo un censimento del 2011, in Gran Bretagna il 5 per cento della popolazione è musulmana. Circa il 10 per cento dei bambini di meno di cinque anni in Inghilterra e Galles ha come religione l’Islam. Nella città di Birmingham, la seconda più grande del Paese, i musulmani superano i cristiani (34,7 per cento e 33,7 per cento, rispettivamente). Nelle città di Leicester, Bradford, Luton, Slough e nei quartieri di Londra di Newham, Redbridge e Tower Hamlets tra le nuove generazioni si segue principalmente l’Islam, come ha raccontato la scrittrice Zadie Smith nel celebre romanzo Denti bianchi.
IL “CALIFFATO” DI BIRMINGHAM
In un programma speciale trasmesso dalla catena Fox News, il giornalista americano Steve Emerson ha raccontato la vita a Birmingham, una delle città con più musulmani in Gran Bretagna: “Ci sono città come Birmingham che sono totalmente musulmane e dove i non musulmani non si avventurano ad entrare”, ha detto Emerson. La presentatrice Jeanine Pirro l’ha interrotto per dire: “Sai cosa mi sembra, Steve?. È come se fosse un Califfato”. La rete ha dovuto chiedere scusa pubblicamente.
Birmingham è una famosa città inglese della regione del West Midlands. È il luogo con la proporzione più alta di musulmani in Gran Bretagna, circa il 22% della popolazione. In alcuni quartieri periferici come Washwood, Bordesley o Sparbrook, la proporzione supera il 70%.
Prima della Grande Moschea di Roma, la Moschea Centrale di Birmingham, con i due minareti e la cupola dorata, è stata la più grande di Europa. C’è il progetto di trasformare lo stadio dell’Aston Villa in un luogo di culto islamico. Gli abitanti hanno nominato un califfo, l’artista Jasper Carrott.
Per il Sunday Times, la fama di Birmingham come centro dell’islamismo mondiale è dovuta anche al successo nell’ultimo anno del reality show Benefits Streets, un programma televisivo che racconta la vita dei britannici che vivono in questo quartiere.
Soeren Kern, analista di politica europea per l’Istituto Gatestone a New York, e autore del libro Global Fire, la radicalizzazione degli islamici in Inghilterra non è da sottovalutare. Basta leggere i singoli episodi accaduti dal 2010 e che lui elenca in un report pubblicato sul sito del Gatestone. Tra questi, c’è il caso di Mohamed Rehman (25 anni) e la moglie Sana Ahmed Jan (24 anni). I due sono colpevoli di avere pianificato un attentato terrorista ispirato a Isis in un centro commerciale a Londra a dicembre del 2016. Sono stati scoperti quando Rehman, utilizzando il nome di SilentBomber su Twitter, ha chiesto consigli su possibili obiettivi. Nella loro casa a Reading, in Berkshire, sono stati trovati 10 chili di esplosivi. Sul Corano trovato nella loro biblioteca avevano sottolineato il passaggio: “Uccidili lì dove si trovano: espellili come hanno espulso te […] la guerra se ti viene ordinata, anche se non la vuoi, può essere buona”.