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Energia, difesa, università. Tutte le relazioni tra Italia e Azerbaigian

Nel giorno dell’incontro a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e il presidente azero Ilham Aliyev, spiccano le forti relazioni commerciali tra i due Paesi, impreziosite dal peso specifico di una influenza in quella macro regione, anche alla luce delle nuove sfide geopolitiche

Con un piede sia in Asia che in Europa, l’Azerbaigian abbraccia la diversità e assorbe i valori di diverse culture e civiltà, consentendogli così di assumere il ruolo di vero ponte. L’Italia di Giorgia Meloni ne è consapevole e punta a rafforzare il dialogo con quell’area geografica e geopolitica al fine di implementare relazioni e strategie comuni.

Il ruolo dell’Azerbaigian

C’è un sottile ma determinante filo geopolitico che lega l’Italia all’Asia centrale ed è rappresentato dalle relazioni con un paese-chiave come l’Azerbaigian, situato in un asse geografico molto significativo: Georgia, Turchia, Bulgaria, Grecia e Albania rappresentano paesi che si trovano a cavallo tra due quadranti assolutamente strategici come quello euromediterraneo e quello caucasico e l’Italia ha maturato nel corso degli ultimi anni la consapevolezza di come quel segmento asiatico sia ormai tra i più rilevanti alla luce del cosiddetto sviluppo orizzontale.

L’Italia è il principale partner commerciale dell’Azerbaigian e l’Azerbaigian è il principale partner commerciale dell’Italia nella regione del Caucaso meridionale. Nel giorno dell’incontro a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e il presidente azero Ilham Aliyev, spiccano le forti relazioni commerciali tra i due paesi, impreziosite dal peso specifico di una potenziale influenza in quella macro regione, anche alla luce delle nuove sfide geopolitiche.

Le interlocuzioni tra i due Paesi sono forti, come dimostra la visita di tre mesi fa a Baku del ministro della difesa Guido Crosetto e dal viceministro agli esteri Edmondo Cirielli ricevuti dal Presidente della Repubblica, Ilham Aliyev: occasione non solo per cementare le intese geopolitiche in un quadrante altamente strategico per gli interessi italiani, ma anche per programmare la Cop29 che verrà ospitata da Baku, dove l’Italia offrirà un contributo oggettivo.

Tra Baku e Roma

Lo scorso anno è stato firmato un accordo tra Ansaldo Energia e Azerenerji, ovvero il maggiore produttore di energia elettrica della Repubblica dell’Azerbaigian, con l’inizio dello sviluppo e dell’ammodernamento dello stabilimento a cui l’azienda italiana fornirà quattro turbine a gas AE94.3A, per un valore di oltre 160 milioni di euro. Inoltre Leonardo ha siglato un contratto per fornire il C-27J alla Forza Aerea dell’Azerbaijan, all’interno di un più ampio programma di ammodernamento delle Forza armate azere.

Non solo difesa, l’asse Roma-Baku è solido anche alla voce cultura, come dimostra l’accordo firmato nel 2021 sulla cooperazione accademica per la nascita dell’Italy-Azerbaijan University, con sede a Baku, ospitata nel campus dell’Ada University. In quell’occasione a Roma intervenne anche il Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian. L’obiettivo dell’iniziativa, che coinvolge Luiss “Guido Carli”, Sapienza, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Politecnico di Torino e Politecnico di Milano, è quello di essere propellente per una stagione di crescita e innovazione dell’Azerbaigian.

Energia

Oggi l’impatto energetico della guerra in Ucraina sull’approvvigionamento energetico italiano non è più una emergenza contingente, ma ciò lo si deve anche alla scelta lungimirante di costruire il gasdotto Tap che resta un “cuscino di sicurezza per i nostri partner europei e spero che siano consapevoli dell’importanza di intensificare gli sforzi per lo sviluppo di questo progetto”, così come disse da queste colonne il Ministro azero dell’Energia, Parviz Shahbazov.

I numeri di tre anni di attività dell’infrastruttura dimostrano non solo che l’energia, sin da prima dei conflitti dell’ultimo decennio, è tema prioritario nei processi decisionali dei paesi ma che, a seguito dei capovolgimenti di fronti dati dal quadro internazionale, risulta decisiva anche al fine di stabilire nuove rotte per paesi e comunità imprenditoriali.

Il Tap

In questo contesto dunque non si può non menzionare il ruolo del Trans Adriatic Pipeline, che è parte centrale del cosiddetto Corridoio Meridionale del Gas, che veicola il gas naturale dal giacimento di Shah Deniz II in Azerbaijan in Europa. Fino ad oggi sono stati trasportati in Europa circa 26 miliardi di metri cubi di gas. Connettendosi alla frontiera ellino turca con il Trans Anatolian Pipeline, il Tap si immette nel nord della Grecia, in Albania e quindi in Adriatico fino alle coste pugliesi, abbracciando una serie di paesi che compongono il quadro d’insieme tra Europa e Caucaso.

Di fatto il gasdotto, oltre ad avere un apporto oggettivo e fondamentale da un punto di vista tecnico, rappresenta un’infrastruttura politica che unisce gli interessi non solo di quei Paesi che ospitano i tubi, ma di tutti quelli che ne colgono i benefici “allargati”.

Cop 29 e Forum per il dialogo

Il ruolo azero non si ferma all’energia, ma procede su due filoni programmatici come l’organizzazione della prossima Cop29 a novembre e i dialoghi interculturali.

L’Azerbaigian ha dato vita ai forum mondiali sul Dialogo Interculturale, giunti quest’anno alla sesta edizione, iniziativa nata nell’ambito del “Processo di Baku” avviato nel 2008 dalla Repubblica dell’Azerbaigian in stretta collaborazione con importanti partner internazionali come iniziativa globale volta a promuovere il dialogo interculturale, la comprensione e l’armonia in e tra culture diverse. Si tratta di una piattaforma per governi, organizzazioni internazionali, esperti, studiosi, politici e professionisti per impegnarsi in discussioni significative sulle dinamiche in evoluzione delle comunicazioni interculturali e della sicurezza globale in un contesto interconnesso. Per questa ragione il forum è promosso in stretta collaborazione con l’Unesco, l’Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite (Unaoc), il Consiglio d’Europa, l’Organizzazione mondiale islamica per l’educazione, la scienza e la cultura (Icesco) e l’Onu per il turismo (ex Organizzazione mondiale del turismo – Unwto).

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