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Ferruccio de Bortoli e i poteri forti. Gallery-story/1

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Ferruccio de Bortoli e Paolo Mieli - 1993
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Ferruccio de Bortoli e Cesare Romiti - 1999
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Ferruccio de Bortoli e Gianni Agnelli - 1999
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Paolo Graldi, Francesco Gaetano Caltagirone, Ferruccio de Bortoli ed Ernesto Auci - 2001
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Paolo Graldi, Francesco Gaetano Caltagirone e Ferruccio de Bortoli - 2001
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Domenico Siniscalco e Ferruccio de Bortoli - 2001
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Ferruccio de Bortoli e Cesare Romiti - 2001
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Ferruccio de Bortoli, Silvio Berlusconi e Cesare Graldi - 2002
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Luca Cordero di Montezemolo e Ferruccio de Bortoli - 2003
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Ferruccio de Bortoli, Dario Fertilio, Edoardo Raspelli e Cesare Lanza - 2002
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Maurizio Romiti e Ferrucio de Bortoli - 2003
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Ferruccio de Bortoli e Flavio Cattaneo - 2003
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Antonio Calabrò, Cesare Romiti e Ferruccio de Bortoli - 2004
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Ferruccio de Bortoli ed Andrea Riffeser Monti - 2004
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Ferruccio de Bortoli e Vittorio Colao - 2004
MARCO TRONCHETTI PROVERA
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Ferruccio de Bortoli e Marco Tronchetti Provera - 2006
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Ferruccio de Bortoli e Piergaetano Marchetti - 2005
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Franco Tatò e Ferruccio de Bortoli - 2005
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Ferruccio de Bortoli e Mario Monti - 2006
MARCO TRONCHETTI PROVERA
Ferruccio de Bortoli al centro della polemica politica e finanziaria. Il suo libro in uscita oggi sui “Poteri forti (o quasi)” ha provocato scossoni per la notizia che riguarda Maria Elena Boschi.
All’annuncio di querela da parte dell’ex ministro, l’ex direttore del Corriere della Sera ha risposto ieri nel corso della presentazione a Milano del suo libro: “Aspetto la querela, ne colleziono… Sono comunque sicuro delle mie fonti circa la notizia”.
La notizia riguarda l’interessamento che fu auspicato dall’allora ministro e attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio per Banca Etruria; interessamento chiesto all’ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, che ieri ha risposto con un “no comment” circa il passaggio in questione del libro.

Forse è in atto una sorta di vendetta a freddo da parte di de Bortoli, ha scritto ieri il notista politico Francesco Damato, nei suoi Graffi per Formiche.net:

“Anche Ferruccio de Bortoli dev’essere convinto – magari a sua insaputa, perché ci sono cose che ti entrano nella testa senza che te ne accorga – che il primo requisito del piatto della vendetta è il freddo. La vendetta, o ritorsione, chiamatela come volete, dev’essere cioè consumata ad una certa distanza da un torto subìto. E fu sicuramente tale, cioè un torto, l’allontanamento dell’allora direttore del Corriere della Sera, deciso dalla composita ma imbarazzata, o addirittura impaurita, proprietà del maggiore quotidiano italiano per la sua linea neppure d’attacco ma di critica pressante al governo di Matteo Renzi.

Con quel 40 per cento e più di voti guadagnato in pochissimi mesi nelle elezioni europee della primavera del 2014 l’allora presidente del Consiglio, oltre che segretario del Pd, riteneva di essere diventato fortissimo, praticamente invincibile. De Bortoli invece lo riteneva vulnerabile per il modo troppo personale e sbrigativo con cui l’ex sindaco di Firenze si muoveva alla guida della compagine ministeriale: sino ad apparirgli e a dargli, alla fine, del “maleducato di talento”. Attorno al quale l’allora direttore del Corriere avvertiva anche un certo sentore di massoneria che a lui, evidentemente non massone, non piaceva per niente. E di cui, magari, neppure Renzi si rendeva perfettamente conto, ma questo, a dire il vero, de Bortoli non lo aggiunse, come invece può accadere e vi racconterò per modestissima esperienza personale.

Ebbene, a distanza di due danni dalla fine della sua seconda direzione del giornale milanese della ormai celeberrima via Solferino, il non ancora anziano Ferruccio, che il 20 maggio compirà solo 64 anni, beato lui, visto che io ne ho un po’ meno di 15 in più, ha dato alle stampa un libro sui “poteri forti, o quasi”, conosciuti, frequentati e sfiorati nella sua lunga e prestigiosa carriera, che ha già provocato un finimondo politico”. Continua a leggere qui…


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