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Vi spiego perché Confindustria elogia il governo Renzi. Parla Antonella Mansi

Penso ci siano ancora i margini per trovare un accordo. L’autonomia è un valore al quale non dobbiamo rinunciare”. Antonella Mansi, vicepresidente di Confindustria con delega all’organizzazione, è convinta che – nonostante la rottura di inizio ottobre – esista ancora lo spazio per raggiungere un’intesa con i sindacati sul rinnovo del modello contrattuale. D’altronde – ha spiegato con una battuta – “si chiamano relazioni e non scontri industriali”.”Se poi questo non avverrà – ha chiosato Mansi – ognuno se ne assumerà le responsabilità“.

IL QUESTION TIME

Quello dei rapporti con il sindacato è stato solo uno dei temi affrontati dalla vicepresidente degli industriali nel corso dell’incontro di ieri con l’associazione La Scossa, think tank di professionisti e manager guidato da Michelangelo Suigo e fondato da Francesco Delzio. Un appuntamento in stile question time durante il quale Mansi è stata prima intervistata da Suigo e poi ha risposto alle tante domande arrivate dal pubblico.

CONFINDUSTRIA CAMBIA

A chi le ha chiesto se nell’epoca delle start up abbia ancora senso far parte di Confindustria, Mansi ha ricordato le trasformazioni in corso nell’organizzazione ma non ha nascosto problemi e criticità. “Confindustria deve cambiare, deve avere un contatto più stretto con il mondo delle imprese. Al netto di ciò, sono convinta che la rappresentanza sia un valore da difendere. Deve però essere autentica e non autoreferenziale”.

RIFORME & RIFORME

Da questa fotografia – dalla necessità di imprimere un profondo cambiamento – è derivato il processo di riforma in atto in Confindustria, condizione giudicata ineludibile per rimanere al passo con i tempi. Un fenomeno, secondo Mansi, analogo a quello in corso al livello politico dove si è scelto di puntare su riforme strutturali capaci di rendere più efficiente il sistema istituzionale nel suo complesso. Il riferimento è alla nuova legge elettorale e soprattutto alla riforma costituzionale in discussione in Parlamento.

I RAPPORTI CON IL GOVERNO

Sulla rilevanza (o irrilevanza) di Confindustria oggi, Mansi ha risposto rivendicando i risultati ottenuti nell’ultimo anno e mezzo. “Sono i migliori degli ultimi vent’anni. Confindustria è rilevante nei fatti”, ha scandito. Poi il riferimento al Governo, dal quale sono emersi chiaramente gli ottimi rapporti esistenti tra Palazzo Chigi e Viale dell’Astronomia. Secondo Mansi, infatti, tali risultati sono stati possibili “anche perché questo Governo è stato più sensibile” alle richieste e alle priorità del mondo imprenditoriale. Se gli interventi dell’Esecutivo siano di destra o di sinistra, si è a limitare a dire. “Mi sento completamente post-ideologica. Mi piacciono le cose concrete”.

I RAPPORTI CON RENZI

Quando si è trattato di raccontare quali fossero i suoi rapporti con Matteo Renzi, Mansi non si è sbilanciata. “Ci siamo conosciuti quando lui era presidente della Provincia di Firenze ed io presidente di Confindustria Toscana”. Era il 2008 e Mansi ha ricordato come il dato anagrafico abbia certamente pesato soprattutto in virtù dell’obiettivo comune di ringiovanire i rispettivi campi di competenza. La scorsa settimana, peraltro, la vicepresidente di Confindustria ha partecipato alla missione italiana in Sudamerica guidata dal premier a cui hanno preso parte i rappresentanti delle più importanti aziende del nostro Paese.

I RAPPORTI CON IL SINDACATO

Tra i temi più attuali c’è quello dei rapporti con il sindacato, in particolare in una fase come l’attuale di grande tensione nella quale sono anche volate reciprocamente dure parole di delegittimazione. Mansi non ha mancato di puntare il dito contro quelli che ha definito “atteggiamenti antistorici” tenuti in alcuni casi dalle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori. “Abbiamo bisogno di un sindacato moderno” ha ribadito più volte con forza. Poi, però, ha confermato l’importanza di avere un “dialogo evolutivo” e la necessità di mediare e trovare una sintesi.

LE BANCHE E LE IMPRESE

Quanto alle esigenze delle aziende e all’atavico problema dei finanziamenti all’attività d’impresa, Mansi ha evidenziato come la strada da seguire sia quella di uscire dall’attuale sistema quasi esclusivamente fondato sul mondo bancario: “La banca è e deve rimanere un’impresa per le imprese ma dobbiamo trovare strumenti alternativi come il ricorso ai fondi comuni di investimento. Oltre la banca ci vuole qualcos’altro”.

LE ALTRE SFIDE

Durante l’incontro, si è anche parlato della sua esperienza alla guida della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e dell’attuale impegno nel board di Alitalia come consigliere indipendente. E il futuro? Da tempo si mormora che sia in lizza per sostituire alla presidenza di Confindustria Giorgio Squinzi il cui mandato scadrà il prossimo maggio. A chi gli ha chiesto quali siano i suoi prossimi progetti e obiettivi, Mansi ha però semplicemente risposto: “Svegliarmi tutte le mattine con la voglia dello startupper”.

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