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Cosa penso delle ultime sortite di Renzi

Il periodo prenatalizio si è concluso per il governo, com’è ormai consuetudine, tra frizzi, lazzi, cotillon, scoppiettio di mortaretti e tric-trac sparati da Matteo Renzi presidente del consiglio. Questi si è esibito in una consecutio di eventi, tutti funzionali a pubblicizzare la propria immagine.

Dal Libano, indossata la tuta mimetica (qui tutte le foto), ha chiarito quanto sia pronto a combattere per l’onore dell’Italia e degli italiani… Infatti, i due Marò sono ancora in cattività in India. Si è poi mostrato alle genti italiche, attorniato da una nutrita corte dei miracoli plaudente e gioiosa, mentre azionava il congegno per l’apertura della variante di valico al Mugello (la gallery di Formiche.net), dimenticando quante strade del Sud sono impraticabili e, che per raggiungere i centri dell’entroterra bisogna sempre affidarsi alla Divina Provvidenza. Per non dire del gran spettacolo messo in scena a Pompei nei giorni di Natale, sotto una sapiente regia di televisioni commerciali e pubbliche, per il restauro di alcuni luoghi, trascurando che esistono questioni irrisolte riguardanti lo sviluppo della cultura e del turismo nel Mezzogiorno, esempio per tutti: la distruzione del patrimonio librario dell’Istituto per gli Studi Filosofici a Napoli di Gerardo Marotta.

Lo show renziano si è arricchito anche di un gustosissimo sketch con Brunetta a Montecitorio, dove Renzi con una invidiabile catilinaria ha dato il meglio di sé, autocelebrandosi come illuminato governante, da far impallidire la memoria di De Gasperi, Fanfani, Scelba, Leone, Moro, Zoli, Pella e altri ancora. Campa cavallo…! Il boy scout di Firenze non capisce che non serve elencare, replicando a Brunetta, le cosucce fatte e che possono prendere il nome di mance, di generose elargizioni per alcuni, di graziosi doni per altri. Il governo del Paese significa organizzare una politica economica per lo sviluppo, una politica fiscale equa preoccupandosi soprattutto dei ceti più deboli, una politica estera proficua e sicura, costruita su basi di lealtà e di rispetto coi nostri storici alleati, degna della storia della Repubblica Italiana.

La politica estera non è fingere di abbaiare contro la Germania della Merkel. Queste sono solo macchiette da avanspettacolo. Il capo del governo italiano sa benissimo che esiste il Consiglio europeo, dove siedono i capi di stato e di governo che discutono della politica dell’Unione e dove si prendono le vere decisioni, valide per gli Stati. È lì che bisogna avanzare le proprie ragioni. E’ inutile quindi inventarsi sceneggiate sui mezzi di informazione per dimostrare agli italiani che è capace di mettere paura alla Merkel. Ci vuole correttezza e maggiore sobrietà. La politica internazionale dello Stato deve avere una linea certa e non balbettante e avvalersi di una diplomazia capace, intraprendente, attiva, in grado di applicare la politica estera del proprio governo; una diplomazia che sappia suggerire come illustrare il proprio paese per fargli conseguire benefici in ogni settore.

Renzi non pensa a tutto questo, crede che da solo potrà riuscire a sfondare ovunque, in politica interna, estera e in quella dell’Unione Europea. Il corsivo a firma Giancarlo Loquenzi, Renzi va alla guerra (senza cannoni) in Europa, apparso l’altro ieri su Formiche.net, è l’esatta fotografia della rischiosa azione del governo italiano in questa contingenza storica, e che potrà costare cara all’Italia.


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