Matteo Renzi proprio non gli piace. Ma quello della prima ora, il rottamatore che ha mandato in pensione la vecchia guardia del Pd, sì. Anzi, da lui le nuove leve del centrodestra italiano dovrebbero prendere esempio. Tanto che la sua iniziativa si chiama proprio “Rottamiamo il centrodestra”. Giuseppe Tatarella è un nipote illustre: suo zio, Pinuccio Tatarella, è stato un personaggio chiave della destra italiana, promotore della svolta di Fiuggi e protagonista dell’approdo di An al governo nazionale. Gran suggeritore di strategie, di lui tutti rimpiangono qualcosa. Giuseppe vorrebbe avere la stessa sua passione politica. Per creare qualcosa di nuovo e spedire in soffitta i vecchi volti ancora sulla scena del centrodestra.
Il primo appuntamento di questo progetto sarà sabato 12 dicembre a Roma (dalla 16 alle 20 allo spazio Enoarcano, via delle Paste 106), dove Tatarella junior (un passato in An, poi nel Pdl e infine in Fli) ha chiamato i giovani scontenti dei rispettivi partiti. Ci saranno esponenti di Fi, di Ncd, della vecchia An. Ma l’iniziativa è aperta a tutti. Per vedere se c’è materiale per costruire un nuovo movimento a destra, che però, a differenza del passato, nasca dal basso. “Mi piace definirla una start up della destra italiana”, dice. Si parte da un punto: la crisi totale del centrodestra in Italia, dove Fi è in costante declino di contenuti e leadership, mentre la Lega resta un partito territoriale con un leader che può rappresentare una parte ma non tutti.
Poi c’è Fdi che, nonostante l’appeal di Giorgia Meloni, non ha sfondato. Di fronte alla nuova Dc renziana, ovvero un corpaccione che occuperà lo spazio tra sinistra moderata e centro, secondo Tatarella c’è un grande spazio politico. “I nostri elettori ci sono ancora, ma in sonno: molti non votano, alcuni scelgono i grillini, qualcuno vota anche la Meloni, ma non è Fratelli d’Italia la risposta. Attendono di tornare in una casa madre che al momento non c’è”, spiega. “La domanda è: perché non ci votano più?”, aggiunge il giovane Tatarella.
Due le direttive di questa serie di incontri in tutta Italia di cui quello di Roma sarà il primo: i partecipanti saranno tutti rigorosamente under 30 e metteranno le primarie al centro della scena come strumento di confronto e partecipazione. Insomma, non ci sarà nessun vecchio leader, nemmeno dietro le quinte a fare da suggeritore, come invece è accaduto con i quarantenni di Gianni Alemanno all’assemblea della Fondazione An. I quali ora hanno dato vita a una nuova formazione: Azione nazionale.
“Questo non vuol dire rompere con le tradizioni, ogni tanto sento ancora Fini che ho seguito in Fli e a cui ho dato una mano con la sua fondazione Liberadestra, ma per costruire davvero qualcosa di nuovo bisogna partire dal basso con facce nuove, credibili e presentabili”, osserva l’avvocato barese. Che fa un inciso sul fallimento di Futuro e Libertà. “Fini non doveva lasciare il governo, ma restare nel centrodestra, a fare da terza gamba della maggioranza. E avrebbe dovuto dimettersi da presidente della Camera e guidare il partito senza poltrone”.
Insomma, si riparte dai contenuti. “La Meloni non riesce ad andare oltre quel recinto, mentre Salvini brandisce il presepe come arma politica. Ecco, noi siamo altro e pensiamo a una destra non marginale, ma di governo”, conclude Tatarella.