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Chi farà la guerra in Parlamento al Bail In

Alessio Villarosa m5s

Si allarga la fronda anti-bail in. Dopo i moniti di Pier Carlo Padoan e Ignazio Visco, anche alla Camera sta lentamente prendendo corpo un fronte trasversale per bloccare temporaneamente il nuovo meccanismo europeo, in vigore dal 1 gennaio 2016, per il quale azionisti, obbligazionisti e correntisti si fanno carico delle perdite bancarie. A lanciare il sasso nello stagno è stato il Movimento Cinque Stelle, che nei giorni scorsi ha scritto al presidente della Camera, Laura Boldrini, annunciando la presentazione in Parlamento di una mozione a firma Alessio Villarosa che vincoli il governo a far slittare l’esecuzione del bail in al 2018. Per ora, secondo quanto è in grado di ricostruire Formiche.net, si registra già un’adesione formale di diverse forze politiche, tra cui Forza Italia, Lega e Sel. Il documento è però finito dritto sul tavolo dell’ultima conferenza dei capigruppo a Montecitorio, che ne ha fissato la discussione in Aula a lunedì prossimo.

IL DOCUMENTO DEI GRILLINI

La prima richiesta dei pentastellati consiste nel chiedere al governo “l’impegno ad assumere iniziative per rinviare l’applicazione del bail in al 2018”, al fine di evitare “ogni possibile distorsione della stabilità finanziaria del sistema bancario e finanziario italiano”. Le nuove regole europee sui fallimenti bancari, fa notare una fonte vicina ai Cinque Stelle, sono il vero responsabile dei crolli sui mercati di questi giorni, e  “per tale motivo devono essere bloccate, perché altrimenti scatta il panico tra i piccoli risparmiatori che vedono minacciati i propri risparmi in caso di crack”. I grillini chiedono inoltre un riesame strutturale del decreto 180 del 16 novembre 2015, con cui il governo ha recepito le nuove regole sulle banche, aprendo la strada alla risoluzione delle quattro banche, varata con il decreto del 22 novembre. Non solo. Il Movimento chiede all’esecutivo di rimborsare in toto gli azionisti rimasti col cerino in mano dopo l’azzeramento dei propri titoli, andando ben oltre il fondo di ristoro da 100 milioni stanziato dal governo. Quindi, “prevedendo un risarcimento integrale del danno per la riduzione delle azioni e delle obbligazioni subordinate”.

UN RAPPRESENTANTE DEI CONSUMATORI NEI BOARD

Ma le richieste dei grillini non si esauriscono qui. Tra le pieghe della mozione salta fuori anche l’invito ad assumere “iniziative di carattere normativo al fine di predisporre la nomina di un rappresentante dei consumatori, eletto dalle stesse associazioni dei consumatori ma retribuito dalle banche, negli organi di amministrazione e controllo delle banche” al fine di consentire ai consumatori di verificare la corretta gestione dell’istituto. Non solo. Tali rappresentanti dovranno, secondo il M5S, poter esprimere un parere vincolante “su ogni operazione o gruppo di operazioni che possano compromettere la sana e prudente gestione della banca”.

LO STRANO ASSE M5S-FI-LEGA-SEL

Ma che ne sarà della mozione? Corre il serio rischio di essere silurata dall’Aula oppure ha almeno qualche chances di intimorire il Pd? A sentire Davide Crippa, capogruppo del Movimento Cinque Stelle alla Camera, “l’adesione trasversale c’è. Ci hanno già detto sì Forza Italia, Lega e Sel, anche se poi la mozione va  discussa”, spiega Crippa a Formiche.net.  “Noi auspichiamo che tutte le forze politiche si uniscano contro questo provvedimento incostituzionale”, aggiunge l’esponente grillino. “E’ ora di finirla con questi provvedimenti. Il Pd se ne infischia, se ne è sempre infischiato, poi però si ritrova la piazza sotto casa”. Qualche deputato azzurro, tra i corridoi di Montecitorio, giura di condividere nel profondo i propositi del M5S, senza dare sostegni di facciata e poi cambiare idea in Aula. A questo punto non resta che vedere se il fronte paramentare contro il bail in è una realtà concreta e tangibile o un fuoco di paglia.

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