Che cosa hanno detto i candidati alla presidenza Usa delle stragi Isis a Bruxelles?
Manifestazioni di solidarietà a parte, c’è chi non ha esitato a cogliere l’occasione per criticare le falle del sistema di difesa europeo ed esporre la formula del proprio antidoto alla minaccia terroristica – con tanto di giudizi negativi sui propri avversari politici – nonostante il contesto non fosse dei più appropriati.
TRUMP, IL TERRORISMO E LA NATO
Fresco del controverso intervento tenuto di fronte alla platea del Verizon Center, in occasione dell’annuale conferenza organizzata dall’AIPAC, Donald Trump non è ricorso a mezzi termini per spiegare agli elettori americani come arginerebbe la minaccia proveniente dal terrorismo islamico se fosse eletto presidente.
“Te lo dico, io ho affrontato questa tema per molto tempo e ora guarda cosa è accaduto a Bruxelles. Bruxelles era una bellissima città, priva di criminalità. E ora è un disastro. Un totale disastro e noi dobbiamo stare molto attenti negli Stati Uniti, dobbiamo stare attenti ed essere vigili rispetto a chi permettiamo di entrare nel nostro paese”, ha detto Trump ai microfoni di Fox and Friends, programma del canale Fox News Channel.
Dagli attentati di Bruxelles al tema della sicurezza, dunque all’immigrazione, il passo è breve per il candidato repubblicano. Secondo il suo punto di vista, infatti, la soluzione unilaterale alla minaccia islamista è chiudere le frontiere e impedire l’accesso nel Paese a tutti gli individui che onorano Maometto.
“Le cose peggioreranno di continuo. Secondo me, questo è solo l’inizio. Andrà sempre peggio, perché siamo lascivi e incoscienti. Non possiamo permettere a queste persone, giunti a questo punto non possiamo permettere a queste persone di venire nel nostro paese. Mi dispiace, ma questa è una storia che sembra destinata a ripetersi di continuo e non è una bella storia a cui assistere”, ha proseguito Trump.
Trump, poi, ha ammonito l’Europa, invitandola a cambiare tattica: “Questi paesi farebbero meglio a essere più scaltri, perché stanno andando incontro alla disintegrazione”. Trump bacchetta il Vecchio Continente e punta il dito contro le sue politiche liberali: “Questo è il problema con le politiche liberali […] Non è colpa nostra, non è colpa nostra. La colpa è loro e loro devono uscire allo scoperto e dire ehi, tutto questo sta accadendo davvero”.
CRUZ (NON TROPPO DIVERSO DA TRUMP) CRITICA TRUMP
Il conservatore Ted Cruz promette che l’America farà quello che può per combattere questa piaga e raddoppierà i suoi sforzi per assicurarsi che questo non accada più, scrive il Washington Post.
“Dobbiamo immediatamente arrestare il flusso di rifugiati provenienti da paesi in cui la presenza di al Qaida e ISIS è massiccia. Dobbiamo pattugliare i quartieri a maggioranza musulmana, prima che questi si radicalizzino. Dobbiamo assicurare i confini meridionali per prevenire le infiltrazioni dei terroristi. E dobbiamo attuare una campagna per distruggere l’ISIS”, si legge sulla testata statunitense.
Cruz non si discosta poi molto da Trump nel fornire la propria risposta alla minaccia rappresentata dal terrorismo islamico. Cruz dice di voler arrestare il flusso di “rifugiati”, ma i rifugiati – si sa – sono tali proprio perché, dopo esser stati sottoposti a un iter in ragione del quale lo speciale status è stato loro riconosciuto, non possono essere espulsi, pena la violazione del divieto di non refoulement.
KASICH SI DISTANZIA DAI REPUBBLICANI
Per combattere il terrorismo islamico, il governatore dell’Ohio John Kasich è dell’opinione che gli Stati Uniti debbano mettere in piedi una coalizione della quale facciano parte sia l’Europa che gli Stati Arabi, riporta il sito della CNN, citando le parole del candidato repubblicano in occasione di una conferenza tenuta a Minneapolis.
Sebbene il richiamo alla creazione di una coalizione guidata da Washington faccia pensare alle più tipiche delle risposte repubblicane, in caso di minacce provenienti dal Medio Oriente, Kasich si discosta da Cruz e Trump quando mette in guardia dal prendere di mira indiscriminatamente i musulami, in quanto una simile tattica potrebbe avere come unico risultato radicalizzare ulteriormente il fenomeno e colpire innocenti. “Noi non siamo in guerra con l’Islam, ma con l’Islam radicale. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è una radicalizzazione ancora maggiore”, scrive il Politico.
CLINTON E SANDERS
L’ex first lady Hillary Clinton ha detto “Dobbiamo essere solidali con i nostri alleati europei”, riporta il sito della CNN. Poi ha twittato “il mio pensiero e le mie preghiere vanno alle famiglie di coloro i quali sono stati uccisi e feriti, e alla popolazione tutta del Belgio. Questi attacchi terroristici cercano di minare i valori democratici, che sono alla base della nostra vita, ma non ci riusciranno mai – H – ”.
Il Senatore del Vermont, Bernie Sanders, in un comunicato ufficiale, ha affermato: “Il brutale attacco di oggi ha ricordato che la comunità internazionale deve essere unita per distruggere l’ISIS. Non possiamo più permettere che questi tipi di barbarie accadano”, si legge sempre sul sito dell’emittente televisiva americana.
Dopo aver espresso anche lui via twitter il proprio cordoglio per le vittime di Bruxelles, Sanders ha sottolineato la necessità di migliorare gli apparati di intelligence, le cui informazioni devono essere condivise tra i vari paesi nel mondo.
Quando, poi, glie viene chiesto cosa pensa della possibilità di monitorare le moschee – spesso, ma non sempre, luoghi in cui la radicalizzazione trova terreno fertile – il candidato democratico risponde che una simile misura sarebbe incostituzionale e sbagliata. “Stiamo combattendo un’organizzazione terroristica, un’organizzazione barbarica che uccide persone innocenti. Non stiamo combattendo una religione”, riporta il sito della CNN.
ECCO GLI APPROFONDIMENTI DI FORMICHE.NET SU ISIS E GLI ATTENTATI A BRUXELLES:
Isis, dove sono i Guido Rossa nell’Islam? I Graffi di Francesco Damato
Vi spiego gli algoritmi dei terroristi (di Isis e non solo). L’analisi di Giuseppe Pennisi
Perché è utile seguire Israele per contrastare il terrorismo Isis. Le Punture di Spillo di Giuliano Cazzola
Come si deve rispondere al terrore di Isis. L’analisi di Luca Longo
Vi racconto Bruxelles dopo la strage Isis. Il commento di Gianfranco Polillo
Isis, il totalitarismo del terzo millennio. Il Bloc Notes di Michele Magno
Isis e Bruxelles, tutte le critiche all’Intelligence del Belgio. L’articolo di Alma Pantaleo
Tutte le sciocchezze su Isis, Bruxelles, Servizi e Corano. Il corsivo di Stefano Cingolani
Bruxelles, la guerra di Isis e l’eutanasia dell’Europa. L’analisi di Benedetto Ippolito
Chi finge di non vedere la guerra di Isis. Il commento di Gennaro Malgieri
Vi racconto la fiacchezza morale che ci rende inermi davanti a Isis. Il commento di Corrado Ocone
Attentati a Bruxelles, come combattere con efficacia il terrorismo. L’analisi di Ennio Di Nolfo
Salah, Molenbeek e il jihad made in Europe. Il post del sociologo Marco Orioles
Tutte le bufale circolate sui media dopo la strage a Bruxelles. La ricostruzione di Alma Pantaleo
Così Clinton e Trump si rintuzzano anche sugli attentati a Bruxelles. L’articolo di Giampiero Gramaglia
Attacco terroristico a Bruxelles, tutti i dettagli. La ricostruzione di Emanuele Rossi
Bruxelles, da “non luogo” a capitale del terrore. Il corsivo di Guido Mattioni
Vi racconto tutto di Molenbeek. La testimonianza di Enrico Martial
Perché il Belgio è considerato “la culla del jihadismo” in Europa. L’approfondimento di Rossana Miranda