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Perché la critica di Salvini a Pascale è un siluro anche a Bossi

Matteo Salvini ha contrattaccato Francesca Pascale che gli aveva dato del “troglodita”. Legittima difesa. Ma per effettuarla il leader leghista se la è presa con Pascale in quanto compagna di Silvio Berlusconi e attraverso lei ha attaccato un’altra compagna, anzi moglie, di leader: Manuela Marrone Bossi. Lo ha fatto lunedì 25 aprile in una intervista a Marco Cremonesi per il Corriere della sera. Non la nomina ma è chiaro che si riferisce alla sempre silente Manuela quando dice: “Anche io ho conosciuto il periodo delle mogli e dei figli”. Ma questo uso che Salvini fa delle first lady, che sarebbero, e non solo per lui ma per tutto un circo mass-mediatico, ree di mettersi a capo di fantasiosi cerchi magici, che raggirerebbero i leader quando sono considerati in declino, rivela una concezione delle donne da luogo comune da bar anni ’50.

Non conosco Francesca, ma credo che abbia tutto il diritto di dire la sua anche perché era e resta una militante di Forza Italia. Ho parlato solo una volta e in modo veloce con Manuela, non solo moglie di Bossi ma fondatrice con lui della Lega Nord. Lei, la maestra della scuola Bosina additata dai media e dagli avversari interni come la potente capa del cerchio magico, che dette il copyright a tutti gli altri cerchi, la incontrai nella villetta di Gemonio.

Dove nel 2006 mi recai per Panorama a fare la seconda intervista esclusiva al Senatur dopo la malattia, intervista bombastica dopo quella che fece altrettanto rumore di Aldo Cazzullo per il Corriere della sera. Bene, la silente Manuela manipolava così tanto “L’Umberto” che per tutto il tempo del mio colloquio con il gran capo padano se ne restò in cucina. Riapparve dopo quasi due ore con un grembiule, mentre aveva in mano uno dei fagiolini che stava pulendo, per farmi un segno esplicito della mano che significava: taglia. Aveva ragione, Bossi era stanco. Poi mi dette una veloce stretta di mano e gentilmente mi salutò, con un dolce sorriso. Una loquace, l’altra silente, Francesca e Manuela sono entrambe compagne e mogli, ma anche donne di partito. E hanno tutto il diritto di conservare questa loro identità. Siamo negli anni 2000 e non nel Medioevo. Anche se gli uomini, leader o no, tendono sempre a prevalere.

Le storielle dei cerchi magici rischiano sempre di essere un alibi per attaccare un uomo attraverso una donna. Meglio ancora, se si tratta della sua compagna o moglie.



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