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Referendum 17 aprile, trivellare non significa dire No alle rinnovabili

danimarca

Il ricercatore Luca Longo ha avviato su Formiche.net una serie di approfondimenti tecnici sulle materie oggetto del referendum che si terrà il 17 aprile. Ogni giorno sta affrontando un tema specifico, mettendo in rilievo contraddizioni e propagande di promotori e sostenitori della consultazione. Qui il ottavo approfondimento.(Redazione)

Il governo, così, affossa le rinnovabili. Fonte: Greenpeace.

È antopologicamente interessante ascoltare dalle stesse fonti sia il concetto “tanto anche se chiudono gli impianti estrattivi entro le 12 miglia non cambia nulla perché ormai producono pochissimo” che il concetto: “Il governo, così, affossa le rinnovabili”. È un po’ come ascoltare quelli che nei giorni pari sostengono che gli astronauti andati sulla Luna vi hanno trovato strutture aliene ma c’è un complotto per nascondere questa verità al mondo, mentre i giorni dispari sostengono che non siamo mai andati sulla Luna e che tutte le riprese degli allunaggi sono state fatte in studio.

A parte questo, le fonti rinnovabili coprono il 23.7% dei consumi elettrici europei, in Italia si arriva al 33.7%. Si può immaginare che un ulteriore impegno in questo settore possa portare a centrare l’obiettivo individuato dalla direttiva 2009/28/CE che stabilisce pari al 17% la percentuale dei consumi energetici totali italiani che, entro il 2020, deve giungere da fonti rinnovabili.

Purtroppo, però, ampliando l’orizzonte a tutto il pianeta e analizzando non solo i consumi elettrici ma quelli totali, si nota che solo il 9% di tutta l’energia mondiale deriva da fonti rinnovabili. Per giunta, tolto l’idroelettrico – tecnologia ormai matura per la quale non si prevedono incrementi vertiginosi – eolico, biomasse e solare (in ordine di importanza decrescente) producono circa il 2% di tutta l’energia consumata al mondo. C’è ancora molta strada da fare prima di affrancarsi dai combustibili fossili. Se nel medio periodo si riuscirà a passare dal petrolio al gas si otterrà un vantaggio ecologico paragonabile a quello ottenuto quando si è passati dal carbone al petrolio.

Tornando all’oggetto del referendum, tutte e 26 le concessioni produttive entro le 12 miglia estraggono gas. Di queste, solo 5 estraggono anche petrolio. Nel 2015 queste hanno complessivamente contribuito al 2,7% del gas ed allo 0.9% del petrolio consumato in Italia.

(9/Segue)

(L’ottava puntata degli approfondimenti si può leggere qui)

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