Diciannove interventi per 26 milioni di euro in quattro anni, ossia 5 interventi ogni anno: sono i numeri del partenariato pubblico-privato in Italia rilevati da un’indagine della Corte dei conti pubblicata lo scorso 8 agosto. Tra gli interventi più significativi, si legge, quello relativo al Colosseo, in cui lo sponsor – il Gruppo Tod’s di Diego Della Valle – investirà 25 milioni di euro per il restauro dell’Anfiteatro Flavio (qui tutti i dettagli). Il restante milione di euro ha riguardato, invece, interventi minori “di rilevanza localistica” principalmente in regioni del nord Italia. Numeri molto esigui, dunque, secondo la Corte: “Benché il quadro normativo sia sufficientemente definito, il ricorso a tale istituto si è rivelato, infatti, assai scarso e addirittura inesistente, con riferimento allo Stato, nel periodo preso in considerazione dall’indagine”.
IL QUADRO
“Tali ostacoli sono rinvenibili, in particolare, nella scarsa redditività dei beni culturali (rientrando questi nella categoria delle c.d. opere fredde, incapaci di generare un adeguato cash flow), essendo essenziale alla praticabilità dell’istituto che l’attività economica finanziata sia di per sé idonea ad assicurare utili in grado di consentire la copertura dei costi e, nel contempo, la gestione proficua dell’attività stessa, secondo regole proprie dell’imprenditoria privata. Per quanto riguarda le sponsorizzazioni, si è evidenziato lo scarso ricorso da parte dell’amministrazione a tale forma di finanziamento, individuandone le criticità, attraverso l’esame degli accordi stipulati”.
GLI ESEMPI
Il rapporto della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti ha interessato, con riferimento al quadriennio 2012-2015, tutte le iniziative di project financing nell’ambito delle iniziative di partenariato pubblico-privato “finalizzate alla valorizzazione dei beni culturali, vagliando l’efficacia degli interventi e individuando le specifiche cause che hanno reso poco praticabili gli stessi interventi nell’esperienza applicativa” per un ammontare di 26 milioni di euro totali. “Nella stragrande maggioranza dei casi, si è trattato di interventi di modesto importo e riguardanti beni culturali di rilevanza localistica, fatta eccezione per i lavori riguardanti il Cenacolo Vinciano, gli affreschi riguardanti la Leggenda della Vera Croce di Piero Della Francesca e il Colosseo”, per il quale è prevista una spesa di 25 milioni di euro da parte dello sponsor, il Gruppo Tod’s.
I RILIEVI
Secondo la Corte dei conti, l’esame della normativa “ha consentito di rilevare alcune criticità, ricollegabili alla disciplina estremamente scarna degli impegni negoziali assunti dallo sponsor. Il rischio che si è evidenziato è quello che si affermino forme surrettizie di privatizzazione del patrimonio culturale, così inibendo lo sviluppo di un autentico mecenatismo culturale in Italia. Si è evidenziato, sul piano delle esperienze applicative, lo scarso numero di interventi di sponsorizzazione (pura e tecnica) realizzati o in corso di realizzazione, per una media di circa cinque interventi annui, con una ripartizione territoriale che vede assenti le regioni del Sud Italia”. Tali incertezze corrispondono, secondo la Corte, alle incertezze sul piano della regolamentazione, ed è per questo che si sollecitano ulteriori interventi legislativi: “Sarebbe auspicabile – conclude la Corte -, che si chiarissero, in via amministrativa, i confini dell’intervento pubblico, mediante l’integrazione delle linee guida ministeriali, con riguardo alle attività di progettazione ed esecuzione dei lavori, regolandone criteri e modalità”.
http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_centrale_controllo_amm_stato/2016/delibera_8_2016_g.pdf