Chi l’ha detto che donne e uomini sono uguali? Hanno una vita più lunga, con un’aspettativa di 85 anni, contro gli 81 del genere maschile, e si prendono cura degli altri: figli, mariti, genitori e suoceri. E, forse, molto meno di se stesse. E allora, va bene pari opportunità, purché si considerino le differenze.
IL CONVEGNO
Il tema è stato al centro del convegno dal titolo “Chi l’ha detto che donne e uomini sono uguali? Pari opportunità nella differenza”, organizzato da Farmindustria per approfondire il ruolo che le donne hanno nella società e nelle imprese. L’evento si è svolto il 7 marzo scorso al Tempio di Adriano per celebrare l’imminente Festa della Donna.
CHI C’ERA
Prevalentemente al femminile il parterre in sala. Dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alla senatrice Emilia Grazia De Biasi e la deputata Eugenia Roccella.
Il compito di consegnare i premi Telethon – Farmindustria è stato affidato a Francesca Pasinelli, direttore generale di Telethon. I premi sono andati a tre ricercatrici, che si sono distinte a livello internazionale ottenendo, nell’ambito della Life Science, finanziamenti dall’European Research Council.
Nel corso del convegno sono intervenuti esponenti delle regioni, del mondo scientifico, istituzionale, sindacale e delle imprese del farmaco, per affrontare i temi della medicina di genere e del welfare aziendale.
UNA RICERCA PIÙ ROSA
Le donne, si è detto al convegno, reagiscono in maniera differente dall’uomo alle cure e pure a certi eventi patologici e al loro decorso, come accade ad esempio nel caso dell’infarto. Per questo è necessario insistere su una R&S sempre più mirata, più “rosa” insomma. I farmaci oggi in sviluppo per le patologie maggiormente presenti che colpiscono le donne sono più di 850 a livello internazionale. In generale invece sono 7.000 i medicinali in sviluppo a livello internazionale per molte patologie tra cui i tumori (1.813), le malattie neurologiche (1.329), immunologiche (1.120) e cardiovascolari (599).
LA DONNA NELL’INDUSTRIA FARMACEUTICA
Nell’industria farmaceutica italiana le donne occupano un posto di rilievo, superando il 50% degli addetti alla R&S. E sono il 43% del totale, per il 90% laureate e diplomate. Le aziende del farmaco che hanno adottato politiche di welfare volte a favorire la conciliazione tra lavoro e vita privata con misure ad hoc, sono circa il 70% del totale, rispetto al 43% degli altri settori.
Secondo un recente studio della Commissione Europea le ricercatrici italiane superano inoltre i colleghi uomini per i progetti vincenti di ben 11 punti percentuali. La performance migliore tra tutti i Paesi europei.
LE PAROLE DI SCACCABAROZZI
“Dalla R&S, alla produzione, all’amministrazione, alla dirigenza. Nelle attività quotidiane delle imprese del farmaco, il contributo femminile è fondamentale”, ha affermato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria.
“Corsi di formazione e informazione sui farmaci, sull’appropriatezza terapeutica e sulla prevenzione sono destinati in primo luogo alle donne. Perché le donne sono protagoniste nelle decisioni sugli stili di vita, sulle cure e nell’assistenza ai più deboli nell’ambito della famiglia. Svolgono dunque il doppio ruolo di caregiver per la comunità familiare e di sussidiarietà rispetto al sistema assistenziale pubblico”, ha aggiunto Scaccabarozzi nel corso del convegno.
Guarda la video-intervista di Formiche.net a Massimo Scaccabarozzi