Nessun politico di professione – almeno non sul palco – e largo spazio a volti nuovi provenienti dal mondo dell’associazionismo e dell’imprenditoria. Energie per l’Italia – il movimento politico fondato da Stefano Parisi nella convention milanese dello scorso settembre – si appresta ad affrontare la sua prima prova di maturità nell’evento in programma domani all’Hotel Ergife di Roma. Dopo il lancio del progetto in collaborazione con Silvio Berlusconi – e il successivo allontanamento dal Cavaliere – l’ex direttore generale di Confindustria farà il punto della situazione sulla strada percorsa finora e su quella che rimane ancora da compiere in vista delle politiche del prossimo anno.
LE PAROLE D’ORDINE DI PARISI
L’obiettivo dichiarato è porre le basi per la costruzione di un centrodestra rinnovato, d’ispirazione popolare e liberale, lontano dagli estremismi di Matteo Salvini. Uno spazio politico in parte già coperto da Forza Italia, ma in parte no, soprattutto se – con l’eventuale conferma dell’attuale sistema elettorale – dovesse materializzarsi alle prossime elezioni quel listone unitario formato dagli azzurri, dai leghisti e da Fratelli d’Italia di cui in molti vanno vagheggiando nelle ultime settimane. L’ultima parola in Forza Italia spetterà a Berlusconi, al momento oscillante tra un’opzione più moderata ispirata al Ppe e un posizionamento di stampo più marcatamente lepenista. Nel frattempo, però, Parisi va avanti e prova a tessere la sua tela, che comprende il dialogo con le varie forze politiche di centro-centrodestra, ma niente alleanza – ha detto ieri in tv – “con forze lepeniste“. “Io – ha aggiunto – sono contrario alla sola idea che l’Italia possa uscire dall’euro, sarebbe una sciagura“.
VICINI, MA LONTANI
“Energie per l’Italia non potrà essere un contenitore per politici in cerca di una nuova casa. È l’errore che a suo tempo costò molto caro a Monti“. E’ questo il consiglio che Stefano Folli ha indirizzato ieri a Parisi dalle colonne di Repubblica: una strategia che l’ex candidato sindaco di Milano sembra voler applicare già dall’evento di domani nel quale non è previsto che salga sul palco alcun politico di professione. In sala ne saranno presenti tanti – Maurizio Sacconi, Gabriele Albertini, Guglielmo Vaccaro e molti dei parlamentari che hanno sottoscritto il disegno di legge costituzionale di Parisi per l’introduzione della sfiducia costruttiva – ma per nessuno di loro è previsto un ruolo attivo.
IL SOSTEGNO DI BOMBASSEI
Storia diversa è invece quella di Alberto Bombassei, imprenditore prestato alla politica eletto nel 2013 nelle fila di Scelta Civica. Ha già annunciato che probabilmente non si ricandiderà, ma domani sarà all’Ergife per sostenere Parisi. Per ragioni di amicizia – i due si conoscono dai tempi di Confindustria – ma anche per una profonda convinzione politica. Raggiunto da Formiche.net, Bombassei ha confermato la sua presenza all’evento: “Guardo con grande interesse a quanto sta facendo Parisi. Un centrodestra moderato ed europeista è fondamentale per il nostro Paese per il quale sogno quanto è successo a Milano: due schieramenti alternativi ma che si riconoscono in valori comuni. Anche grandi paesi come gli Stati Uniti sembrano allontanarsi da questo schema ma abbiamo il dovere di continuare a crederci“.
L’APPUNTAMENTO ROMANO
La convention di domani durerà non più di tre ore e vedrà alternarsi al microfono sei o sette persone. I temi saranno per lo più economici: la difesa dell’euro – al netto delle critiche all’attuale Unione europea -, l’edilizia e le infrastrutture, l’agricoltura e il turismo. Una delle tesi clou? Abolire lo Statuto del lavoratori e avviare lo Statuto dei lavori sulle orme delle proposte di Marco Biagi, dice l’ex fondatore di Fastweb. A Parisi spetteranno le conclusioni, mentre a fare da moderatori saranno due giovani del movimento, a ulteriore conferma della volontà dell’ex amministratore delegato di Fastweb di dare alla sua iniziativa il volto più fresco possibile. Si tratta di Rosamaria Bitetti e Federico Figini: la prima è una ricercatrice Luiss, fellow dell’Istituto Bruno Leoni , il secondo – invece – un giovanissimo startupper del milanese che nel 2015 si era candidato alla carica di sindaco del comune di Segrate con una sua lista civica. Una tarantina e un lombardo, per cercare di dar voce – almeno idealmente – a tutto il Paese. Il coronamento del percorso politico iniziato a Milano a settembre, che ha portato all’organizzazione di 35 megawatt in tutta Italia, all’apertura di 200 circoli (consultabili sul sito www.energieperlitalia.com) e alla creazione di numerosi gruppi di lavoro in cui risultano impegnate 1.500 persone. Ma anche e soprattutto la prima tappa di una strada ancora lunga e in parte da decifrare.
I NODI DA SCIOGLIERE
Il nodo principale che Parisi dovrà sciogliere è rappresentato dai rapporti di medio-lungo termine da intrattenere con Alternativa popolare da un lato e Forza Italia dall’altro. Con quest’ultima, al momento, sembra prevalere un clima di sfida. “Al punto in cui siamo, dopo la rottura di qualche mese fa, è irrealistico pensare che il nuovo soggetto voglia essere una sorta di corrente esterna” del partito berlusconiano, ha scritto ancora Folli su Repubblica. Discorso diverso invece per l’ormai ex Ncd che – dopo la caduta del governo Renzi e l’addio al mai realizzato partito della nazione – ha finito con il ritrovarsi in mezzo al guado, a metà strada tra il ritorno nel centrodestra e la conferma nel centrosinistra. “Siamo assolutamente alternativi al renzismo“, ha confermato in più di un’occasione Parisi, che però continua a interloquire con alcuni esponenti di Alternativa popolare. In particolare con il gruppo lombardo di Maurizio Lupi (che al Pirellone sostiene l’amministrazione di Roberto Maroni), mentre il dialogo con gli alfaniani – in Sicilia in maggioranza con Rosario Crocetta – procede in modo molto più difficoltoso.