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Le Energie per l’Italia di Stefano Parisi giudicate da Abrignani, Albertini, Bonanni, Sacconi e Scajola

Pochi, lontani dal palco, disseminati in platea tra i militanti, ma rappresentativi di una serie di mondi fortemente simbolici per la storia personale e il percorso politico passato e futuro di Stefano Parisi (qui l’articolo sull’iniziativa e qui la fotogallery). Nonostante la scaletta della convention romana di Energie per l’Italia non prevedesse che parlassero al microfono ma che anzi vi rimanessero lontani, alcuni politici hanno comunque scelto di esserci ieri all’Hotel Ergife di Roma per sostenere l’ex candidato sindaco di Milano o, comunque, per cercare di capire meglio potenzialità, rischi e possibili evoluzioni del suo progetto politico. Presenze non casuali, verrebbe da dire: uno dei fondatori di Forza Italia oggi ai margini della politica come Claudio Scajola, un vecchio amico di Parisi come il senatore di Alternativa popolare Gabriele Albertini, il braccio destro di Denis Verdini Ignazio Abrignani. E poi l’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che ha già scelto ufficialmente di aderire al movimento parisiano. Oltre a numerosi imprenditori arrivati soprattutto dal nord Italia.

GLI AUSPICI DI SCAJOLA

In fondo alla sala, tra le ultime file, s’incontra Scajola, regista politico dei principali successi del Cavaliere nel 2001  e nel 2008. L’ex ministro dell’Interno e dello Sviluppo economico benedice il progetto parisiano, ma ci tiene a sottolineare che tutto sarà vano senza il coinvolgimento attivo di Silvio Berlusconi: “Rimane fondamentale, solo con il suo aiuto sarà possibile rimettere insieme il centro“. I dubbi, però, sono numerosi considerato che l’ex presidente del Consiglio continua a oscillare tra i popolari e i sovranisti: che cosa deciderà di fare? Scajola non risponde alla domanda, ma lascia intendere che alla fine – a suo avviso – Berlusconi potrebbe essere della partita: “Il centrodestra è ancora frantumato: c’è la destra ma non si vede il centro. E’ a questo che si deve dedicare Parisi. Alle alleanze – anche eventualmente con Salvini – si dovrà pensare solo in un secondo momento“.

L’ATTESA DI SACCONI

Una versione in fondo condivisa anche da Sacconi, seduto molto più avanti di Scajola anche se in posizione defilata rispetto al palco. L’ex ministro del Lavoro sottolinea che il centrodestra dovrà ripartire dalle sue radici cristiane e popolari e ribadisce la posizione – sua e di Parisi – sull’euro: “Uscire sarebbe un follia“. Quindi niente Salvini che continua a chiedere un referendum per abbandonare la moneta unica? “Vediamo, non è detto. Dopo il voto in Francia il leader della Lega potrebbe non essere lo stesso di questi mesi“. La scommessa, e la speranza, è che Marine Le Pen non vinca così da far sgonfiare anche in Italia le pulsioni sovraniste. E a quel punto tutto potrebbe rimescolarsi, fino anche ad una possibile nuova alleanza con il Carroccio.

I DUBBI DI ALBERTINI

Molto meno possibilista sul tema, si è dichiarato, non a caso, Albertini, pur sempre esponente del partito guidato da Angelino Alfano. Dal palco Parisi dice senza se e senza ma che chi sta al governo con il centrosinistra non potrà far parte del nuovo centrodestra, ma è difficile credere che si riferisca pure all’ex sindaco di Milano – sempre presente ai suoi appuntamenti – con il quale ha ricoperto il ruolo di city manager del capoluogo milanese a fine anni ’90. Albertini – anche in virtù delle continue scintille tra la Lega e Alternativa popolare – sembra dare per scontato che Salvini sia ormai fuori dal nuovo polo popolare che sta per nascere: “Non possiamo stare con chi chiede di uscire dall’euro“. Il dubbio rimane sempre lo stesso: Silvio Berlusconi: “Spero torni ad essere lo stesso che ho conosciuto quando mi scelse per guidare Milano. Quel Berlusconi non avrebbe mai assunto posizioni inconciliabili con la sua storia ed anche in contrasto con gli interessi del Paese“.

L’INTERESSE DEI VERDINIANI

Osservatore più che interessato anche Ignazio Abrignani, il cui partito – la creatura verdiniana Ala – dovrà prima o poi assumere una decisione definitiva sul suo posizionamento: continuare, anche nella prossima legislatura, ad appoggiare il Pd di Matteo Renzi o rientrare nei ranghi del centrodestra? Il braccio destro di Verdini non risponde, ma spende parole positive per Parisi: “Può essere lui il catalizzatore di questa nuova area popolare“. Lo scenario immaginato – o, forse, soprattutto, auspicato – da Abrignani per posto elezioni è una larga coalizione che vada da Renzi a Berlusconi: “Quello presente qui potrebbe essere sia il popolo del Berlusconi moderato che del Renzi riformista“. Ma Parisi si definisce completamente antitetico al renzismo. “E’ presto per dare definizioni“, commenta Abrignani, che poi aggiunge: “Vediamo quale sarà la legge elettorale. La mia impressione è che un domani ci saranno nel nostro Paese delle ali estremiste e un centro fatto di forze responsabili che dovranno per forza collaborare per il bene del Paese“.

IL SOSTEGNO DEGLI IMPRENDITORI

Politici a parte, in platea a seguire la convention hanno trovato posto, però, anche e soprattutto numerosi imprenditori come, ad esempio, il presidente di Ance Torino Alessandro Cherio. “Sono qui perché in Italia abbiamo urgente bisogno di creare una forza popolare e liberale che sappia rispondere ai problemi del Paese“, commenta il rappresentante dell’associazione di Confindustria di cui fanno parte le aziende del settore edilizio. Ma perché il mondo dell’impresa si sente così rappresentato da Parisi? “Che lo rappresenti è fuor di dubbio. Perché offre soluzioni e idee alle questioni che abbiamo di fronte. E soprattutto perché immagina un Paese nel quale non esistono sudditi e re, ma nel quale esiste una società civile che ha bisogno di creare sinergie, di unire le forze e di lavorare insieme per dare un futuro all’Italia“.

L’INTERESSE DI BONANNI

Presente anche l’ex segretario della Cisl Raffaele Bonanni avvistato nei mesi scorsi anche in molte altre iniziative organizzate da Parisi: “Ho molto stima di Stefano. Spero dia al movimento un’organizzazione improntata al dialogo con i corpi intermedi“. Ma visto dalla prospettiva di Bonanni a cosa mira il progetto messo in campo dall’ex candidato sindaco di Milano? “Non so se sarà il quarto o il terzo polo dello scenario politico. Ciò che conta, a mio avviso, è dare una nuova casa e una nuova rappresentanza ai popolari italiani. E’ questo il compito che si è assunto Parisi, è questo che chiedono le tante persone che hanno deciso di partecipare alla sua convention“.

IL RISCHIO

Numerosi, ovviamente, anche gli osservatori politici arrivati all’Ergife per capire un po’ meglio quali siano gli obiettivi e i limiti del progetto parisiano. Tra loro, ad esempio, anche il giornalista Giancarlo Loquenzi che – a proposito di punti di debolezza – ha messo in guardia Parisi da un rischio: “L’area politica di centrodestra oggi è polverizzata e super-affollata con il proporzionale a incoraggiare la frammentazione. La competizione, dunque, è massima. Mi chiedo: come riuscirà Parisi a distinguersi dagli altri? Come farà a sostenere di essere qualcosa di diverso dagli altri? Il suo problema oggi è questo: introdurre elementi di reale novità, inventarsi uno scarto che lo faccia emergere. Senza un balzo di questo tipo, sarà difficile che non venga confuso con gli altri“.


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