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La polizia ha arrestato il principale sospettato per l’attacco di Stoccolma

Stamattina la polizia svedese ha confermato che l’uomo arrestato nella serata di venerdì potrebbe essere stato alla guida del camion che poche ore prima si era lanciato sulla folla lungo una delle strade centrali di Stoccolma.

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È stato preso a quaranta chilometri dalla capitale svedese nella città di Marsta, quando la somiglianza tra un uomo che si muoveva nervosamente e le foto segnaletiche del sospettato diffuse dopo l’attacco hanno attirato l’attenzione di una pattuglia locale.

Per il momento le fonti dei media svedesi dicono solo che si tratta di un uzbeko. Probabilmente ha rubato il camion poco prima di procedere all’attacco. Non è ancora chiaro se l’incendio che ha bruciato la cabina di guida del mezzo sia stato provocato dall’urto con le vetrine del centro commerciale Ahlens o se ci fosse dell’esplosivo a bordo, ha spiegato la polizia.

Il bilancio è di quattro morti e 15 feriti, di cui nove ancora ricoverati. Il premier svedese Stefan Lövfen ha detto fin dalle prime ore che la vicenda viene trattata come un attacco terroristico.

La dinamica pare nota: almeno stante alle informazioni disponibili, sembra accomunabile ai vehicle-ramming attacks, così vengono definiti gli attacchi portati attraverso camion o altri veicoli contro la i pedoni. Il più sanguinoso a Nizza, la scorsa estate, poi i mercatini di Natale a Berlino, e un paio di settimane fa Londra. Una vecchia tecnica usata dai terroristi palestinesi in Israele, ripresa nelle narrazioni degli ideologi dello Stato islamico, che la consigliano ai proseliti per la facilità esecutiva e perché difficile da prevedere e prevenire (dunque massimizzazione del danno).

Al momento non ci sono informazioni che permettono di abbinare quello che è successo in Svezia con qualche sigla terroristica. Si potrà capire di più quando le indagini sulla persona arrestata procederanno, e si ricostruiranno anche i suoi eventuali collegamenti. È ormai piuttosto assodato infatti, che quelli che fin qui sono stati descritti come “lupi solitari”, terroristi che si credeva passassero all’azione in modo completamente indipendente (seguendo percorsi di auto-radicalizzazione e auto-fomentazione), in realtà hanno sempre una sorta di tutor, una guida, un ispiratore, con collegamenti diretti a qualche gruppo terroristico (soprattutto l’IS). Il più famoso di questi mentori dal controllo remoto è un francese, Rachid Kassim il suo nome, ucciso da un raid americano l’8 febbraio, dopo essere stato il mandante a distanza di diversi attentati in Francia (per esempio l’atroce assassinio di padre Jacques Hamel nella chiesa di Saint-Etienne-des-Rouvrais).

(Foto: GOoS, la conferenza stampa sull’attacco del primo ministro svedese)

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