I sindaci attaccano e Tap risponde punto per punto – con un fact-checking in piena regola – per replicare ad alcune delle accuse e delle critiche più diffuse che vengono agitate contro il progetto infrastrutturale. Ieri il cantiere di San Foca – nel comune di Meledugno, in provincia di Lecce – è rimasto chiuso causa pioggia, ma nel frattempo prosegue il presidio di alcuni cittadini che si oppongono alla realizzazione dell’opera che – attraverso la Turchia e la Grecia – dovrà portare in Italia e poi anche in Europa il gas dell’Azerbaijan.
LA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Un malcontento esploso in modo anche violento negli ultimi giorni – con alcuni scontri tra la polizia e i manifestanti – di cui si sono fatti portavoce i sindaci dei comuni della provincia che hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per annunciare la loro proposta: lo stop ai lavori e la convocazione di un tavolo tecnico-politico con il quale individuare “soluzioni più avanzate“. In totale 94 sindaci – sui 97 della provincia di Lecce – hanno firmato l’appello al Capo dello Stato, a cui Tap ha risposto con una dettagliata presa di posizione.
LA RISPOSTA DI TAP
Nella loro risposta i vertici della Trans Adriatic Pipeline – guidata in Italia da Michele Mario Elia (nella foto) – hanno innanzitutto replicato all’accusa secondo cui il gasdotto deturperà il territorio di Meledugno dov’è previsto che arrivi: “I gasdotti sono infrastrutture compatibili con i territori che attraversano e rispettose dell’ambiente. Una volta terminata la costruzione, l’opera sarà sempre invisibile, perché interrata ad una profondità di almeno 1,5 metri“.
LA QUESTIONE DEGLI ULIVI
Altra questione caldissima quella degli alberi di ulivo da espiantare per poter realizzare l’infrastruttura sotterranea. Una soluzione fortemente contestata da una parte della popolazione salentina ma difesa da Tap, che ha ribadito la natura solo temporanea della rimozione: “Tutti gli ulivi che dovranno essere rimossi temporaneamente per permettere la costruzione del gasdotto, verranno successivamente reimpiantati nel luogo d’origine“. Una pratica -sottolinea ancora la società – peraltro già utilizzata senza problemi in Salento per realizzare altre infrastrutture del genere come acquedotti e fognature: “Il successo delle operazioni di costruzione dell’Acquedotto del Sinni ad opera di AQP lo scorso anno, proprio in Salento, con conseguente espianto e reimpianto di 2.500 ulivi, testimonia la fattibilità di simili opere e la loro assoluta compatibilità ambientale“.
LA TUTELA DELLE SPIAGGE
Tap prende di petto anche un’altra delle accuse più frequenti avanzate contro il gasdotto: il presunto danno di carattere ambientale alle splendide spiagge del Salento con conseguenti ripercussioni anche sul turismo. Una versione contestata dalla società, che ha sottolineato, invece, la perfetta compatibilità del progetto: “L’uso della tecnica del tunnel sotterraneo per l’attraversamento della fascia costiera permette la realizzazione dell’opera senza alcuna interferenza diretta sulla spiaggia, sugli ambienti protetti a mare e terra. Non ci saranno infatti mai scavi sulla spiaggia, che resterà intatta perfino in fase di costruzione dell’opera“. Il tutto in linea, d’altronde, con quanto già avviene in Puglia con altri gasdotti e anche con le pratiche più utilizzate a livello internazionale: “Un chiaro esempio di compatibilità tra gasdotti e turismo è testimoniato dalla presenza di un gasdotto ad Ibiza, una delle destinazioni turistiche più note e frequentate al mondo“.