Abbiamo scelto Alessandro Profumo per la sua visione internazionale, dice Pier Carlo Padoan. La sua nomina è illegittima, rispondono i grillini. Quindi rapida calendarizzazione in Parlamento della mozione di sfiducia al ministro dell’Economia e delle Finanze. La sua candidatura rispetta tutti i requisiti di legittimità previsti. Chiude il cerchio Padoan. Ecco cosa ha sollevato la nomina del governo dell’ex banchiere ai vertici di Leonardo, ex Finmeccanica, che sarà ratificata martedì prossimo, 16 maggio, durante l’assemblea degli azionisti di Leonardo.
LE PAROLE DI PADOAN
Padoan, rispondendo giovedì 11 maggio al question time sul tema della designazione dell’ex banchiere come amministratore delegato di Leonardo, sollevato dal capogruppo di Fi Renato Brunetta, ha ribadito che la sua nomina, “rispetta tutti i requisiti di legittimità previsti” dalle leggi e dalle regole dell’azienda.
Qualche tempo prima, Padoan nel corso di un’audizione in Parlamento, in cui il cui il titolare del Tesoro spiegava i criteri utilizzati per le nomine ai vertici delle maggiori società partecipate dal ministero, parlando di Leonardo, ha specificato che: “Per Leonardo in considerazione delle caratteristiche della società, nonché della natura internazionale delle attività, “la scelta è stata orientata alla ricerca di un profilo che possa far fronte all’esposizione internazionale del gruppo e alla diversificazione del business”.
Padoan inoltre ha fatto notare che “la spiegazione delle scelte prese va di pari passo con la questione della strategia che queste imprese devono seguire anche su indicazione dell’azionista”, aggiungendo che “nel caso di Leonardo e di Profumo una qualità che gli si riconosce è la sua capacità di avere non solo una esperienza internazionale ma una visione internazionale, oltre che la capacità di gestire situazioni complesse”. “Quindi – ha concluso – le capacità del dottor Profumo noi pensiamo possano aiutare nel riproporre una proiezione internazionale di Leonardo”.
LA SFIDUCIA DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Il Movimento cinquestelle, a distanza due mesi dal via libera del governo alle nuove designazioni ai vertici delle partecipate ha annunciato giovedì scorso la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’Economia. “Annunciamo la mozione di sfiducia al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, presentata sia alla Camera che al Senato. E chiediamo a tutte le forze politiche di opposizione di votarla al Senato”, ha detto Roberto Fico, capogruppo M5S alla Camera durante una conferenza stampa a Montecitorio cui hanno preso parte gli esponenti M5s Alberto Airola, Gianni Girotto, Daniele Pesco e Carlo Sibilia.
Le ragioni della mozione sono: “Per le regole che c’erano, Padoan non avrebbe potuto designare Alessandro Profumo come ad di Finmeccanica – ha spiegato il parlamentare M5s – Il 16 marzo ha cambiato la direttiva, eliminando i requisiti di onorabilità, e il 18 ha nominato Profumo. In base a quei requisiti Profumo non era onorabile, perché ha un rinvio a giudizio e vari capi di imputazione gravissimi”. Secondo M5S “il disastro del Monte dei Paschi di Siena è imputabile a Profumo, ha un rinvio a giudizio e non può diventare amministratore delegato di un asset così importante”.
LA VICENDA MPS
L’ex banchiere Alessandro Profumo, indicato dal Tesoro come nuovo numero uno di Leonardo, sarà quindi rinviato a giudizio. Il gup di Milano ha disposto l’imputazione coatta per Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente ex presidente ed ex amministratore delegato di Mps, nell’ambito dell’indagine aperta a Milano per le presunte irregolarità nei bilanci da loro firmati, dal 2012 al 2015, per la contabilizzazione delle operazioni Alexandria e Santorini. I pm di Milano titolari dell’inchiesta, Mauro Clerici, Stefano Civardi e Giordano Baggio, avevano chiesto nel settembre 2016 l’archiviazione per Viola, Profumo e altri 8 indagati, ma il giudice Livio Antonello Cristofano, ha disposto che i pm dovranno formulare la richiesta di rinvio a giudizio per Profumo, Viola e un terzo indagato.
“Ho certezza della correttezza del mio operato e come sempre ho piena fiducia nella giustizia”, è stata la reazione di Profumo, che ha lasciato la banca senese nel 2015, per poi diventare presidente e socio di Equita Sim.
Sulla costituzione di parte civile nel processo contro Alessandro Profumo, Padoan ha dichiarato rispondendo al question time che il ministero dell’Economia, primo azionista del Monte dei Paschi, aspetta di conoscere “gli elementi del procedimento” e “le eventuali decisioni che il consiglio d’amministrazione della banca intenderà prendere”.
LE PRIME MOSSE DI PROFUMO
Intanto il candidato del ministero dell’Economia, già amministratore delegato di UniCredit per 14 anni fino al 2010 e presidente di Banca Monte dei Paschi di Siena dal 2012 al 2015, ha già iniziato a muoversi. Pare abbia già avuto incontri con esponenti del governo e dell’industria – come ha rivelato Gianni Dragoni del Sole 24 Ore –. Ha incontrato il premier Paolo Gentiloni e il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, Profumo e messo già piede nella sede di piazza Monte Grappa, per incontrare l’amministratore delegato e direttore generale uscente, Mauro Moretti.
Tra le ipotesi del futuro capo azienda di Leonardo c’è quella di nominare un direttore generale, far crescere il gruppo e vendere le azioni comprate da Jc Flowers nel 2015 in Equita, società di cui Profumo è presidente oltre che azionista assieme agli altri manager.