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Melania Trump, Brigitte Trogneux e il potere del colore carta da zucchero

Sono così diverse Melania Trump e Brigitte Trogneux, ma allo stesso tempo così simili. Hanno diverse età, diverse professionalità, ma curiosamente hanno fatto la stessa scelta stilistica al momento di presentarsi al mondo come le nuove first lady degli Stati Uniti e della Francia. Per accompagnare durante l’insediamento Donald Trump ed Emmanuel Macron, entrambe hanno indossato abiti con la tonalità carta da zucchero. Una scelta non casuale, ma molto strategica.

GLI ABITI DI BRIGITTE, MELANIA (E JACKIE)

“Déjà vu”, titolò il quotidiano Daily Mail il 15 maggio, giorno dopo dell’arrivo di Macron all’Eliseo. La moglie indossava una giacca stile militare con una doppia fila di bottoni dorati, firmata Louise Vuitton. La gonna, abbastanza corta (qui l’articolo di Cristiana Rizzo sulle manie rock di Trogneux per le minigonne), lasciava allo scoperto le ginocchia. La casa di moda francese ha voluto precisare che l’abito e le scarpe non erano un regalo ma un prestito, come succede con le top model. Nonostante alcuni media francesi abbiano voluto sottolineare che l’abito di Brigitte tendeva sulla tonalità lavanda, la scelta è stata proprio la stessa di Melania Trump il 20 gennaio con una mise firmata Ralph Lauren. Melania invece il vestito l’ha acquistato da sola ed è stata accusata di avere plagiato lo stile di un’altra first lady, Jackie Kennedy, che nel 1961 si era presentata all’insediamento del marito con un abito color carta da zucchero.

ANTICHI DIALOGHI TRA POLITICA E MODA

“Con due first lady che giocano con uno storico colore primaverile, possiamo dire che questa tonalità è il nuovo potere politico – si legge sul sito Allure in un articolo a firma di Macaela Mackenzie – […] I dialoghi tra politica e moda non sono nuovi. Le scelte di moda sono state elevate grazie a first lady come Jackie Kennedy, che è ancora chiaramente ispiratrice di armadi in tutto il mondo, e Michelle Obama, che ha usato il suo stile per fare dichiarazioni sulla globalizzazione e la diplomazia durante l’amministrazione Obama”.

DA LADY D A HILLARY CLINTON

Anche la duchessa di Cambridge, Kate Middleton, si è presentata l’11 maggio a Lussemburgo per festeggiare il 150esimo anno d’indipendenza dello Stato con un cappotto carta da zucchero, abbinato allo zaffiro blu intenso dell’anello di fidanzamento, che apparteneva alla madre del marito, il principe William. Lady Diana, da separata, scoprì il fascino della moda e il suo effetto politico: nell’armadio aveva una grande scelta di capi color carta da zucchero. Anche l’ex presidente dell’Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner – prima di adottare  il nero in segno perenne di lutto per la morte del marito Néstor Kirchner – indossava il color carta da zucchero con gioia. La Regina Elisabetta ha qualche completino con quella tonalità, così come la Lady di ferro, Margaret Thatcher. Persino l’ex candidata del Partito Democratico, Hillary Clinton, si è vestita più volte con quella tonalità durante la campagna elettorale delle presidenziali del 2016, ma senza buoni risultati.

NON SOLO QUESTIONE DI MODA

Non c’è dubbio: il colore carta da zucchero va di moda. È stato tra i protagonisti del red carpet al Festival del Cinema di Cannes e ha invaso diverse collezioni autunno-estate 2017/2018, tra cui quella di Stella Jean. Tuttavia, il potere di questa sfumatura del blu non è nell’attualità delle tendenze fashion. La sua forza radica in un campo molto sfruttato dagli esperti del marketing politico: la psicologia del colore. Questo campo analizza l’effetto del colore nella percezione e le reazioni umane. Dal punto di vista scientifico è ancora una materia molto nuova e immatura, un’area poco studiata della psicologia contemporanea. I risultati che sono stati confermati vengono utilizzati in design, architettura, moda e pubblicità. Ormai, si sa, la politica sfrutta quasi troppo i principi pubblicitari.

GLI ESPERTI DELLA PSICOLOGIA DEL COLORE

Per la psicologa sociale tedesca Eva Heller, i colori trasmettono idee e sentimenti. Non si capisce ancora il perché un colore è associato ad una reazione o una sensazione (freddo, calore, amore, dolore), ma sicuramente influiscono la sovraesposizione e le costruzioni culturali. In psicologia del colore, il color carta da zucchero è un colore nobile. Essendo un colore primario, è collegato all’intelligenza e la logica più che i sentimenti. Simbolizza la fiducia, la saggezza, la verità, la fede e la lealtà.

Lo conferma Sylvie di Giusto, consulente ed esperta di immagine al quotidiano Independent: “Il color carta da zucchero è associato all’intelligenza, alla fiducia e alla sicurezza. Più diventa leggero e il blu è percepito come più simpatico, personale, caldo e comunicativo”.

“È COMINCIATO TUTTO CON LA CARTA DA ZUCCHERO” 

Da quanto si legge sul sito Itomizer,  carta da zucchero “è il primo colore utilizzato nel packaging e di conseguenza nel marketing e nella pubblicità. È cominciato tutto con la carta da zucchero. […] Nonostante siano passati quattro secoli da allora ancora oggi è di uso comune l’espressione ‘color carta da zucchero’”.

In inglese si chiama “Powder Blue” e nasce nel 1600, quando ancora non esisteva il concetto di impacchettare prodotti, ma quelli più pregiati erano avvolti da fogli di carta. Tra questi prodotti  c’era lo zucchero, arrivato dalle Americhe, che veniva coperto in questa carta con una particolare tonalità di azzurro (conveniente perché copriva le macchie della carta e costava molto poco).

Alla luce del crollo nei sondaggi del Partito Conservatore per le elezioni dell’8 giugno, e la preoccupazione dei britannici per la sicurezza nazionale, forse al premier Theresa May converrebbe tirare fuori dall’armadio quel cappottino dal potente color carta da zucchero.

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