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Cosa cela l’incontro di Trump con i vertici di Amazon, Apple, Google, Ibm e Microsoft

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e i grandi gruppi dell’hitech provano a mettere da parte le divergenze e a collaborare per rendere l’amministrazione federale più moderna ed efficiente. Trump ha invitato alla Casa Bianca i suoi consulenti del settore tecnologico (parte del neo-istituito American Technology Council): il ceo di Apple Tim Cook, il ceo di Microsoft Satya Nadella, il ceo di Amazon Jeff Bezos, il presidente di Google Eric Schmidt, la ceo di Ibm Ginni Rometty, il ceo di Intel Brian Krzanich, la cfo di Oracle Safra Katz e altri ancora. All’appello mancava Elon Musk, il capo azienda di Tesla e SpaceX che si è sfilato dal gruppo dopo che Trump si è ritirato dagli accordi di Parigi sul clima. Inoltre, Facebook ha declinato l’invito: avrebbe mandato la Coo Sheryl Sandberg ma ha poi fatto sapere che la top manager era impegnata (o forse poco desiderosa di incontrare alla Casa Bianca l’investitore Peter Thiel il cui posto nel cda di Facebook è stato contestato per il convinto sostegno di Thiel a Trump in campagna elettorale).

KUSHNER PROTAGONISTA A SORPRESA

L’evento alla Casa Bianca, una vera Tech Week che si protrarrà per più giorni, è stato organizzato dal White House Office of American Innovation, che Trump ha istituito a marzo, e dall’altra creazione in campo hitech del nuovo presidente, l’American Technology Council, alla cui guida c’è il marito di Ivanka Trump, Jared Kushner. E’ stato proprio Kushner ad aprire i lavori, in una delle sue rare apparizioni pubbliche (ora anche meno frequenti visto che è nel mirino delle autorità per presunti legami con il governo russo e possibili influenze sulle elezioni presidenziali americane dello scorso anno, il noto Russiagate).

Kushner ha detto che la collaborazione con i gruppi dell’hitech dovrà portare una mentalità business (lui l’ha chiamata la “business sensibility”) nel governo. Facendo leva su questa nuova cultura, l’Office of American Innovation cercherà di “modernizzare l’infrastruttura tecnologica del settore pubblico”.

“Mi avevano detto che la burocrazia è quanto di più resistente al cambiamento esista. Ma finora non mi sembra che sia così”, ha detto il genero di Trump, ricordando i progressi compiuti da alcune amministrazioni nel diventare più trasparenti e capaci di allinearsi alle esigenze dei cittadini. Ma ora tocca fare di più e accelerare i tempi, con un obiettivo semplice: “Migliorare la vita quotidiana delle persone. E’ una promessa che manterremo”.

Kushner si è soffermato sul peso della macchina pubblica che il governo spera di alleggerire con l’aiuto dell’hitech: le agenzie federali hanno 6.100 data center che potrebbero essere consolidati anche grazie al cloud, riducendo il costo per i contribuenti. Ci sono uffici del Pentagono che ancora usano i floppy disk su sistemi obsoleti, ha continuato Kushner. Il Department of Veterans Affairs ha ancora difficoltà a ottenere le cartelle cliniche elettroniche dei veterani: il suo sistema informatico andrà aggiornato. E il Paperwork Reduction Act del 1980 non ha funzionato: la rivoluzione paperless è di là da venire, ha concluso Kushner.

IL TORNACONTO PER LA SILICON VALLEY

Nella visione di Trump riecheggiata da Kushner, insomma, l’amministrazione federale deve diventare snella e agile come le aziende private per portare ai cittadini servizi digitali efficienti: pagamenti online e app mobili, moduli su Internet che sostituiscono la carta, siti web facilmente navigabili e accessibili, robuste protezioni per i dati da eventuali cyber-attacchi. Ma anche le aziende tecnologiche hanno qualcosa da chiedere a Trump. Bezos, per esempio, ha invitato il governo a usare di più le tecnologie commercialmente diffuse. Il ceo di Palantir, Alex Karp, ha illustrato i vantaggi dell’analisi dei Big data per il controllo della spesa pubblica e la lotta alle frodi. Cook di Apple ha chiesto a Washington di inserire il coding tra le materie di studio scolastiche. E così via: da Google a Ibm, le aziende hitech sono pronte ad aiutare la Casa Bianca ma pubblicizzano anche i loro prodotti e servizi che sono ansiose di vendere al governo.

Al tempo stesso Washington cerca di convincere le aziende hitech a “prestare” alle agenzie federali alcuni dei talenti del loro staff per trasferire conoscenze al personale della pubblica amministrazione. In cambio la Silicon Valley vuole che Trump ammorbidisca le sue posizioni sull’immigrazione: ai colossi tecnologici servono talenti e creatività, non importa da dove provengono. Ai colossi dell’innovazione non è andato giù l’ordine esecutivo di Trump per bloccare l’arrivo di rifugiati dai paesi a forte maggioranza musulmana e ora i big temono limiti ai visti di lavoro. Trump ha risposto con una promessa: “Avrete i talenti che volete” (senza indicare come).

GLI APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA

Nei prossimi giorni la Tech week della Casa Bianca prevede nuovi appuntamenti. Dopo la prima giornata di brain-storming, in agenda ci sono incontri con le aziende che fabbricano droni per discutere questioni regolatorie e di sicurezza e dibattiti sul 5G e la Internet of Things con le aziende telefoniche e altri player dell’Ict, alla presenza del presidente della Fcc Ajit Pai, secondo quanto riporta Recode.

Anche l’ex presidente Barack Obama aveva spinto sulla digitalizzazione e la collaborazione col settore hitech per modernizzare l’amministrazione e l’economia americana; Trump porta avanti un lavoro iniziato che sicuramente è complesso, ma il nuovo inquilino della Casa Bianca ha tralasciato ogni riferimento alle iniziative di chi lo ha preceduto.


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