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Perché la burocrazia ci atterrisce?

burocrazia

Oggi dire a qualcuno “sei un burocrate” è un’offesa che rischia di farti finire in tribunale.

Eppure la burocrazia è nata un paio di secoli fa come garanzia dei diritti del cittadino. Ebbene sì. Perché è con la fine degli Stati assoluti che si è pensato di creare regole e procedimenti per dare certezze ai cittadini che presentano una richiesta alla Amministrazione statale. Prima di allora, tutto era rimesso alla volontà del Principe o del feudatario: il cittadino-suddito chiedeva al Sovrano e il Sovrano a suo piacimento concedeva o negava.

Con la fine dell’assolutismo cambia il mondo. Lo Stato pone regole scritte per qualsiasi attività e crea uffici e procedimenti. Così le richieste non saranno più trattate secondo gli umori del sovrano, ma “ai sensi della normativa vigente”. Una bella garanzia, no?

E invece nei decenni, con la pretesa di regolare tutto per legge, il numero delle leggi e dei regolamenti si è allargato a dismisura (oggi in Italia arriviamo oltre i 200.000: sì, proprio duecentomila!). Parallelamente sono aumentate le attività da regolare e sono emersi profili sempre più tecnici da valutare. Così, oggi se vuoi organizzare un concerto su una spiaggia, non basta certo solo l’autorizzazione del comune. Ma ci sono da valutare i profili sanitari, di ordine pubblico, igienici, ambientali, di sicurezza sul lavoro, fiscali ed ecco allora che dovrai rivolgerti anche ad ASL, Agenzia del Demanio, Questura, Prefettura, Comunità Montana, Ispettorato territoriale del lavoro, ARPA, Vigili del fuoco, alla SIAE, alla Agenzia delle entrate e forse alla Guardia di Finanza. E se la spiaggia è in un parco vicina a qualche rovina …. anche a Ente parco, Forestale (ora assorbita dall’Arma dei carabinieri), Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio. In pratica, una via crucis.

Ecco la burocrazia che ci atterrisce. Una macchina complicata, che non parla mai con una voce univoca, che ti rimbalza da un ufficio all’altro, a cui manca sempre un modulo da compilare e i cui sportelli sono aperti solo il mercoledì pomeriggio dalle 16 alle 18. Quella burocrazia a cui rivolgersi unicamente su carta uso bollo, in duplice copia e via PEC (ma come fanno i comuni mortali che la Posta Elettronica Certificata non ce l’hanno???!).

Questa è la burocrazia che fa crescere la sfiducia nello Stato, che favorisce la corruzione e l’arte italica dei sotterfugi pur di eludere e arrangiarsi.

Purtroppo questo modello è figlio di una stratificazione secolare e quindi non basta certo un singolo Ministro o una legge per semplificarla davvero. Serve una rivoluzione. Cruenta e coraggiosa. Altrimenti moriremo tutti soffocati dalla burocrazia. E ovviamente ce lo comunicheranno via PEC.


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