Le tensioni alla Casa Bianca sembrano moltiplicarsi nel corso degli ultimi giorni e le voci di una latente conflittualità tra i principali esponenti dell’amministrazione squarciano un velo di incertezza sulla capacità del presidente di tenere sotto controllo la situazione.
Tra le persone più colpite dalle scosse di assestamento che hanno interessato la West Wing c’è senza dubbio Jared Kushner, genero di Donald Trump e consigliere speciale del presidente in politica estera, entrato in rotta di collisione con il gen. John Kelly, capo dell’organizzazione della Casa Bianca e figura sempre più centrale negli assetti di potere che hanno contribuito a normalizzare l’operato di Trump da un anno a questa parte.
Sulla base delle notizie riportate dai media, la ragione del dissidio tra i due influenti collaboratori del presidente sarebbe riconducibile a una questione burocratica, che però ha aperto una problematica molto più seria di quanto si potesse immaginare: sembrerebbe che Kushner si sia servito delle sue abilitazioni di sicurezza temporanee (di cui era stato fornito ad inizio mandato per accedere alle informazioni classificate in attesa di ricevere delle clearance definitive dalla comunità intelligence) per usufruire quotidianamente della versione elettronica dei President’s Daily Briefings (PDBs), ossia i dossier top secret compilati ad uso esclusivo – o quasi – del presidente da parte delle numerose agenzie americane che raccolgono informazioni in giro per il mondo.
La questione, di non poco conto, inizia a pesare sulla condotta dello stesso Kushner e Kelly, nelle ultime ore, avrebbe deciso di denunicare formalmente l’irregolarità con un memo indirizzato al genero del presidente.
Come segnalato da Formiche.net, la mancata attribuzione delle abilitazioni di sicurezza da parte della comunità intelligence (che in Italia corrisponderebbero al cosiddetto nulla osta di sicurezza) non sarebbe dovuta a lentezze burocratiche ma ad una serie di dubbi relativi alla condotta di Kushner per i rapporti avuti prima e dopo la campagna elettorale del 2016 con cittadini russi e cinesi. Sembra che le agenzie di intelligence siano state allertate da una serie di omissioni che il genero del presidente avrebbe commesso nel compilare la documentazione per il rilascio delle abilitazioni al momento dell’ingresso alla Casa Bianca. Da allora, mentre tutti gli altri funzionari hanno chiuso il processo in un tempo ragionevole, Kushner ha dovuto attendere per mesi e ancora oggi il rilascio non sarebbe compiuto. Nel frattempo, per ragioni istituzionali, il consigliere del presidente si sarebbe servito di un’autorizzazione temporanea per espletare le funzioni che è stato chiamato a svolgere. Il prolungarsi della situazione avrebbe, però, fatto dell’eccezione la norma, al punto da costringere Kelly ad un passo formale, concretizzatosi in un memo di ammonimento indirizzato al marito di Ivanka Trump.
L’episodio, oltre ad accendere i riflettori delle agenzie federali e dei media sul passato di Kushner, ha scardinato il rapporto di non belligeranza con il capo dell’organizzazione al punto da rendere insanabile la frattura tra i due.
Mentre, tra l’altro, in molti a Washington iniziano a paventare un coinvolgimento formale del genero di Trump in uno dei filoni relativi ai contatti con i russi in campagna elettorale, un nuovo terremoto colpisce la Casa Bianca e questa volta le scosse sono distintamente percettibili fin dentro lo Studio Ovale.