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Elezioni, ecco le priorità dei partiti su ambiente ed energia

Di Antonio Sileo

Tra i riti elettorali uno dei più importanti e dei più formali, non fosse altro per il requisito del testo scritto, è la presentazione del programma. Testi piuttosto corposi o al contrario agili, ma di regola caratterizzati tutti dall’obiettivo di rendere più facilmente comprensibili le priorità delle diverse forze politiche sulle questioni di volta in volta considerate. D’altronde, si sa, l’elettore ha bisogno in fondo di messaggi semplici. Anzi, più gli argomenti sono complessi e più grande (e apprezzato) è lo sforzo per la semplificazione, come nel caso dei temi dell’energia e dell’ambiente.

Materie su cui i punti di contatto tra le forze politiche sono molti maggiori delle divergenze. Del resto la rotta è già tracciata dall’Unione Europea. Sull’efficienza e il risparmio energetico, ad esempio, dal MoVimento 5 Stelle a Forza Italia, dal Partito Democratico a Liberi e Uguali (LeU) fino a +Europa, tutti concordano sulla necessità di promuoverne la diffusione a cominciare dagli edifici pubblici e privati. Addirittura quasi tutti indicano anche quali siano gli strumenti necessari di cui valersi, anche perché sono ormai ben noti, a partire dall’eliminazione degli ostacoli finanziari per le famiglie e le pubbliche amministrazioni per arrivare alla conferma e al rafforzamento del bonus fiscale. Un primo facile punto per una più o meno grande intesa.

Un secondo potrebbe tranquillamente essere il sostegno alle fonti rinnovabili abbinato al concetto più trendy di decarbonizzazione, sovente abbinato alla data del 2050. Anche se chi andrà al governo, non ci resterà neanche fino al 2025, non solo perché la legislatura non andrà oltre il 2023, ma perché – come ben sanno i più appassionati – nessun governo della Repubblica italiana è mai durato un’intera legislatura.

Spostando l’orizzonte in avanti però è facile affrancarsi dal dare soluzioni di più breve periodo. Sulla mobilità, per esempio, che ovviamente non potrà che essere sempre più sostenibile, appare singolare – come senz’altro in maniera interessata, ma non certo fuori luogo ha sottolineato l’Unrae, Associazione delle Case automobilistiche estere che operano in Italia – che, nonostante il perdurare di iniziative ben poco coordinate da parte delle amministrazioni locali, nessuno abbia inserito il tema dello svecchiamento del parco auto all’interno del proprio programma.

Non mancano, tuttavia, misure da realizzare in fretta come i 180 giorni in cui Forza Italia promette di colmare il differenziale nel prezzo dell’energia pagato dalle (grandi) industrie italiane rispetto ai concorrenti esteri. In verità, però, una misura in tal senso l’ha recentemente realizzata il governo uscente, facendola però pagare a tutti gli altri consumatori.

All’operato del governo, e non solo per l’energia, si rifà esplicitamente il Partito Democratico, che può vantare la firma dell’Accordo di Parigi e gli obiettivi previsti nella Strategia energetica nazionale (Sen). Mentre troppo forte appare la tentazione di parlare della creazione di nuovi posti di lavoro da creare grazie all’economia verde.

Liberi e Uguali, invece, ha parlato di Green New Deal, un piano coordinato di interventi che apra la strada alle potenzialità della nostra imprenditoria migliore. Una sfida enorme che porti a un’Italia “capace di marciare senza le fonti fossili”. Ma qui, appunto, l’orizzonte temporale si allontana.

A proposito del programma del MoVimento 5 Stelle in materia di energia, anche esso si proietta a un futuro 100% rinnovabili, con una specifica attenzione all’incentivare la possibilità di accumulare energia dentro casa e con la volontà di rendere di Stato Terna, il gestore della rete nazionale di trasmissione dell’energia elettrica. Concetto in fondo simile a quello sostenuto da Fratelli d’Italia che mira a innanzitutto a l’italianità di Eni ed Enel da una possibile aggressione di imprese straniere. Mentre + Europa punta in particolare sulla transizione verso il mercato, da completare con una regolamentazione corretta delle reti gestite in monopolio e una promozione senza indugi della concorrenza nei settori in competizione, limitando il potere di mercato degli ex monopolisti.

Ci fermiamo qui, anche se i programmi, o almeno alcuni, si presterebbero a disamine più approfondite anche molto tecniche. Tuttavia, in queste elezioni più di altre, ci possiamo fermare citando : “Quelli che risolvono le cose prima, con gli elenchi di cose da fare, barano. Le cose da fare le scegli nel momento in cui le puoi fare. È la grande lezione di Moro e De Gaspari”.

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Ecco il programma del centrodestra, dalla flat tax all’Europa fino alle energie rinnovabili

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